Cronaca
Omicidio Filomena Bruno, i parenti fanno causa all’arma dei Carabinieri
Le misure di protezione adottate sono risultate assolutamente insufficienti e non furono quelle previste dalla legge cosiddetta “codice rosso”
5 Reali Siti - martedì 25 febbraio 2020
12.54
I familiari di Filomena Bruno, la 53enne di Orta Nova assassinata da Cristofaro Aghilar nel pomeriggio del 28 Ottobre 2019, assistiti dall'avvocato Michele Sodrio faranno causa all'Arma dei Carabinieri citando in giudizio i Ministeri della Difesa e della Giustizia per negligenza nella gestione del caso nei giorni precedenti a quello dell'omicidio.
Secondo i parenti della vittima e l'avvocato difensore, viste le continue e pesanti minacce da parte di Aghilar, in considerazione del primo tentato omicidio ai danni della vittima e del proprio fratello verificatosi il 26 ottobre (due giorni prima dell'omicidio) sempre per mano di Aghilar, sarebbero dovute scattare le misure di protezione previste dalla legge messe in campo per proteggere la Bruno. Misure che prevedono la collocazione in strutture protette o case rifugio creato ad hoc per la protezione di donne vittime di violenza.
Tutto questo non è accaduto, le misure di protezione adottate sono risultate assolutamente insufficienti e non furono quelle previste dalla legge cosiddetta "codice rosso". Evidentemente, secondo i familiari, se ci fosse stata la collocazione della vittima in una casa famiglia o struttura protetta non ci sarebbe stato alcun omicidio e Cristofaro Aghilar, le cui ricerche erano già state avviate, sarebbe stato consegnato alla giustizia.
"Chiediamo ai due ministeri competenti il risarcimento dei danni civili, per la perdita di Filomena da parte dei suoi parenti – spiega l'avv. Michele Sodrio - Sono assolutamente certo che vi siano stati comportamenti di grave negligenza e superficialità da parte di chi avrebbe dovuto intervenire in ben altro modo"
In merito all'assenza dell'Avvocatura di Stato, in difesa dei due Miniteri, alla "comparizione delle parti" davanti all'organismo di mediazione del Tribunale di Foggia, attivato su richiesta dei parenti, l'avvocato Sodrio dichiara:
"Mi fa specie che lo Stato non si sia dato nemmeno il disturbo di rispondere alle richieste dei suoi cittadini, dato che alla nostra istanza di mediazione nessuno dei due ministeri ha fatto pervenire alcuna comunicazione. Poi ci si riempie la bocca di solidarietà alle vittime di femminicidio ed ai loro familiari. Ma come sempre noi confidiamo nella giustizia e nei Tribunali, per giungere all'accertamento delle responsabilità anche sul piano civilistico e dei risarcimenti".
Secondo i parenti della vittima e l'avvocato difensore, viste le continue e pesanti minacce da parte di Aghilar, in considerazione del primo tentato omicidio ai danni della vittima e del proprio fratello verificatosi il 26 ottobre (due giorni prima dell'omicidio) sempre per mano di Aghilar, sarebbero dovute scattare le misure di protezione previste dalla legge messe in campo per proteggere la Bruno. Misure che prevedono la collocazione in strutture protette o case rifugio creato ad hoc per la protezione di donne vittime di violenza.
Tutto questo non è accaduto, le misure di protezione adottate sono risultate assolutamente insufficienti e non furono quelle previste dalla legge cosiddetta "codice rosso". Evidentemente, secondo i familiari, se ci fosse stata la collocazione della vittima in una casa famiglia o struttura protetta non ci sarebbe stato alcun omicidio e Cristofaro Aghilar, le cui ricerche erano già state avviate, sarebbe stato consegnato alla giustizia.
"Chiediamo ai due ministeri competenti il risarcimento dei danni civili, per la perdita di Filomena da parte dei suoi parenti – spiega l'avv. Michele Sodrio - Sono assolutamente certo che vi siano stati comportamenti di grave negligenza e superficialità da parte di chi avrebbe dovuto intervenire in ben altro modo"
In merito all'assenza dell'Avvocatura di Stato, in difesa dei due Miniteri, alla "comparizione delle parti" davanti all'organismo di mediazione del Tribunale di Foggia, attivato su richiesta dei parenti, l'avvocato Sodrio dichiara:
"Mi fa specie che lo Stato non si sia dato nemmeno il disturbo di rispondere alle richieste dei suoi cittadini, dato che alla nostra istanza di mediazione nessuno dei due ministeri ha fatto pervenire alcuna comunicazione. Poi ci si riempie la bocca di solidarietà alle vittime di femminicidio ed ai loro familiari. Ma come sempre noi confidiamo nella giustizia e nei Tribunali, per giungere all'accertamento delle responsabilità anche sul piano civilistico e dei risarcimenti".