Enti locali
Ofanto Sviluppo, il punto di vista di Tatarella
"Per il rilancio della struttura imprescindibili i fondi comunitari"
Cerignola - mercoledì 1 luglio 2015
13.37
Salvatore Tatarella aveva annunciato le sue dimissioni da presidente di 'Ofanto Sviluppo' prima delle elezioni comunali e, due giorni fa, è arrivato l'annuncio ufficiale direttamente dal sindaco Franco Metta. "Ringrazio l'on. avv. Salvatore Tatarella per la cortesia istituzionale riservatami, depositando come da impegni le proprie dimissioni dalla carica di presidente della società 'Ofanto Sviluppo' - si legge sul profilo facebook del primo cittadino -. Ho preso atto delle dimissioni e assumo personalmente pro tempore l'incarico, in attesa della nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione".
Tatarella, ex sindaco di Cerignola, oggi europarlamentare nel Partito popolare europeo, ci ha raccontato come è andata la sua breve esperienza nella società che gestisce l'Interporto cerignolano. "Quando circa tre mesi fa Antonio Giannatempo (ex sindaco di Cerignola, ndr) e Michele Lamacchia (sindaco di S. Ferdinando, ndr) mi hanno proposto l'incarico - ci spiega - ho accettato con due condizioni: nessuna retribuzione e dimissioni prima delle elezioni amministrative di Cerignola".
Quali sono state le prime iniziative durante la sua presidenza?
Abbiamo effettuato un sopralluogo per verificare le condizioni della struttura. Abbiamo trovato un Interporto vandalizzato e ho riscontrato il furto di alcuni oggetti. Subito dopo ho chiesto ai due sindaci (Giannatempo e Lamacchia, ndr) di stipulare un nuovo contratto di guardiania per prevenire ulteriori furti, ma non ho avuto ascolto.
Durante la sua presidenza c'è stata la firma di un protocollo con la Provincia di Forlì. Cosa prevede questo documento?
Il documento è stato firmato con alcune amministrazioni della provincia di Forlì, mentre dalla parte foggiana era presente anche Confindustria e l'Università. Si tratta di una collaborazione fra due realtà economiche per un rilancio della struttura cerignolana.
Da molti anni, però, l'Interporto è in stato di abbandono. Cosa bisognerebbe fare, secondo lei, per recuperare questa struttura?
Non possiamo prescindere dai fondi europei. Bisogna individuare il progetto giusto, che solleciti un intervento di Bruxelles. Inoltre, è necessario coinvolgere anche tutti gli imprenditori del settore agroalimentare che concentrano le loro imprese in quella zona e far capire loro che con un Interporto efficiente si possono aprire nuove fette di mercato.
Tatarella, ex sindaco di Cerignola, oggi europarlamentare nel Partito popolare europeo, ci ha raccontato come è andata la sua breve esperienza nella società che gestisce l'Interporto cerignolano. "Quando circa tre mesi fa Antonio Giannatempo (ex sindaco di Cerignola, ndr) e Michele Lamacchia (sindaco di S. Ferdinando, ndr) mi hanno proposto l'incarico - ci spiega - ho accettato con due condizioni: nessuna retribuzione e dimissioni prima delle elezioni amministrative di Cerignola".
Quali sono state le prime iniziative durante la sua presidenza?
Abbiamo effettuato un sopralluogo per verificare le condizioni della struttura. Abbiamo trovato un Interporto vandalizzato e ho riscontrato il furto di alcuni oggetti. Subito dopo ho chiesto ai due sindaci (Giannatempo e Lamacchia, ndr) di stipulare un nuovo contratto di guardiania per prevenire ulteriori furti, ma non ho avuto ascolto.
Durante la sua presidenza c'è stata la firma di un protocollo con la Provincia di Forlì. Cosa prevede questo documento?
Il documento è stato firmato con alcune amministrazioni della provincia di Forlì, mentre dalla parte foggiana era presente anche Confindustria e l'Università. Si tratta di una collaborazione fra due realtà economiche per un rilancio della struttura cerignolana.
Da molti anni, però, l'Interporto è in stato di abbandono. Cosa bisognerebbe fare, secondo lei, per recuperare questa struttura?
Non possiamo prescindere dai fondi europei. Bisogna individuare il progetto giusto, che solleciti un intervento di Bruxelles. Inoltre, è necessario coinvolgere anche tutti gli imprenditori del settore agroalimentare che concentrano le loro imprese in quella zona e far capire loro che con un Interporto efficiente si possono aprire nuove fette di mercato.