Nicola Pescatore intellettuale e filantropo
Intellettuale, educatore di masse e filantropo, fondatore della tipografia “Scienza e Diletto”, definito «uomo di forti studi e dotato di un cuore nobilissimo»
Cerignola - lunedì 21 maggio 2018
9.54 Comunicato Stampa
Intellettuale, educatore di masse e filantropo, fondatore della tipografia "Scienza e Diletto", definito «uomo di forti studi e dotato di un cuore nobilissimo» da Emilio Perrone, Presidente della Camera di Commercio e Industria di Foggia, in occasione della sua morte avvenuta il 18 luglio 1913. Nel necrologio apparso sulla "Rassegna Pugliese", a. XXX, vol. XXVIII, n. 9, Trani-Roma, settembre 1913, troviamo scritto: «È morto a Cerignola il prof. cav. Nicola Pescatore, uno dei più lucidi ingegni di Capitanata, uno dei pochissimi che in questa provincia abbia dedicato le sue attività migliori per lo sviluppo e la diffusone della cultura, per suscitare nel nostro paese qualche movimento intellettuale».
Nacque il 18 maggio 1849 da Saverio e da Angelica Balestrieri a Lacedonia, terra dello storico della letteratura italiana Francesco De Sanctis. Da giovane si trasferì a Cerignola, prodigandosi per il popolo in occasione delle epidemie di colera del 1867 e del 1886. Nel 1866 si laureò in Farmacia a Napoli e fu titolare a Cerignola della farmacia Ancora, che divenne un cenacolo culturale, frequentato da Rosario Labadessa, Ettore Reale e Nicola Zingarelli.
Fu anche presidente dell'Ordine dei farmacisti di Capitanata. Si sposò a Cerignola nel 1872 con Giulia Glausi di Rogliano (CS), morta la quale il 3 marzo 1888 sposò Savina Croce di Cerignola. Qui fu docente di Scienze Naturali e direttore della Scuola Tecnica. Istituì e fu presidente della locale sezione della Società "Dante Alighieri", i cui soci nel 1924 lo ricordarono con una targa commemorativa posta nei locali dell'allora Liceo Classico. Nell'ottobre 1893 fondò e diresse il settimanale, in seguito quindicinale, di lettere, arte e scienza "Scienza e Diletto", pubblicato per oltre quindici anni, che vide fra i suoi collaboratori i migliori scrittori d'Italia.
Alcuni suoi articoli erano firmati con lo pseudonimo Nipes. Tra gli altri ricordiamo: Poche parole sulla bara di Salvatore Tozzi (1881); Per la Storia. Cerignola, 8 Aprile 1906, in "Scienza e Diletto", a. XIV, n. 8, 16 aprile 1906, che descrive la caduta a Cerignola della cenere eruttata dal Vesuvio nel 1906, con queste parole: «Il sole si leva in una pesante nuvolaglia: sulla città e sulla campagna incombe la nebbia: spira un debole vento di N.E. e verso O.-S.O. Il cielo è color giallognolo di fango. Sono le 7: cadono rare pagliuzze d'una sostanza nera e bituminosa, come la grafite. Le tenebre si avanzano da O.-S.O. Alle 9 tutto è buio come in una notte profonda: dal cielo cade lenta e silenziosa una polvere impalpabile di color cioccolata: si accendono i fanali della città: tutta la popolazione è in preda a un terribile sgomento: il popolino con alte grida si precipita nelle chiese implorando e piangendo: le campane co' loro squilli lenti e solenni rendono più terrorizzante la scena e le sacre immagini precedute ed accompagnate da migliaia di ceri accesi tra un gridìo e una confusione indescrivibili sono portate processionalmente per le vie della città. A centinaia persone trepidanti vengono ad interrogarmi: io alla meglio cerco di far comprendere che il fenomeno è dovuto certamente ad una nuova, violenta esplosione del Vesuvio, il quale, come tutt'i vulcani, in questa fase iniziale, dopo rombi e terremoti, eleva al cielo una gigantesca colonna di vapori e di lapilli, che si espande poi come i rami d'un pino; che una corrente atmosferica superiore da O.-S.O. ha trasportata la polvere più leggiera a centinaia di chilometri lontano e che probabilmente Napoli non è al buio come il nostro Tavoliere e che colà per legge di gravità il lapillo dev'essere più grosso. E siamo alle 11: un disco biancastro e velato ci mostra il punto del cielo ov'è il sole: il vento cambia di direzione: la luce torna a trionfare e il popolo grida al miracolo».
Pubblicò Il Tavoliere di Puglia e il Gargano, edito da "Scienza e Diletto", Cerignola 1898. Fu consigliere di amministrazione della Banca dell'Associazione Agraria fondata nel 1875. Fondò e fu presidente per oltre un trentennio della "Società di Previdenza"; presidente dell'Istituto "Regina Margherita", con sede nel Palazzo Coccia; consigliere comunale e fondatore di una Casa Editrice. Su proposta del Ministro della P.I., nel 1900 fu nominato dal Re Cavaliere della Corona d'Italia.
Angelo Disanto
Nacque il 18 maggio 1849 da Saverio e da Angelica Balestrieri a Lacedonia, terra dello storico della letteratura italiana Francesco De Sanctis. Da giovane si trasferì a Cerignola, prodigandosi per il popolo in occasione delle epidemie di colera del 1867 e del 1886. Nel 1866 si laureò in Farmacia a Napoli e fu titolare a Cerignola della farmacia Ancora, che divenne un cenacolo culturale, frequentato da Rosario Labadessa, Ettore Reale e Nicola Zingarelli.
Fu anche presidente dell'Ordine dei farmacisti di Capitanata. Si sposò a Cerignola nel 1872 con Giulia Glausi di Rogliano (CS), morta la quale il 3 marzo 1888 sposò Savina Croce di Cerignola. Qui fu docente di Scienze Naturali e direttore della Scuola Tecnica. Istituì e fu presidente della locale sezione della Società "Dante Alighieri", i cui soci nel 1924 lo ricordarono con una targa commemorativa posta nei locali dell'allora Liceo Classico. Nell'ottobre 1893 fondò e diresse il settimanale, in seguito quindicinale, di lettere, arte e scienza "Scienza e Diletto", pubblicato per oltre quindici anni, che vide fra i suoi collaboratori i migliori scrittori d'Italia.
Alcuni suoi articoli erano firmati con lo pseudonimo Nipes. Tra gli altri ricordiamo: Poche parole sulla bara di Salvatore Tozzi (1881); Per la Storia. Cerignola, 8 Aprile 1906, in "Scienza e Diletto", a. XIV, n. 8, 16 aprile 1906, che descrive la caduta a Cerignola della cenere eruttata dal Vesuvio nel 1906, con queste parole: «Il sole si leva in una pesante nuvolaglia: sulla città e sulla campagna incombe la nebbia: spira un debole vento di N.E. e verso O.-S.O. Il cielo è color giallognolo di fango. Sono le 7: cadono rare pagliuzze d'una sostanza nera e bituminosa, come la grafite. Le tenebre si avanzano da O.-S.O. Alle 9 tutto è buio come in una notte profonda: dal cielo cade lenta e silenziosa una polvere impalpabile di color cioccolata: si accendono i fanali della città: tutta la popolazione è in preda a un terribile sgomento: il popolino con alte grida si precipita nelle chiese implorando e piangendo: le campane co' loro squilli lenti e solenni rendono più terrorizzante la scena e le sacre immagini precedute ed accompagnate da migliaia di ceri accesi tra un gridìo e una confusione indescrivibili sono portate processionalmente per le vie della città. A centinaia persone trepidanti vengono ad interrogarmi: io alla meglio cerco di far comprendere che il fenomeno è dovuto certamente ad una nuova, violenta esplosione del Vesuvio, il quale, come tutt'i vulcani, in questa fase iniziale, dopo rombi e terremoti, eleva al cielo una gigantesca colonna di vapori e di lapilli, che si espande poi come i rami d'un pino; che una corrente atmosferica superiore da O.-S.O. ha trasportata la polvere più leggiera a centinaia di chilometri lontano e che probabilmente Napoli non è al buio come il nostro Tavoliere e che colà per legge di gravità il lapillo dev'essere più grosso. E siamo alle 11: un disco biancastro e velato ci mostra il punto del cielo ov'è il sole: il vento cambia di direzione: la luce torna a trionfare e il popolo grida al miracolo».
Pubblicò Il Tavoliere di Puglia e il Gargano, edito da "Scienza e Diletto", Cerignola 1898. Fu consigliere di amministrazione della Banca dell'Associazione Agraria fondata nel 1875. Fondò e fu presidente per oltre un trentennio della "Società di Previdenza"; presidente dell'Istituto "Regina Margherita", con sede nel Palazzo Coccia; consigliere comunale e fondatore di una Casa Editrice. Su proposta del Ministro della P.I., nel 1900 fu nominato dal Re Cavaliere della Corona d'Italia.
Angelo Disanto