Religioni
Natale 2021, il messaggio di monsignor Luigi Renna
Il vescovo della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano invita i fedeli a camminare insieme
Cerignola - giovedì 16 dicembre 2021
16.36
"Andiamo fino a Betlemme: il Signore desidera incontrarci!": è l'invito che, distribuito in questi giorni in tutte le parrocchie, il vescovo Luigi Renna rivolge ai diocesani in vista della celebrazione del Santo Natale e del Nuovo Anno. In un contesto pregno di sinodalità – il cui cammino è stato caratterizzato lo scorso 11 dicembre, nella chiesa parrocchiale dello Spirito Santo, dall'incontro di preghiera e di riflessione che ha posto gli oltre centoventi referenti pastorali e parrocchiali "In ascolto dello Spirito" – il pastore della Chiesa di Cerignola-Ascoli Satriano si fa voce di don Tonino Bello.
"Il Vescovo di Molfetta che qualche settimana fa è stato proclamato venerabile dal papa", per ricordare che il viaggio verso Betlemme è "Molto più lungo di quanto non sia stato per i pastori ai quali bastò abbassarsi sulle orecchie avvampate dalla brace il copricapo di lana, allacciarsi alle gambe i velli di pecora, impugnare il bastone, e scendere, lungo i sentieri profumati di menta, giù per le gole della Giudea. Per noi ci vuole molto di più che una mezz'ora di strada. Dobbiamo valicare il pendio di una civiltà che, pur qualificandosi cristiana, stenta a trovare l'antico tratturo che la congiunge alla sua ricchissima sorgente: la capanna povera di Gesù".
È, infatti, l'icona dei pastori che permette al vescovo Renna di rivolgere ai presbiteri e ai diaconi, ai religiosi, alle religiose e ai fedeli l'augurio di "essere capaci di ascoltare la voce di Dio", individuando nella propria contemporaneità l'"annuncio di salvezza"; di lasciarsi abbracciare dal desiderio di "vedere il segno che Dio aveva preparato per loro, un Bambino avvolto in fasce" per superare ogni distanza e ogni divisione, mettendosi "in cammino con gli altri".
Riflessioni che, in prospettiva più ampia, diventano esortazione a vivere il clima della sinodalità preparato dagli "esercizi" – che dal 17 ottobre hanno coinvolto il Consiglio Pastorale Diocesano, gli Uffici Pastorali, i Consigli Pastorali Parrocchiali, l'articolata realtà associativa e confraternale – per proiettare la Chiesa locale verso l'imminente celebrazione del mistero dell'Incarnazione, ponendosi "in ascolto di persone che condividono la stessa fede – scrive il Vescovo – che si sentono animate dalle stesse passioni e che, se in queste virtù non trovano nessun compagno di strada, si sentono ugualmente compagni di strada di tutti, perché seguire Gesù Cristo significa non selezionare o escludere nessuno, perdonare sempre, dare un segno di pace nonostante tutto, sentire che il dolore dell'altro ti riguarda, come anche la sua gioia…".
Tra le pagine del Messaggio nascono dall'esegesi del Natale sia la riproposizione integrale della "Lettera dei Vescovi italiani alle donne e agli uomini di buona volontà", che prepara alla fase narrativa del cammino sinodale, sia la "Preghiera per benedire la mensa nei giorni di Natale", la cui essenza costituisce l'appello conclusivo a "condividere con tutti i nostri beni e le nostre gioie, per chiamarci ed essere veramente figli di Dio, così come hai voluto renderci con la Tua nascita a Betlemme".
"Il Vescovo di Molfetta che qualche settimana fa è stato proclamato venerabile dal papa", per ricordare che il viaggio verso Betlemme è "Molto più lungo di quanto non sia stato per i pastori ai quali bastò abbassarsi sulle orecchie avvampate dalla brace il copricapo di lana, allacciarsi alle gambe i velli di pecora, impugnare il bastone, e scendere, lungo i sentieri profumati di menta, giù per le gole della Giudea. Per noi ci vuole molto di più che una mezz'ora di strada. Dobbiamo valicare il pendio di una civiltà che, pur qualificandosi cristiana, stenta a trovare l'antico tratturo che la congiunge alla sua ricchissima sorgente: la capanna povera di Gesù".
È, infatti, l'icona dei pastori che permette al vescovo Renna di rivolgere ai presbiteri e ai diaconi, ai religiosi, alle religiose e ai fedeli l'augurio di "essere capaci di ascoltare la voce di Dio", individuando nella propria contemporaneità l'"annuncio di salvezza"; di lasciarsi abbracciare dal desiderio di "vedere il segno che Dio aveva preparato per loro, un Bambino avvolto in fasce" per superare ogni distanza e ogni divisione, mettendosi "in cammino con gli altri".
Riflessioni che, in prospettiva più ampia, diventano esortazione a vivere il clima della sinodalità preparato dagli "esercizi" – che dal 17 ottobre hanno coinvolto il Consiglio Pastorale Diocesano, gli Uffici Pastorali, i Consigli Pastorali Parrocchiali, l'articolata realtà associativa e confraternale – per proiettare la Chiesa locale verso l'imminente celebrazione del mistero dell'Incarnazione, ponendosi "in ascolto di persone che condividono la stessa fede – scrive il Vescovo – che si sentono animate dalle stesse passioni e che, se in queste virtù non trovano nessun compagno di strada, si sentono ugualmente compagni di strada di tutti, perché seguire Gesù Cristo significa non selezionare o escludere nessuno, perdonare sempre, dare un segno di pace nonostante tutto, sentire che il dolore dell'altro ti riguarda, come anche la sua gioia…".
Tra le pagine del Messaggio nascono dall'esegesi del Natale sia la riproposizione integrale della "Lettera dei Vescovi italiani alle donne e agli uomini di buona volontà", che prepara alla fase narrativa del cammino sinodale, sia la "Preghiera per benedire la mensa nei giorni di Natale", la cui essenza costituisce l'appello conclusivo a "condividere con tutti i nostri beni e le nostre gioie, per chiamarci ed essere veramente figli di Dio, così come hai voluto renderci con la Tua nascita a Betlemme".