Michele Caldarisi
Michele Caldarisi
Vita di città

Michele Caldarisi: il fotografo che racconta la dimensione del viaggio

Interviste ai Cerignolani DOC

Raccontare un viaggio è sempre un'esperienza affascinante che coinvolge la mente e i sensi. Quando poi lo si fa con maestria e professionalità, mettendoci anche il cuore, tutto acquista maggior valore. Michele Caldarisi, venticinquenne originario della Puglia, è un giovane fotoreporter che ha presentato, nei giorni scorsi, la sua prima mostra fotografica nella città in cui è nato, presso il Laboratorio Urbano ex-Opera di Cerignola (Fg). Michele ha visitato la Contea di Galway, in Irlanda: lo ha definito "un viaggio introspettivo alla ricerca di una nuova identità". Le lande irlandesi lo hanno conquistato: si tratta di un territorio dove la storia fa da sovrana, insegnando agli abitanti del posto come valorizzare al meglio il presente.
La Contea di Galway è situata sulla costa occidentale della Repubblica d'Irlanda, è la seconda contea d'Irlanda per dimensioni (250.541 abitanti), il suo capoluogo è la città di Galway, da cui prende il nome. La città di Galway é una delle più grandi città dell'intera Repubblica d'Irlanda ed è situata nella parte nord orientale dell'omonima Baia. Considerata da molti la capitale culturale dell'Irlanda occidentale, è attraversata dal fiume Corrib ed è popolata da oltre 75.000 abitanti. L'economia locale è basata principalmente sul turismo, la pesca e l'agricoltura (diffuse le coltivazioni di torba e patate).
Le immagini catturate da Michele raccontano scene di quotidianità di una terra di antiche tradizioni, paesaggi che restano impressi nella mente e nel cuore per le emozioni che suscitano. Michele è bravissimo nel mettere in risalto il legame esistente tra la popolazione e l'ambiente circostante, un rapporto che, in questo caso, è pervaso da profondo rispetto e gratitudine. La mostra fotografica "Polvere di Galway" di Michele Caldarisi nasce dal desiderio di sensibilizzare gli spettatori sulla necessità di conoscere e valorizzare piccole realtà lontane da quella in cui si vive, fatte di legami tra persone e armonia con la terra, ma anche di contraddizioni e punti oscuri. La dimensione del viaggio fa scoprire a tutti nuovi aspetti di sé stessi e degli altri, può diventare ricerca di divergenze ed assonanze, proprio come è successo al giovane fotografo pugliese protagonista della mostra.
Oltre ai paesaggi, ciò che colpisce nelle foto di Michele sono i volti. Attraverso i visi delle persone incontrate per caso, in strada o in occasioni particolari (come il Galway Oyster Festival, Festival delle ostriche irlandese) il fotografo riesce a raccontare storie sempre nuove e diverse. Tra i progetti futuri di Michele vi è la realizzazione di un reportage tra le baraccopoli in Argentina. Intanto ecco cosa ci ha detto nell'intervista realizzata per il nostro sito.
R: Hai raccontato con bravura e professionalità la contea di Galway in Irlanda. Cosa ti ispira invece il paesaggio di campagna circostante Cerignola, il tuo paese natio? Hai mai pensato di rappresentarla con i tuoi scatti?
M: Il mio paese natio, Cerignola, é ricco di cultura che ai nostri occhi riesce bene a nascondersi. Io sto cercando di trovarli ogni giorno, infatti ho cominciato, con un mio amico fotografo, un progetto che riguarda il nostro Borgo Antico, interrotto sfortunatamente da alcuni eventi. Quindi si, prima di partire ho sempre pensato di scattare foto per il mio paese.
R: Civiltà e rispetto per l'ambiente sono i valori che hai ritrovato nella terra che hai visitato e fotografato. Pensi che qui in Italia e in particolare al Sud manchino del tutto o si possa fare qualcosa per recuperarli?
M: Io credo che al Sud, principalmente nel nostro paese, c'è gente che come me cerca con determinazione di cambiarlo. È difficile, questo è certo, ma io non demordo di fronte a tutto ciò. Ho molta fiducia nell'energia che anima l'Italia e soprattutto il Sud.
R: La fotografia come passione e come lavoro: raccontaci i tuoi esordi.
M: Ricordo ancora il giorno in cui comprai la mia prima Fujifilm S1500, una Bridge, poi grazie ad un mio amico venni a conoscenza delle Reflex. Da quel momento in poi è stato tutto in "salita". Il mio esordio con la mia reflex Canon 1100D fu durante una partita di pallavolo. Mi divertii molto, però capii subito che lo sport non era il mio forte. Dopo questa esperienza sportiva entrai nella sfera reportage. Ho provato un po' di tutto, ma la passione è quella di "raccontare" attraverso i miei scatti, e da quel momento ho deciso di fare un viaggio e oggi mi ritrovo qui con voi a raccontarlo.
Ecco qualche scatto della mostra fotografica di Michele, che ringraziamo e al quale auguriamo tanti viaggi e nuove soddisfazioni professionali!

Intervista realizzata da Cristiana Lenoci (www.iocelhofatta.com)


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