Cronaca
Maxi operazione a Foggia, recuperate 11 bombe
Recuperate 11 bombe, una dozzina di munizioni da guerra, una agenda contenente nomi e cifre di vittime delle estorsioni, 19mila euro in contante e cocaina
Foggia - lunedì 20 gennaio 2020
12.40
Nella mattinata odierna gli agenti della Polizia di Stato, i Carabinieri e la Guardia di Finanza hanno letteralmente messo a tappeto la città di Foggia recuperando undici bombe nel rione Candelaro, una dozzina di munizioni da guerra, una agenda contenente nomi di vittime di estorsioni e cifre versate o che avrebbero dovuto versare, ingenti quantitativi di cocaina e un deposito di gasolio detenuto illegalmente ad Orta Nova.
Il blitz, coordinato dalla DDA di Bari e dalla Procura della Repubblica di Foggia, è stata la pesante risposta dello Stato dopo i fatti di cronaca avvenuti nella Città di Foggia e nell'intera provincia.
Al momento quattro sono le persone sottoposte a fermo nella maxi operazione organizzata con l'obiettivo di abbattere il principale business della mafia foggiana, le estorsioni. Nell'agenda ritrovata e sequestrata a casa di un pregiudicato residente nella zona Candelaro, che possedeva anche 19mila euro in contanti, si evince un vero e proprio schedario di soggetti ricattati, di somme legate ad estorsioni che sicuramente, a detta del Procuratore Giuseppe Volpe, primo esponente della DDA barese, sarebbero servite per mantenere le famiglie dei detenuti e sostenere le spese legali per i medesimi.
Il blitz, coordinato dalla DDA di Bari e dalla Procura della Repubblica di Foggia, è stata la pesante risposta dello Stato dopo i fatti di cronaca avvenuti nella Città di Foggia e nell'intera provincia.
Al momento quattro sono le persone sottoposte a fermo nella maxi operazione organizzata con l'obiettivo di abbattere il principale business della mafia foggiana, le estorsioni. Nell'agenda ritrovata e sequestrata a casa di un pregiudicato residente nella zona Candelaro, che possedeva anche 19mila euro in contanti, si evince un vero e proprio schedario di soggetti ricattati, di somme legate ad estorsioni che sicuramente, a detta del Procuratore Giuseppe Volpe, primo esponente della DDA barese, sarebbero servite per mantenere le famiglie dei detenuti e sostenere le spese legali per i medesimi.