Vita di città
Matteo, il clochard morto su una panchina a Cerignola: “Si poteva fare qualcosa per lui”
L’uomo rifiutava di essere aiutato, ma c’è chi gli forniva qualche volta cibo e coperte
Cerignola - sabato 23 dicembre 2023
16.17
La notizia della morte di Matteo, il clochard che tutta la città conosceva perché trascorreva il suo tempo per strada in varie zone di Cerignola, sta rimbalzando in queste ore sui social, in cui si susseguono post che ricordano l'uomo, e qualche (legittima) polemica su ciò che forse poteva essere fatto per evitare che morisse tra gli stenti, così, su una panchina in pieno centro. A pochi giorni da Natale.
Il signor Matteo, così lo chiamava qualcuno, non voleva essere aiutato dai Servizi Sociali o dagli enti preposti. "Voleva vivere così, libero", si legge in qualche commento sui social.
Alcune persone, vedendolo affamato o infreddolito, sono riuscite a dargli a volte un piatto caldo oppure comprargli un panino o un cornetto. Altri riferiscono di avergli fornito una coperta dietro sua richiesta.
Anche i sanitari del 118 venivano chiamati dalle persone preoccupate dalle condizioni dell'uomo (spesso in stato di ubriachezza ed incoscienza), ma poi tamponata l'emergenza, Matteo tornava a stare in strada, dove aveva scelto di vivere, sfidando il caldo assassino e il freddo pungente.
C'è chi scrive che si poteva fare di più per evitare una morte così indegna per un uomo. C'è anche chi conosce la storia di Matteo e vorrebbe raccontarla. Certo, fa un certo effetto pensare che una persona possa morire così, nell'indifferenza, a pochi giorni dalla festa più attesa dell'anno.
Dobbiamo tutti del rispetto e "pietas" a quest'uomo sicuramente tormentato, infelice, che ha trovato nella strada il luogo per vivere e morire, dimenticando se stesso, ciò che è stato, e che poteva essere.
Il signor Matteo, così lo chiamava qualcuno, non voleva essere aiutato dai Servizi Sociali o dagli enti preposti. "Voleva vivere così, libero", si legge in qualche commento sui social.
Alcune persone, vedendolo affamato o infreddolito, sono riuscite a dargli a volte un piatto caldo oppure comprargli un panino o un cornetto. Altri riferiscono di avergli fornito una coperta dietro sua richiesta.
Anche i sanitari del 118 venivano chiamati dalle persone preoccupate dalle condizioni dell'uomo (spesso in stato di ubriachezza ed incoscienza), ma poi tamponata l'emergenza, Matteo tornava a stare in strada, dove aveva scelto di vivere, sfidando il caldo assassino e il freddo pungente.
C'è chi scrive che si poteva fare di più per evitare una morte così indegna per un uomo. C'è anche chi conosce la storia di Matteo e vorrebbe raccontarla. Certo, fa un certo effetto pensare che una persona possa morire così, nell'indifferenza, a pochi giorni dalla festa più attesa dell'anno.
Dobbiamo tutti del rispetto e "pietas" a quest'uomo sicuramente tormentato, infelice, che ha trovato nella strada il luogo per vivere e morire, dimenticando se stesso, ciò che è stato, e che poteva essere.