
Matteo Americola, uno dei più grandi artisti falegnami dell’Uruguay, era cerignolano.
Matteo “Mateo” Americola, uno dei più grandi artisti falegnami dell’Uruguay, era pugliese. Nacque a Cerignola in provincia di Foggia nel 1872. I mobili da lui realizzati sono, ancora oggi, conservati come opere d’arte del legno.
Cerignola - giovedì 21 settembre 2017
9.42 Comunicato Stampa
Giunge in redazione, mediante contatti dalla pagina Facebook, una ricerca effettuata dal Presidente onorario dall'Associazione "Ambasciatori della fame" di Pescara dalla quale apprendiamo e, con orgoglio, diffondiamo l'informazione che uno dei più grandi artisti falegnami dell'Uruguay era Cerignolano. Ringraziamo il dott. Geremia Mancini per averci contattato, per averci portato a conoscenza di una bellissima storia che marca l'intraprendenza, il sacrificio, la voglia di riscatto di nostri concittadini divenuti nel tempo esempi da imitare.
Matteo "Mateo" Americola nacque, il 14 gennaio del 1872, a Cerignola in provincia di Foggia. Sin da bambino apprese i rudimenti del mestiere di falegname. Del resto il nonno, il padre e prima ancora il bisnonno avevano esercitato questo mestiere. Fino al 1906 cercò, in ogni modo, di migliorare il suo stato sociale. Poi vista l'impossibilità di un vero riscatto decise di emigrare. Fino all'ultimo sembrò doverlo fare verso gli Stati Uniti ma poi, invogliato da un amico, decise di raggiungere l'Uruguay. Questa fu la sua fortuna.
Inizialmente, a Montevideo, accettò di andare a lavorare in una falegnameria. Poi tentò il grande passo e ne aprì una sua. Uomo intelligente ed instancabile, resosi indipendente, volle fare della sua "bottega" un centro per lavori di grande pregio e d'arte.
La "Bottega Americola" iniziò a fornire le più importanti famiglie, i palazzi istituzionali e persino i luoghi di religione. Chiunque avesse la necessità di un mobile di grande valore e di altrettanto grande stile si rivolgeva a lui. Arrivarono, naturalmente, i più importanti riconoscimenti: a Torino, nell'Esposizione del 1911(Expo Torino 1911), medaglia d'argento e poi, nello stesso anno, medaglia d'oro alla Mostra di Roma.
Dopo questi affermazioni il Re d'Italia Vittorio Emanuele III gli conferì l'onorificenza di "Brevetto della Reale Casa d'Italia". Onore aggiunto ad altri onori fu un riconoscimento che gli fu assegnato dal governo Uruguayano.
Oltre alla sua "bottega, che conservò fino all'ultimo, aprì una falegnameria industriale dove trovarono lavoro decine e decine di operai (quasi sempre di origine italiana). Creò anche una scuola di falegnameria che preparò, negli anni, tantissimi nuovi importanti artigiani del legno.
Divenuto stimato e ricco non dimenticò mai la sua terra d'origine. Durante la "Grande Guerra" inviò munifici denari a sostegno dell'Italia. Ebbe ruoli preminenti in vari Consigli d'Amministrazione di Enti e Banche, ricoprì ruoli di prestigio nel "Circolo Napolitano" e nella società "Trento e Trieste". I mobili da lui realizzati sono, ancora oggi, conservati come opere d'arte del legno.
Geremia Mancini – Presidente onorario "Ambasciatori della fame"
Matteo "Mateo" Americola nacque, il 14 gennaio del 1872, a Cerignola in provincia di Foggia. Sin da bambino apprese i rudimenti del mestiere di falegname. Del resto il nonno, il padre e prima ancora il bisnonno avevano esercitato questo mestiere. Fino al 1906 cercò, in ogni modo, di migliorare il suo stato sociale. Poi vista l'impossibilità di un vero riscatto decise di emigrare. Fino all'ultimo sembrò doverlo fare verso gli Stati Uniti ma poi, invogliato da un amico, decise di raggiungere l'Uruguay. Questa fu la sua fortuna.
Inizialmente, a Montevideo, accettò di andare a lavorare in una falegnameria. Poi tentò il grande passo e ne aprì una sua. Uomo intelligente ed instancabile, resosi indipendente, volle fare della sua "bottega" un centro per lavori di grande pregio e d'arte.
La "Bottega Americola" iniziò a fornire le più importanti famiglie, i palazzi istituzionali e persino i luoghi di religione. Chiunque avesse la necessità di un mobile di grande valore e di altrettanto grande stile si rivolgeva a lui. Arrivarono, naturalmente, i più importanti riconoscimenti: a Torino, nell'Esposizione del 1911(Expo Torino 1911), medaglia d'argento e poi, nello stesso anno, medaglia d'oro alla Mostra di Roma.
Dopo questi affermazioni il Re d'Italia Vittorio Emanuele III gli conferì l'onorificenza di "Brevetto della Reale Casa d'Italia". Onore aggiunto ad altri onori fu un riconoscimento che gli fu assegnato dal governo Uruguayano.
Oltre alla sua "bottega, che conservò fino all'ultimo, aprì una falegnameria industriale dove trovarono lavoro decine e decine di operai (quasi sempre di origine italiana). Creò anche una scuola di falegnameria che preparò, negli anni, tantissimi nuovi importanti artigiani del legno.
Divenuto stimato e ricco non dimenticò mai la sua terra d'origine. Durante la "Grande Guerra" inviò munifici denari a sostegno dell'Italia. Ebbe ruoli preminenti in vari Consigli d'Amministrazione di Enti e Banche, ricoprì ruoli di prestigio nel "Circolo Napolitano" e nella società "Trento e Trieste". I mobili da lui realizzati sono, ancora oggi, conservati come opere d'arte del legno.
Geremia Mancini – Presidente onorario "Ambasciatori della fame"