Mastroserio: "Dove sono finiti Mascagni e Zingarelli?"
Intervista al musicista a un mese e mezzo dalle dimissioni da direttore artistico del Mercadante
Cerignola - domenica 19 febbraio 2017
19.10
A un mese e mezzo dalle dimissioni da direttore artistico del Mercadante, abbiamo intervistato il Maestro Rosario Mastroserio, che presto sarà impegnato in alcuni concerti in giro per l'Europa.
Maestro, è passato un mese e mezzo dalle sue dimissioni. Intanto lei sarà a breve impegnato per dei concerti in giro per l'Europa..
Sì, suonerò il 6 marzo a Varsavia e il 20 aprile a Parigi, eseguendo la musica di Piazzolla, in occasione del 25-esimo anniversario dalla sua morte.
Ho iniziato a studiare musica esattamente 50 anni fa. Per la mia attività sono stato invitato a insegnare dalle università americane, a suonare in varie parti del mondo (Copenhagen, Stoccolma, Budapest, Dubai, Singapore, Berlino, Città del Messico, Buenos Aires, etc.) dagli istituti italiani di cultura, dalle ambasciate e dalle società di concerti. Il sindaco di Cerignola, invitandomi alle dimissioni, per i fatti recentemente accaduti, ha ritenuto che "non svolgessi bene" la mia figura di divulgatore della musica e di musicista. Una delle due parti sbaglia: o il sindaco di Cerignola, o tutte le Istituzioni per le quali ho suonato in ambito internazionale con particolari riconoscimenti e apprezzamenti.
Possibile non essere riusciti a trovare un punto di contatto?
No, perché poi si è messa sul personale, e adesso ancora di più. Se non l'avessi fatto prima, mi sarei dimesso oggi, in occasione del perpetuarsi della rassegna cabarettistica, perché Cerignola non ha bisogno di quello: ha bisogno di Mascagni. Il rapporto è stato educato fino a quando non ho puntato i piedi sulla storia del cabaret e del teatro dialettale. Ciononostante, avrei potuto e voluto confrontarmi con democratica dialettica, come si fa in questi casi, ma il primo cittadino con due pesantissime e offensive mail mi ha costretto a dimettermi, risultando tutt'altro che democratico. Fino a dicembre il rapporto era stato caratterizzato da alti e bassi, ed ero sul punto di dimettermi a settembre. Fino a quel punto era stata realizzata solo una parte di ciò che era stato da me pensato e programmato. Non sono stati realizzati il concorso Mascagni, rassegne concertistiche di pregio, le lezioni-concerto... Il cabaret dev'essere accompagnato da una programmazione culturale di respiro molto più ampio che non c'è e non so se ci sarà mai. C'è anche un altro aspetto: queste cose importanti che si sono fatte e si faranno (Lina Sastri, Paolo Fresu, Giulio Scarpati, etc.) le ho in qualche modo decise anch'io. Io mi sono appassionato alla città e all'età di 56 anni ho accettato un incarico a titolo gratuito per dirigere il teatro e alla fine sono stato cacciato con uno "spintone". Questo è assolutamente inaccettabile e qualifica da sé il comportamento del primo cittadino e di chi avalla il suo operato. Inviterei, ove possibile, anche gli assessori di turno a prenderne atto.
Non potrebbe essere che vengono organizzati questi spettacoli perché meno onerosi (e più redditizi) dei concerti?
Sarebbe una giustificazione troppo comoda. Allora diciamolo chiaramente: "facciamo queste cose perché non ci costano. Poi, se avremo soldi facciamo anche le altre, intanto non perdiamo qualche rimanente consenso elettorale…". Ma per fare cultura bisogna investire, perché la cultura migliora lo status quo delle persone. Comincio a credere che anche buona parte della città abbia delle responsabilità, per motivi di presunta leggerezza o di disimpegno. Viene lasciato fare a queste persone (le Istituzioni, ndr) quello che loro vogliono. In occasione delle recite del teatro dialettale e del cabaret il teatro si riempie. Dov'è finito Mascagni? Dov'è finito Zingarelli? Dove sono i concerti e l'opera lirica? Dove sono finiti? Io non li vedo più.
Ma che cos'è la cultura secondo il Maestro Mastroserio?
E' la cosa più nobile e formativa per metterci in condizioni di comprendere, attraverso una consapevolezza di se stessi, quale può essere il rapporto migliore per stare con gli altri. E' il massimo della capacità interattiva. Cultura può essere anche lo spettacolo dialettale, ma quello di Raffaele Viviano, o quello che abbia a che fare con il dialetto milanese/lombardo di Dario Fo, non una commedia più o meno buffa e grottesca del teatro cerignolano o barese. Quello è divertimento, è un'altra cosa. Per me non è cultura, ma ognuno è libero di pensarla come vuole.
Non sarà mica che, per ragioni politiche, un primo cittadino si può rendere conto che affrontare un certo tipo di percorso divulgativo della musica non possa rendere da un punto di vista del consenso elettorale?
Sono d'accordo su questo punto di vista. Io, da parte mia, senza alcuna connotazione politico-partitica ma da tecnico ho svolto il mio incarico di direttore artistico del teatro con onestà e sincerità d'intenti. Probabilmente non ero la persona giusta per l'attuale sindaco, tanto che anche altre persone, prima e dopo di me, si sono dimesse e hanno lasciato quest'amministrazione.
Da parte mia, provo un'immensa gioia per essere riuscito, grazie alla mia fede, alla mia passione, a essere un musicista fino in fondo, cosa che amo profondamente, e una grande delusione per non aver potuto dare, a causa di una volontaria non disponibilità da parte delle Istituzioni, il contributo socio-culturale che so di poter dare perché l'ho portato in giro per il mondo e l'ho ricevuto dal mondo. Viene da chiedermi quale seguito etico-politico abbia ancora l'operato de "La Cicogna"… Io ho perso una rilevante battaglia più per il paese che per me, ma la mia attività concertistica continuerà ancora un po'; il primo cittadino, invece, potrebbe concludere la sua attività istituzionale molto prima. E' ovvio che con queste premesse, specie quelle più recenti, lascio il teatro a chi sappia prenderlo dalle mani del sindaco, non essendoci più i presupposti per un mio intervento. Sono un po' preoccupato per la città; spero si accorga nel tempo che non è attraverso una visibilità esteriore che si cambiano le cose, ma attraverso qualcosa di molto più profondo.
Maestro, è passato un mese e mezzo dalle sue dimissioni. Intanto lei sarà a breve impegnato per dei concerti in giro per l'Europa..
Sì, suonerò il 6 marzo a Varsavia e il 20 aprile a Parigi, eseguendo la musica di Piazzolla, in occasione del 25-esimo anniversario dalla sua morte.
Ho iniziato a studiare musica esattamente 50 anni fa. Per la mia attività sono stato invitato a insegnare dalle università americane, a suonare in varie parti del mondo (Copenhagen, Stoccolma, Budapest, Dubai, Singapore, Berlino, Città del Messico, Buenos Aires, etc.) dagli istituti italiani di cultura, dalle ambasciate e dalle società di concerti. Il sindaco di Cerignola, invitandomi alle dimissioni, per i fatti recentemente accaduti, ha ritenuto che "non svolgessi bene" la mia figura di divulgatore della musica e di musicista. Una delle due parti sbaglia: o il sindaco di Cerignola, o tutte le Istituzioni per le quali ho suonato in ambito internazionale con particolari riconoscimenti e apprezzamenti.
Possibile non essere riusciti a trovare un punto di contatto?
No, perché poi si è messa sul personale, e adesso ancora di più. Se non l'avessi fatto prima, mi sarei dimesso oggi, in occasione del perpetuarsi della rassegna cabarettistica, perché Cerignola non ha bisogno di quello: ha bisogno di Mascagni. Il rapporto è stato educato fino a quando non ho puntato i piedi sulla storia del cabaret e del teatro dialettale. Ciononostante, avrei potuto e voluto confrontarmi con democratica dialettica, come si fa in questi casi, ma il primo cittadino con due pesantissime e offensive mail mi ha costretto a dimettermi, risultando tutt'altro che democratico. Fino a dicembre il rapporto era stato caratterizzato da alti e bassi, ed ero sul punto di dimettermi a settembre. Fino a quel punto era stata realizzata solo una parte di ciò che era stato da me pensato e programmato. Non sono stati realizzati il concorso Mascagni, rassegne concertistiche di pregio, le lezioni-concerto... Il cabaret dev'essere accompagnato da una programmazione culturale di respiro molto più ampio che non c'è e non so se ci sarà mai. C'è anche un altro aspetto: queste cose importanti che si sono fatte e si faranno (Lina Sastri, Paolo Fresu, Giulio Scarpati, etc.) le ho in qualche modo decise anch'io. Io mi sono appassionato alla città e all'età di 56 anni ho accettato un incarico a titolo gratuito per dirigere il teatro e alla fine sono stato cacciato con uno "spintone". Questo è assolutamente inaccettabile e qualifica da sé il comportamento del primo cittadino e di chi avalla il suo operato. Inviterei, ove possibile, anche gli assessori di turno a prenderne atto.
Non potrebbe essere che vengono organizzati questi spettacoli perché meno onerosi (e più redditizi) dei concerti?
Sarebbe una giustificazione troppo comoda. Allora diciamolo chiaramente: "facciamo queste cose perché non ci costano. Poi, se avremo soldi facciamo anche le altre, intanto non perdiamo qualche rimanente consenso elettorale…". Ma per fare cultura bisogna investire, perché la cultura migliora lo status quo delle persone. Comincio a credere che anche buona parte della città abbia delle responsabilità, per motivi di presunta leggerezza o di disimpegno. Viene lasciato fare a queste persone (le Istituzioni, ndr) quello che loro vogliono. In occasione delle recite del teatro dialettale e del cabaret il teatro si riempie. Dov'è finito Mascagni? Dov'è finito Zingarelli? Dove sono i concerti e l'opera lirica? Dove sono finiti? Io non li vedo più.
Ma che cos'è la cultura secondo il Maestro Mastroserio?
E' la cosa più nobile e formativa per metterci in condizioni di comprendere, attraverso una consapevolezza di se stessi, quale può essere il rapporto migliore per stare con gli altri. E' il massimo della capacità interattiva. Cultura può essere anche lo spettacolo dialettale, ma quello di Raffaele Viviano, o quello che abbia a che fare con il dialetto milanese/lombardo di Dario Fo, non una commedia più o meno buffa e grottesca del teatro cerignolano o barese. Quello è divertimento, è un'altra cosa. Per me non è cultura, ma ognuno è libero di pensarla come vuole.
Non sarà mica che, per ragioni politiche, un primo cittadino si può rendere conto che affrontare un certo tipo di percorso divulgativo della musica non possa rendere da un punto di vista del consenso elettorale?
Sono d'accordo su questo punto di vista. Io, da parte mia, senza alcuna connotazione politico-partitica ma da tecnico ho svolto il mio incarico di direttore artistico del teatro con onestà e sincerità d'intenti. Probabilmente non ero la persona giusta per l'attuale sindaco, tanto che anche altre persone, prima e dopo di me, si sono dimesse e hanno lasciato quest'amministrazione.
Da parte mia, provo un'immensa gioia per essere riuscito, grazie alla mia fede, alla mia passione, a essere un musicista fino in fondo, cosa che amo profondamente, e una grande delusione per non aver potuto dare, a causa di una volontaria non disponibilità da parte delle Istituzioni, il contributo socio-culturale che so di poter dare perché l'ho portato in giro per il mondo e l'ho ricevuto dal mondo. Viene da chiedermi quale seguito etico-politico abbia ancora l'operato de "La Cicogna"… Io ho perso una rilevante battaglia più per il paese che per me, ma la mia attività concertistica continuerà ancora un po'; il primo cittadino, invece, potrebbe concludere la sua attività istituzionale molto prima. E' ovvio che con queste premesse, specie quelle più recenti, lascio il teatro a chi sappia prenderlo dalle mani del sindaco, non essendoci più i presupposti per un mio intervento. Sono un po' preoccupato per la città; spero si accorga nel tempo che non è attraverso una visibilità esteriore che si cambiano le cose, ma attraverso qualcosa di molto più profondo.