Lorenzo Tomacelli da Cerignola a Vico del Gargano per decorare la città
L’artista cerignolano ha collaborato alla realizzazione di quattro murales nella cittadina garganica
Cerignola - martedì 9 novembre 2021
18.15
Lorenzo Tomacelli, Salvo Ligama, Nadia Groff, e Alessandro Suzzi sono gli artisti che, coordinati dagli architetti Giulio Mandrillo, Laura e Chiara Pirro di DDuMstudio ideatori dell'innovativo progetto Accademia degli Eccitati 2.0 – L'arte urbana accende i lumi sull'ecologia, hanno lavorato a Vico del Gargano per una settimana, portando a termine quattro murales. Percorrendo i vicoli e le stradine della cittadina che rientra tra i Borghi più Belli d'Italia e sorge su un promontorio roccioso tra il mare e la Foresta Umbra, è possibile andare alla scoperta delle opere la cui finalità è valorizzare la Biblioteca Giuseppe del Viscio e far riflettere su tematiche attuali e importanti.
Energia, Oceani e Foreste, Suolo e Atmosfera, Borghi e Cibo sono i sette temi scelti per esaltare e valorizzare quattro luoghi del patrimonio diffuso di Vico, luoghi spesso poco conosciuti all'interno del classico itinerario turistico.
Lorenzo Tomacelli ha reso omaggio agli agrumi del Gargano con la sua opera su Borghi e Cibo in piazza Mercato. «Agli inizi del '900 le arance vichesi vennero esportate anche in Nord America, e durante le carestie furono una fondamentale fonte di sostentamento per la comunità. Attualmente è in atto una riscoperta del valore non solo gastronomico, ma anche culturale di questa tradizione. Tuttavia, il borgo di Vico del Gargano, negli ultimi tempi, ha subito uno spopolamento e ha visto anche l'abbandono di questi preziosi frutti», racconta l'artista e illustratore pugliese che ha scelto di raffigurare una donna che porta con sé lo spremiagrumi. Un messaggio per la riscoperta e la salvaguardia di sapori e usanze antiche.
«In tanti, nei giorni passati, si sono fermati a guardare il lavoro degli artisti che erano all'opera a Vico e ad interrogarsi su cosa stessero facendo. Crediamo sia fondamentale partire dagli abitanti, da chi vive il borgo e lo attraversa quotidianamente, per sollecitare riflessioni e stimolare sguardi nuovi sui luoghi e su temi di attualità», affermano gli architetti di DDuMstudio, che aggiungono: «Ripensare il concetto di "felicità" e accostarlo a quello del sapere come "pubblica utilità" può essere la chiave per restituire valore alle tradizioni, alle ricchezze dei territori e, perché no, per motivare le nuove generazioni ad investire le proprie energie nei luoghi di origine».
Energia, Oceani e Foreste, Suolo e Atmosfera, Borghi e Cibo sono i sette temi scelti per esaltare e valorizzare quattro luoghi del patrimonio diffuso di Vico, luoghi spesso poco conosciuti all'interno del classico itinerario turistico.
Lorenzo Tomacelli ha reso omaggio agli agrumi del Gargano con la sua opera su Borghi e Cibo in piazza Mercato. «Agli inizi del '900 le arance vichesi vennero esportate anche in Nord America, e durante le carestie furono una fondamentale fonte di sostentamento per la comunità. Attualmente è in atto una riscoperta del valore non solo gastronomico, ma anche culturale di questa tradizione. Tuttavia, il borgo di Vico del Gargano, negli ultimi tempi, ha subito uno spopolamento e ha visto anche l'abbandono di questi preziosi frutti», racconta l'artista e illustratore pugliese che ha scelto di raffigurare una donna che porta con sé lo spremiagrumi. Un messaggio per la riscoperta e la salvaguardia di sapori e usanze antiche.
«In tanti, nei giorni passati, si sono fermati a guardare il lavoro degli artisti che erano all'opera a Vico e ad interrogarsi su cosa stessero facendo. Crediamo sia fondamentale partire dagli abitanti, da chi vive il borgo e lo attraversa quotidianamente, per sollecitare riflessioni e stimolare sguardi nuovi sui luoghi e su temi di attualità», affermano gli architetti di DDuMstudio, che aggiungono: «Ripensare il concetto di "felicità" e accostarlo a quello del sapere come "pubblica utilità" può essere la chiave per restituire valore alle tradizioni, alle ricchezze dei territori e, perché no, per motivare le nuove generazioni ad investire le proprie energie nei luoghi di origine».