
Vita di città
Le regole? A Cerignola un optional
Si parla tanto di rispetto delle norme... Ma poi?
Cerignola - sabato 12 agosto 2017
12.41
Vi è mai capitato di parlare con un parente o con un amico, di ritorno da un viaggio all'estero? E sentir dire frasi come queste: "neanche un pezzo di carta o un mozzicone per terra"; "nemmeno un'auto in divieto di sosta o che intralciava il traffico"; o ancora: "nessun guidatore che usava il telefonino in movimento".
Potrei elencarne cento e più di queste e trovarci ad estasiarci perché altrove c'è il rispetto delle regole, anche di quelle che sembrano le più banali, pur in assenza del controllore a sanzionarti (da noi ci vorrebbe un controllore per cittadino). Potrei sembrare esagerato e alquanto pessimista sul comportamento civico di ognuno di noi, ma guardiamoci attorno e facciamoci un esame di coscienza: auto lasciata in divieto di sosta o davanti a un passo carrabile, per non fare 25 metri a piedi per recarsi alla posta; guida con il telefonino incollato all'orecchio per molto tempo (raramente si tratta di una telefonata urgente e velocissima), magari tenendo un neonato in braccio, mentre si affronta un incrocio pericoloso (e a Cerignola sono tutti pericolosi, dove si fa a sorteggio per chi ha la precedenza); sacchetto dell'immondizia buttato a caso; schiamazzi notturni o durante il "fior di caldo"...
Ma il peggio è che noi siamo tanto bravi a giudicare gli altri che sbagliano, quanto siamo indulgenti a giudicare il nostro comportamento, anche se in violazione della buona educazione (e fermiamoci qui). E, conoscendo il nostro modo di fare, protestiamo, anche violentemente, per le gravose sanzioni che ci vengono imposte: se ci comportiamo bene e rispettiamo le regole non dovremmo aver paura di essere sanzionati. Chi non evade il fisco, chi rispetta il codice della strada, chi osserva le regole di civiltà, anche quelle condominiali, non ha paura della bacchettata e non sente il fiato sul collo del controllore.
Diremo: siamo italiani, prima che cerignolani, e siamo troppo arroganti e irrispettosi per fare tutto per bene: allora corriamo il rischio di essere sanzionati e non lamentiamoci! Il giocatore di poker che bleffa sa a cosa va incontro e si assume il suo bravo rischio, come quello che guida "a fari spenti nella notte, per vedere se è così difficile morire".
Potrei elencarne cento e più di queste e trovarci ad estasiarci perché altrove c'è il rispetto delle regole, anche di quelle che sembrano le più banali, pur in assenza del controllore a sanzionarti (da noi ci vorrebbe un controllore per cittadino). Potrei sembrare esagerato e alquanto pessimista sul comportamento civico di ognuno di noi, ma guardiamoci attorno e facciamoci un esame di coscienza: auto lasciata in divieto di sosta o davanti a un passo carrabile, per non fare 25 metri a piedi per recarsi alla posta; guida con il telefonino incollato all'orecchio per molto tempo (raramente si tratta di una telefonata urgente e velocissima), magari tenendo un neonato in braccio, mentre si affronta un incrocio pericoloso (e a Cerignola sono tutti pericolosi, dove si fa a sorteggio per chi ha la precedenza); sacchetto dell'immondizia buttato a caso; schiamazzi notturni o durante il "fior di caldo"...
Ma il peggio è che noi siamo tanto bravi a giudicare gli altri che sbagliano, quanto siamo indulgenti a giudicare il nostro comportamento, anche se in violazione della buona educazione (e fermiamoci qui). E, conoscendo il nostro modo di fare, protestiamo, anche violentemente, per le gravose sanzioni che ci vengono imposte: se ci comportiamo bene e rispettiamo le regole non dovremmo aver paura di essere sanzionati. Chi non evade il fisco, chi rispetta il codice della strada, chi osserva le regole di civiltà, anche quelle condominiali, non ha paura della bacchettata e non sente il fiato sul collo del controllore.
Diremo: siamo italiani, prima che cerignolani, e siamo troppo arroganti e irrispettosi per fare tutto per bene: allora corriamo il rischio di essere sanzionati e non lamentiamoci! Il giocatore di poker che bleffa sa a cosa va incontro e si assume il suo bravo rischio, come quello che guida "a fari spenti nella notte, per vedere se è così difficile morire".