Territorio
Le piante del nostro territorio: la Ferula nelle campagne di Cerignola
La pagina social Terre di Cerignola descrive una specie tipica di questo periodo
Cerignola - giovedì 27 aprile 2023
9.38
L'amore per la propria terra induce ad osservarne e ammirarne le meraviglie, giorno dopo giorno. E' ciò che fa quotidianamente, insieme alla descrizione di usi e tradizioni del nostro territorio, la pagina Facebook Terre di Cerignola. Oggi ha colpito la nostra attenzione il post che riporta una specie tipica, dalle caratteristiche assai spiccate, appartenente alla flora che a primavera riempie le nostre campagne.
Si chiama ferula, è una pianta (in dialetto denominata "frevl"), che si trova soprattutto nelle cunette delle strade e nei terreni incolti. Può raggiungere anche i tre metri di altezza, e la zona di maggiore concentrazione è quella dell'entroterra di Manfredonia, forse perché cresce più favorevolmente nei terreni aridi. In passato- come appunto riporta il post- la ferula veniva utilizzata per ricavarne sgabelli, bastoni, barili, tappi per damigiane. Inoltre i barbieri vi affilavano i rasoi.
Con il bastone duro che vi si otteneva, i genitori di una volta picchiavano i figli disubbidienti, ai quali ripetevano come una mantra: "Mazz e panell fann i figli Bell" (tipico detto cerignolano, in voga ancora per oggi per ribadire che con i figli è utile essere anche duri, quando è necessario).
La "ferula communis", conosciuta comunemente anche come "finocchiaccio" è una pianta tipica del bacino del Mediterraneo, presente massicciamente anche in Sardegna e Sicilia.
Anticamente i Romani utilizzavano la ferula per condire gli alimenti e le pietanze, ma anche per curare disturbi e patologie come il mal di gola, l'indigestione, la febbre.
Nelle radici della pianta si trovano dei funghi molto gustosi, da utilizzare per preparare ricette in cucina.
Insomma, la ferula è una pianta che vediamo spesso e della quale i più ignorano caratteristiche e proprietà.
Riappropriarci del nostro territorio partendo dalle sue tipicità è ciò che serve per poterlo promuovere al meglio.
Si chiama ferula, è una pianta (in dialetto denominata "frevl"), che si trova soprattutto nelle cunette delle strade e nei terreni incolti. Può raggiungere anche i tre metri di altezza, e la zona di maggiore concentrazione è quella dell'entroterra di Manfredonia, forse perché cresce più favorevolmente nei terreni aridi. In passato- come appunto riporta il post- la ferula veniva utilizzata per ricavarne sgabelli, bastoni, barili, tappi per damigiane. Inoltre i barbieri vi affilavano i rasoi.
Con il bastone duro che vi si otteneva, i genitori di una volta picchiavano i figli disubbidienti, ai quali ripetevano come una mantra: "Mazz e panell fann i figli Bell" (tipico detto cerignolano, in voga ancora per oggi per ribadire che con i figli è utile essere anche duri, quando è necessario).
La "ferula communis", conosciuta comunemente anche come "finocchiaccio" è una pianta tipica del bacino del Mediterraneo, presente massicciamente anche in Sardegna e Sicilia.
Anticamente i Romani utilizzavano la ferula per condire gli alimenti e le pietanze, ma anche per curare disturbi e patologie come il mal di gola, l'indigestione, la febbre.
Nelle radici della pianta si trovano dei funghi molto gustosi, da utilizzare per preparare ricette in cucina.
Insomma, la ferula è una pianta che vediamo spesso e della quale i più ignorano caratteristiche e proprietà.
Riappropriarci del nostro territorio partendo dalle sue tipicità è ciò che serve per poterlo promuovere al meglio.