La tela l’Educazione della Vergine attribuita a Cesare Fracanzano
La tela l’Educazione della Vergine è ora collocata nell’Episcopio di Cerignola
Cerignola - martedì 21 gennaio 2020
9.12 Comunicato Stampa
Pubblichiamo integralmente la nota stampa pervenuta in redazione, a mezzo mail, dal dott. Angelo Disanto.
La tela l'Educazione della Vergine, olio su tela del XVII secolo, di cm 176 x 236, racchiusa nella cornice originaria dai motivi floreali larga 19 cm, è ora collocata nell'Episcopio di Cerignola. Il dipinto fu da me attribuito a Cesare Fracanzano (Bisceglie 16 ottobre 1605 - Barletta 1652 ca), come riportato per la prima volta nel mio libro Cerignola sacra (2008) alla pag. 224, a corredo di una fotografia dell'opera da me scattata.
L'immagine è quasi identica alla tela Educazione della Vergine dipinta dallo stesso Cesare Fracanzano nel 1627 per i padri dell'ordine dei Teatini di Barletta, esposta nel palazzo della Curia Arcivescovile a Barletta.
La tela di Cerignola, raffigurante Maria bambina tra sant'Anna e san Gioacchino, era collocata sull'altare ligneo della chiesa campestre di Sant'Anna, sita nella contrada Pozzo Terraneo nel vasto agro a sud-sud-ovest di Cerignola, raggiungibile seguendo la strada comunale Torretta-Pavoni, a 9 km dalla città.
Non possediamo informazioni sulla committenza laica o ecclesiale e sull'originaria ubicazione del dipinto. Per le grandi dimensioni e per il fatto che la chiesetta fu edificata in epoca posteriore, la tela potrebbe provenire da una chiesa cittadina, quale per esempio l'antica chiesa di "S. Maria fuori le mura, e di S. Anna", nucleo originario dell'attuale chiesa del Carmine.
Essendo rovinata a causa dell'umidità, la tela fu restaurata nel 2006 da Cosimo Cilli di Barletta, per incarico della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, e in seguito esposta in Episcopio a Cerignola nella sala intitolata al Fracanzano. L'aver recuperato una pregevole opera d'arte significa possedere il passato, per donare al presente il significato artistico e culturale del bene.
Il tema iconografico in oggetto, quasi assente nell'arte medievale, affrontato nel Rinascimento e in modo particolare nella cultura barocca, è legato non ai vangeli canonici, ma ai vangeli apocrifi, quali ad esempio il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo dello Pseudo Matteo, che trattano dell'infanzia di Maria trascorsa nella casa dei suoi genitori Anna e Gioacchino.
La tela sottolinea l'atmosfera familiare della casa di sant'Anna e san Gioacchino, resa con il monocromatismo del fondo di colore marrone bruno, che fa risaltare i volumi plastici dei personaggi. Le luci hanno un ruolo fondamentale. La finestra a destra sullo sfondo accresce la spazialità e simboleggia il trascorrere del tempo. Da essa si vede la sommità di un albero, che nell'iconografia cristiana è simbolo del fiorire della vita ad opera di Dio. Infatti Maria fu pensata come albero della vita benedetto dallo Spirito Santo, perché da essa fu generato il Redentore.
La tela è pensata secondo due diagonali, che trovano il punto di incontro nella fanciulla Maria, raffigurata come la Vergine dell'ascolto, con il volto della purezza e con le braccia incrociate sul petto in atteggiamento di profonda attenzione. Ella indossa un mantello blu cinereo su una veste bianca, dalla quale fuoriescono i piedi nudi. Sant'Anna, seduta, non ha il volto rugoso di una vecchia; indossa una veste verde cinabro con sopra un manto color senape; sulla testa un velo verdognolo.
L'artista prof. Salvatore Delvecchio, nell'articolo La tela di S. Anna a Pozzoterraneo in "La Cicogna", anno III, n. 16, 20 aprile 1981, così scriveva della tela: «Prevale una coloritura marroncina bruna e la presenza di bianchi, qua e là guastata da celesti asprigni. Unica nota brutta l'articolazione del volto di S. Anna (in sé il più bello) perché, simile ad una maschera, sembra sovrapposto alla tela».
Sant'Anna è raffigurata nell'atto di educare la figlia alla lettura dei passi dell'Antico Testamento. san Gioacchino, con un abito blu cinereo denso, un sontuoso manto giallognolo fortemente esaltato dal color marrone nelle pieghe, e col braccio sinistro appoggiato in posa riflessiva, segue interessato l'azione.
In alto volteggiano due angeli putti, uno a figura intera con velo celeste, l'altro a mezzo busto che regge con la mano destra una corona d'alloro, simbolo di gloria, e con la sinistra un ciuffo di foglie e fiori di ranuncoli lilla, simbolo di bellezza e malinconia.
Nella tela L'Educazione della Vergine c'è un significativo gioco di volumi e di luci. L'impianto è caratteristico dei ricchi e movimentati moduli barocchi, che grazie all'operazione di restauro può continuare anche oggi a provocare emozioni e persuadere bellezza.
Dott. Angelo Disanto
La tela l'Educazione della Vergine, olio su tela del XVII secolo, di cm 176 x 236, racchiusa nella cornice originaria dai motivi floreali larga 19 cm, è ora collocata nell'Episcopio di Cerignola. Il dipinto fu da me attribuito a Cesare Fracanzano (Bisceglie 16 ottobre 1605 - Barletta 1652 ca), come riportato per la prima volta nel mio libro Cerignola sacra (2008) alla pag. 224, a corredo di una fotografia dell'opera da me scattata.
L'immagine è quasi identica alla tela Educazione della Vergine dipinta dallo stesso Cesare Fracanzano nel 1627 per i padri dell'ordine dei Teatini di Barletta, esposta nel palazzo della Curia Arcivescovile a Barletta.
La tela di Cerignola, raffigurante Maria bambina tra sant'Anna e san Gioacchino, era collocata sull'altare ligneo della chiesa campestre di Sant'Anna, sita nella contrada Pozzo Terraneo nel vasto agro a sud-sud-ovest di Cerignola, raggiungibile seguendo la strada comunale Torretta-Pavoni, a 9 km dalla città.
Non possediamo informazioni sulla committenza laica o ecclesiale e sull'originaria ubicazione del dipinto. Per le grandi dimensioni e per il fatto che la chiesetta fu edificata in epoca posteriore, la tela potrebbe provenire da una chiesa cittadina, quale per esempio l'antica chiesa di "S. Maria fuori le mura, e di S. Anna", nucleo originario dell'attuale chiesa del Carmine.
Essendo rovinata a causa dell'umidità, la tela fu restaurata nel 2006 da Cosimo Cilli di Barletta, per incarico della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, e in seguito esposta in Episcopio a Cerignola nella sala intitolata al Fracanzano. L'aver recuperato una pregevole opera d'arte significa possedere il passato, per donare al presente il significato artistico e culturale del bene.
Il tema iconografico in oggetto, quasi assente nell'arte medievale, affrontato nel Rinascimento e in modo particolare nella cultura barocca, è legato non ai vangeli canonici, ma ai vangeli apocrifi, quali ad esempio il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo dello Pseudo Matteo, che trattano dell'infanzia di Maria trascorsa nella casa dei suoi genitori Anna e Gioacchino.
La tela sottolinea l'atmosfera familiare della casa di sant'Anna e san Gioacchino, resa con il monocromatismo del fondo di colore marrone bruno, che fa risaltare i volumi plastici dei personaggi. Le luci hanno un ruolo fondamentale. La finestra a destra sullo sfondo accresce la spazialità e simboleggia il trascorrere del tempo. Da essa si vede la sommità di un albero, che nell'iconografia cristiana è simbolo del fiorire della vita ad opera di Dio. Infatti Maria fu pensata come albero della vita benedetto dallo Spirito Santo, perché da essa fu generato il Redentore.
La tela è pensata secondo due diagonali, che trovano il punto di incontro nella fanciulla Maria, raffigurata come la Vergine dell'ascolto, con il volto della purezza e con le braccia incrociate sul petto in atteggiamento di profonda attenzione. Ella indossa un mantello blu cinereo su una veste bianca, dalla quale fuoriescono i piedi nudi. Sant'Anna, seduta, non ha il volto rugoso di una vecchia; indossa una veste verde cinabro con sopra un manto color senape; sulla testa un velo verdognolo.
L'artista prof. Salvatore Delvecchio, nell'articolo La tela di S. Anna a Pozzoterraneo in "La Cicogna", anno III, n. 16, 20 aprile 1981, così scriveva della tela: «Prevale una coloritura marroncina bruna e la presenza di bianchi, qua e là guastata da celesti asprigni. Unica nota brutta l'articolazione del volto di S. Anna (in sé il più bello) perché, simile ad una maschera, sembra sovrapposto alla tela».
Sant'Anna è raffigurata nell'atto di educare la figlia alla lettura dei passi dell'Antico Testamento. san Gioacchino, con un abito blu cinereo denso, un sontuoso manto giallognolo fortemente esaltato dal color marrone nelle pieghe, e col braccio sinistro appoggiato in posa riflessiva, segue interessato l'azione.
In alto volteggiano due angeli putti, uno a figura intera con velo celeste, l'altro a mezzo busto che regge con la mano destra una corona d'alloro, simbolo di gloria, e con la sinistra un ciuffo di foglie e fiori di ranuncoli lilla, simbolo di bellezza e malinconia.
Nella tela L'Educazione della Vergine c'è un significativo gioco di volumi e di luci. L'impianto è caratteristico dei ricchi e movimentati moduli barocchi, che grazie all'operazione di restauro può continuare anche oggi a provocare emozioni e persuadere bellezza.
Dott. Angelo Disanto