La Provincia di Foggia ultima per qualità della vita
Claudio Di Lernia: “Grandi responsabilità della classe politica che ha bisogno di persone con la testa sulle spalle e non di mestieranti”
Cerignola - giovedì 10 dicembre 2020
9.15 Comunicato Stampa
Pubblichiamo integralmente il comunicato stampa, inviato a mezzo mail alla nostra redazione, a firma di Claudio Di Lernia, coordinatore della Federazione Civica "Insieme per Cerignola".
"Il quotidiano d'Italia, insieme all'Università "La Sapienza" di Roma, ci consegnano un brutto regalo di natale.
Secondo alcuni esperti la provincia di Foggia è ultima per qualità della vita. Diversi sono i parametri presi in considerazione, non solo gli affari, il lavoro, l'ambiente ma anche i reati, la sicurezza, la salute, il tempo libero, il reddito pro capite, la ricchezza. In poche parole viviamo in una terra dove parecchi parametri sono sotto la soglia della sufficienza. I dati, mi dispiace dirlo, sono oggettivi.
Una notizia, questa, che non crea alcuna meraviglia in qualsiasi cittadino residente in Capitanata, una sorta di "nulla di nuovo", un chiaro "tutto risaputo" e, sotto questi virgolettati, un forte senso di scoraggiamento. Le responsabilità non sono solo della politica, appartengono un po' a tutti noi, al mondo dell'economia, dell'impresa, a quello dei "Custodi della verità"… i farisei, che in questo degrado ci sguazzano. "Chi risparmia spreca" dice il vecchio proverbio, si è risparmiato troppo, nell'investire sui giovani, sulla cultura e sulle infrastrutture, sì e anche risparmiato nel non creare e promuovere una nuova classe dirigente, perché, quella che c'è, è più un ceto dominante.
Basta aprire un giornale e quotidianamente leggiamo fatti di cronaca nel Mezzogiorno con un alto tasso di criminalità, che è il primo limite verso il progresso. Manca anche un programma politico che, purtroppo, non si inventa ma si vive. Tutti dovremmo metterci sotto accusa, anche gli addetti dell' informazione perché non raccontano sempre la verità, la mascherano e a volte la svendono a buon mercato.
Abbiamo un territorio ricchissimo che ci potrebbe far vivere in maniera serena ma, Secondo il Procuratore Nazionale Distrettuale Antimafia, abbiamo anche la grande impresa della mafia. Occorre affrontare il problema, discuterne, proporre soluzioni evitando di nascondere la testa sotto la terra imitando gli struzzi, per il bene dei nostri figli abbiamo l'obbligo di progredire.
Sottolineo che una delle concause che ci ha fatto scendere al 107° posto della graduatoria è la pandemia che stiamo vivendo in questo drammatico anno, in effetti la situazione sanitaria in parecchie province del Mezzogiorno è letteralmente crollata mostrando tutti i vecchi nodi al pettine che da sempre si evita di non guardare.
La mancanza di lavoro evidenzia la mancanza di volontà della classe politica di non aver mai creato opportunità lavorative, di non aver mai messo in campo seri progetti volti a dare uno scossone alla dilagante disoccupazione giovanile nella nostra provincia. Per restituire la speranza, ormai persa da tempo, occorre, di conseguenza, che la politica sia arte di una nuova classe dirigente capace di abbinare ai numeri le passioni, alle percentuali i volti, alle statistiche le persone, ai problemi le soluzioni. Se è vero che nella politica c'è anche la scienza è indiscutibilmente vero che ciò che muove la politica è la passione e l'arte, la scienza si impara l'arte no… o la sai fare oppure no. La politica ha bisogno di persone che hanno la testa sulle spalle e non di mestieranti".
"Il quotidiano d'Italia, insieme all'Università "La Sapienza" di Roma, ci consegnano un brutto regalo di natale.
Secondo alcuni esperti la provincia di Foggia è ultima per qualità della vita. Diversi sono i parametri presi in considerazione, non solo gli affari, il lavoro, l'ambiente ma anche i reati, la sicurezza, la salute, il tempo libero, il reddito pro capite, la ricchezza. In poche parole viviamo in una terra dove parecchi parametri sono sotto la soglia della sufficienza. I dati, mi dispiace dirlo, sono oggettivi.
Una notizia, questa, che non crea alcuna meraviglia in qualsiasi cittadino residente in Capitanata, una sorta di "nulla di nuovo", un chiaro "tutto risaputo" e, sotto questi virgolettati, un forte senso di scoraggiamento. Le responsabilità non sono solo della politica, appartengono un po' a tutti noi, al mondo dell'economia, dell'impresa, a quello dei "Custodi della verità"… i farisei, che in questo degrado ci sguazzano. "Chi risparmia spreca" dice il vecchio proverbio, si è risparmiato troppo, nell'investire sui giovani, sulla cultura e sulle infrastrutture, sì e anche risparmiato nel non creare e promuovere una nuova classe dirigente, perché, quella che c'è, è più un ceto dominante.
Basta aprire un giornale e quotidianamente leggiamo fatti di cronaca nel Mezzogiorno con un alto tasso di criminalità, che è il primo limite verso il progresso. Manca anche un programma politico che, purtroppo, non si inventa ma si vive. Tutti dovremmo metterci sotto accusa, anche gli addetti dell' informazione perché non raccontano sempre la verità, la mascherano e a volte la svendono a buon mercato.
Abbiamo un territorio ricchissimo che ci potrebbe far vivere in maniera serena ma, Secondo il Procuratore Nazionale Distrettuale Antimafia, abbiamo anche la grande impresa della mafia. Occorre affrontare il problema, discuterne, proporre soluzioni evitando di nascondere la testa sotto la terra imitando gli struzzi, per il bene dei nostri figli abbiamo l'obbligo di progredire.
Sottolineo che una delle concause che ci ha fatto scendere al 107° posto della graduatoria è la pandemia che stiamo vivendo in questo drammatico anno, in effetti la situazione sanitaria in parecchie province del Mezzogiorno è letteralmente crollata mostrando tutti i vecchi nodi al pettine che da sempre si evita di non guardare.
La mancanza di lavoro evidenzia la mancanza di volontà della classe politica di non aver mai creato opportunità lavorative, di non aver mai messo in campo seri progetti volti a dare uno scossone alla dilagante disoccupazione giovanile nella nostra provincia. Per restituire la speranza, ormai persa da tempo, occorre, di conseguenza, che la politica sia arte di una nuova classe dirigente capace di abbinare ai numeri le passioni, alle percentuali i volti, alle statistiche le persone, ai problemi le soluzioni. Se è vero che nella politica c'è anche la scienza è indiscutibilmente vero che ciò che muove la politica è la passione e l'arte, la scienza si impara l'arte no… o la sai fare oppure no. La politica ha bisogno di persone che hanno la testa sulle spalle e non di mestieranti".