Territorio
La nota del Comitato contro l'inceneritore nei pressi di Borgo Tressanti
le novità da Matteo Loguercio Presidente del Comitato
Cerignola - giovedì 23 luglio 2015
13.41
Il comunicato stampa del "Comitato contro l'inceneritore nei pressi di Borgo Tressanti":
Prosegue liter del procedimento amministrativo atto ad ottenere lAutorizzazione Unica per linceneritore di Borgo Tressanti propedeutica ad usufruire degli incentivi per la produzione di energia elettrica relativa alla parte di biomassa usata come combustibile.
Come puntualmente accade dal 2010, il sottoscritto Comitato informa i cittadini delle azioni compiute in contrapposizione allinfrastruttura, avversa anche dal Comune di Cerignola. Pertanto, ci sentiamo portatori di interessi di unintera comunità , manifestamente contraria sin dalla nascita del progetto.
Come comunicato nellultima nota stampa, il 16 giugno scorso si è svolta la 2° Conferenza di Servizi per LAU sopra citata, nella quale eravamo presenti (come nella prima) come uditori. Questa volta non è stato facile rimanere in silenzio mentre le poche rappresentanze degli Enti/Amministrazioni e la nutrita delegazione Marcegaglia fornivano il proprio parere. Scriviamo soltanto ora la presente nota informativa solo perché il verbale della CdS ci è stato inviato dopo oltre 30giorni dalla richiesta. Oggi stesso è stata inviata una nostra analisi allUfficio Energia e Reti Energetiche (autorità competente) di cui appresso forniamo un sunto.
Diciamo subito che dalla prima richiesta di AU fatta da ETA-Marcegaglia nel 14 luglio 2014 nella breve descrizione dellimpianto riportata nelloggetto, non cè traccia né della combustione di CDR (80-100%) né del lusinghiero termine termovalorizzatore, ma impianto da fonti rinnovabili di tipo biomasse. In fondo a questo comunicato spiegherò perché sia potuta accadere questa magìa.
Il Comando Provinciale dei VV FF approva il progetto ma a quanto pare non richiede documentazione inerente il rischio di incidenti rilevanti contemplato allart 5 del dlgs 334/1999 che riguarda anche questo tipo di impianti.
LAutorità di Bacino fa unanalisi dei rischi legati alla pericolosità idraulica dellarea interessata, e pur in presenza di un progetto di rimedio di tali rischi redatto dalla proponente (ETA), lAdB non è del tutto soddisfatta e non rilascia ancora parere definitivo.
Il Comune di Cerignola, attraverso ling. Custode Amato, inviava la propria contrarietà allimpianto, così come avviene ufficialmente ormai dal 2007. Noi abbiamo rimarcato il peso di questa decisione nellambito del computo finale al rilascio dellautorizzazione in questione.
Il Comando Militare Esercito Puglia, rende noto che la zona interessata non è completamente bonificata da residui bellici. Per cui, indica alla proponente di fare istanza per eliminare completamente il rischio con la bonifica degli ordigni bellici. Poi, non si capisce perché, rilascia parere favorevole senza condizioni.
Snam Rete Gas rileva che larea dellimpianto interferisce con i propri metanodotti ed intima la proponente di presentare dettagliata documentazione per valutare laccesso alle proprie condutture, lasciando il parere in sospeso.
La Soprintendenza Paesaggistica regionale conferma che non essendo stata mai coinvolta nel procedimento VIA del 2009, né ebbe la documentazione del progetto, mentre limpianto è già stato costruito, ritiene che al momento non vi siano gli elementi per fornire nessun tipo di parere. La Soprintendenza precisa che il documento del 2005 in possesso del Comune di Manfredonia in cui la stessa Soprintendenza emette un parere sul collegamento aereo dei cavi dellalta tensione è soltanto una comunicazione di assenza di vincoli monumentali e rimanda al Comune di Manfredonia laccertamento di vincoli paesaggistici al fine del nulla osta necessario. In ogni caso, prima del 2007 linfrastruttura era diversa, poiché la sua potenza termica rimaneva sotto i 50MW e non era sottoposto a VIA ed AIA. Dopo è stato predisposto uno Studio di impatto ambientale, aumentata la potenza 61,9MWt, inoltrate le richieste delle autorizzazioni appena citate.
Il Servizio Ciclo dei Rifiuti e Bonifica ribadisce che non vi è competenza diretta in quanto il CDR esula dalla normativa sui rifiuti. Abbiamo precisato che il CDR di qualità normale, previsto quale combustibile per linceneritore, è una particolare tipologia di CSS ed è classificato come rifiuto speciale dallart. 183 co. 1 lettera cc) del dlgs 152/2006, esortando a rivedere quella posizione.
Il Comune di Manfredonia fa una sintesi delliter procedimentale occorso allimpianto partendo dallAccordo di programma per il cambio di destinazione duso dellarea interessata, da agricola ad industriale. Come già detto sopra, si trattava di impianto diverso da quello attuale, così come riconosce la stessa ETA quando afferma nelle controdeduzioni al parere espresso dalla società Nanodiagnostics (consulenza fatta per il Comune di Cerignola) che trattasi di progetto del tutto differente.
Il Servizio Risorse Idriche regionale non rileva incompatibilità col Piano Tutela delle Acque regionale. Una posizione difficile da comprendere, dal momento che larea è a conclamata scarsità idrica e perfino in alcune particelle allinterno del perimetro del progetto è sospeso lemungimento di acqua dal sottosuolo
Su 38 Enti/Amministrazioni coinvolte, soltanto una decina rispondono della propria competenza ed ancor meno si presentano alle CdS.
In tutti i casi citati nellesposizione appena fatta ed in altri punti, abbiamo preparato ed inviato allUfficio competente una nostra analisi mostrando le incongruenze rilevate, in particolare si è sottolineata limportanza del parere delle Soprintendenze Paesaggistica e Archeologica, insieme allAutorità di Bacino, determinanti al rilascio dellAutorizzazione chiesta, le quali non sono state coinvolte nella VIA rilasciata nel 2009.
Ora ritorniamo ai motivi per cui la descrizione dellimpianto cambia e diventa di tipo biomassa.
Partiamo dalla produzione del CDR, il quale viene ottenuto dal residuo a valle della raccolta differenziata. Il residuo, che nel caso di Cerignola, con percentuali di RD al di sotto del 10%, rappresenta il 90% dei rifiuti urbani, viene trattato in due modi: per bioessiccazione o per trattamento meccanico/biologico. Nel primo caso si hanno delle perdite di almeno il 20% in peso che riguarda principalmente la parte biodegradabile dei rifiuti indifferenziati, che si trasforma in vapori e percolato; nel secondo caso la parte umida viene separata dal secco da cui si trae il CDR.
Come potete notare, la quota biomassa (legno, carta, residui vegetali e animali) è molto bassa se non totalmente assente.
Eppure, l'abracadabra mutante si ottiene con il D.M. 6 luglio 2012 concernente la incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici, viene riconosciuta una parte incentivabile forfettaria del 51% dellenergia elettrica prodotta da CDR (CSS) quale fonte rinnovabile classificata come biomassa.
E pensare che con la legge Finanziara del 2007 (L. 296/2006) il CDR e il CDR-Q (qualità elevata),
si cancellavano gli incentivi a questi tipi di combustibili.
Tutte le norme prevedono la riduzione dei rifiuti, il riuso dei materiali e il riciclo come punti da soddisfare prioritariamente. Addirittura nella anzidetta legge Finanziaria, al comma 1109 dellart 1, nella gestione dei rifiuti si parlava in maniera velleitaria di prospettiva di rendere concretamente realizzabile l'obiettivo "Rifiuti zero".
Se pensate che tali logiche siano realizzate da menti mediocri, siete sulla strada sbagliata. Lintento principale è quello di proteggere interessi di parte, di cui gli autori stessi ne sono beneficiari.
Matteo Loguercio
Presidente del Comitato
Prosegue liter del procedimento amministrativo atto ad ottenere lAutorizzazione Unica per linceneritore di Borgo Tressanti propedeutica ad usufruire degli incentivi per la produzione di energia elettrica relativa alla parte di biomassa usata come combustibile.
Come puntualmente accade dal 2010, il sottoscritto Comitato informa i cittadini delle azioni compiute in contrapposizione allinfrastruttura, avversa anche dal Comune di Cerignola. Pertanto, ci sentiamo portatori di interessi di unintera comunità , manifestamente contraria sin dalla nascita del progetto.
Come comunicato nellultima nota stampa, il 16 giugno scorso si è svolta la 2° Conferenza di Servizi per LAU sopra citata, nella quale eravamo presenti (come nella prima) come uditori. Questa volta non è stato facile rimanere in silenzio mentre le poche rappresentanze degli Enti/Amministrazioni e la nutrita delegazione Marcegaglia fornivano il proprio parere. Scriviamo soltanto ora la presente nota informativa solo perché il verbale della CdS ci è stato inviato dopo oltre 30giorni dalla richiesta. Oggi stesso è stata inviata una nostra analisi allUfficio Energia e Reti Energetiche (autorità competente) di cui appresso forniamo un sunto.
Diciamo subito che dalla prima richiesta di AU fatta da ETA-Marcegaglia nel 14 luglio 2014 nella breve descrizione dellimpianto riportata nelloggetto, non cè traccia né della combustione di CDR (80-100%) né del lusinghiero termine termovalorizzatore, ma impianto da fonti rinnovabili di tipo biomasse. In fondo a questo comunicato spiegherò perché sia potuta accadere questa magìa.
Il Comando Provinciale dei VV FF approva il progetto ma a quanto pare non richiede documentazione inerente il rischio di incidenti rilevanti contemplato allart 5 del dlgs 334/1999 che riguarda anche questo tipo di impianti.
LAutorità di Bacino fa unanalisi dei rischi legati alla pericolosità idraulica dellarea interessata, e pur in presenza di un progetto di rimedio di tali rischi redatto dalla proponente (ETA), lAdB non è del tutto soddisfatta e non rilascia ancora parere definitivo.
Il Comune di Cerignola, attraverso ling. Custode Amato, inviava la propria contrarietà allimpianto, così come avviene ufficialmente ormai dal 2007. Noi abbiamo rimarcato il peso di questa decisione nellambito del computo finale al rilascio dellautorizzazione in questione.
Il Comando Militare Esercito Puglia, rende noto che la zona interessata non è completamente bonificata da residui bellici. Per cui, indica alla proponente di fare istanza per eliminare completamente il rischio con la bonifica degli ordigni bellici. Poi, non si capisce perché, rilascia parere favorevole senza condizioni.
Snam Rete Gas rileva che larea dellimpianto interferisce con i propri metanodotti ed intima la proponente di presentare dettagliata documentazione per valutare laccesso alle proprie condutture, lasciando il parere in sospeso.
La Soprintendenza Paesaggistica regionale conferma che non essendo stata mai coinvolta nel procedimento VIA del 2009, né ebbe la documentazione del progetto, mentre limpianto è già stato costruito, ritiene che al momento non vi siano gli elementi per fornire nessun tipo di parere. La Soprintendenza precisa che il documento del 2005 in possesso del Comune di Manfredonia in cui la stessa Soprintendenza emette un parere sul collegamento aereo dei cavi dellalta tensione è soltanto una comunicazione di assenza di vincoli monumentali e rimanda al Comune di Manfredonia laccertamento di vincoli paesaggistici al fine del nulla osta necessario. In ogni caso, prima del 2007 linfrastruttura era diversa, poiché la sua potenza termica rimaneva sotto i 50MW e non era sottoposto a VIA ed AIA. Dopo è stato predisposto uno Studio di impatto ambientale, aumentata la potenza 61,9MWt, inoltrate le richieste delle autorizzazioni appena citate.
Il Servizio Ciclo dei Rifiuti e Bonifica ribadisce che non vi è competenza diretta in quanto il CDR esula dalla normativa sui rifiuti. Abbiamo precisato che il CDR di qualità normale, previsto quale combustibile per linceneritore, è una particolare tipologia di CSS ed è classificato come rifiuto speciale dallart. 183 co. 1 lettera cc) del dlgs 152/2006, esortando a rivedere quella posizione.
Il Comune di Manfredonia fa una sintesi delliter procedimentale occorso allimpianto partendo dallAccordo di programma per il cambio di destinazione duso dellarea interessata, da agricola ad industriale. Come già detto sopra, si trattava di impianto diverso da quello attuale, così come riconosce la stessa ETA quando afferma nelle controdeduzioni al parere espresso dalla società Nanodiagnostics (consulenza fatta per il Comune di Cerignola) che trattasi di progetto del tutto differente.
Il Servizio Risorse Idriche regionale non rileva incompatibilità col Piano Tutela delle Acque regionale. Una posizione difficile da comprendere, dal momento che larea è a conclamata scarsità idrica e perfino in alcune particelle allinterno del perimetro del progetto è sospeso lemungimento di acqua dal sottosuolo
Su 38 Enti/Amministrazioni coinvolte, soltanto una decina rispondono della propria competenza ed ancor meno si presentano alle CdS.
In tutti i casi citati nellesposizione appena fatta ed in altri punti, abbiamo preparato ed inviato allUfficio competente una nostra analisi mostrando le incongruenze rilevate, in particolare si è sottolineata limportanza del parere delle Soprintendenze Paesaggistica e Archeologica, insieme allAutorità di Bacino, determinanti al rilascio dellAutorizzazione chiesta, le quali non sono state coinvolte nella VIA rilasciata nel 2009.
Ora ritorniamo ai motivi per cui la descrizione dellimpianto cambia e diventa di tipo biomassa.
Partiamo dalla produzione del CDR, il quale viene ottenuto dal residuo a valle della raccolta differenziata. Il residuo, che nel caso di Cerignola, con percentuali di RD al di sotto del 10%, rappresenta il 90% dei rifiuti urbani, viene trattato in due modi: per bioessiccazione o per trattamento meccanico/biologico. Nel primo caso si hanno delle perdite di almeno il 20% in peso che riguarda principalmente la parte biodegradabile dei rifiuti indifferenziati, che si trasforma in vapori e percolato; nel secondo caso la parte umida viene separata dal secco da cui si trae il CDR.
Come potete notare, la quota biomassa (legno, carta, residui vegetali e animali) è molto bassa se non totalmente assente.
Eppure, l'abracadabra mutante si ottiene con il D.M. 6 luglio 2012 concernente la incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici, viene riconosciuta una parte incentivabile forfettaria del 51% dellenergia elettrica prodotta da CDR (CSS) quale fonte rinnovabile classificata come biomassa.
E pensare che con la legge Finanziara del 2007 (L. 296/2006) il CDR e il CDR-Q (qualità elevata),
si cancellavano gli incentivi a questi tipi di combustibili.
Tutte le norme prevedono la riduzione dei rifiuti, il riuso dei materiali e il riciclo come punti da soddisfare prioritariamente. Addirittura nella anzidetta legge Finanziaria, al comma 1109 dellart 1, nella gestione dei rifiuti si parlava in maniera velleitaria di prospettiva di rendere concretamente realizzabile l'obiettivo "Rifiuti zero".
Se pensate che tali logiche siano realizzate da menti mediocri, siete sulla strada sbagliata. Lintento principale è quello di proteggere interessi di parte, di cui gli autori stessi ne sono beneficiari.
Matteo Loguercio
Presidente del Comitato