La Lega Puglia si spacca, in 108 scrivono a Salvini «Altieri candidato non condiviso»
Gli esponenti del Carroccio Pugliese hanno firmato una lettera indirizzata al leader Matteo Salvini. Il totale dissenso sul nome di Nuccio Altieri
Puglia - mercoledì 27 maggio 2020
12.35
Enorme frattura all'interno della Lega Puglia, spaccatura totale sul nome Nuccio Altieri quale candidato alla presidenza della Regione individuato dal direttivo del Carroccio locale. 108 esponenti leghisti del territorio che hanno firmato una lettera indirizzata al leader Matteo Salvini per espirmere il totale dissenso su una scelta, quella del presidente di Invimit, considerata unilaterale. Fra i firmatari anche l'ex segretario provinciale Lega Bari Enrico Balducci e Michele Picaro, attuale capogruppo leghista nel Consiglio comunale di Bari; insieme a loro consiglieri ed esponenti del partito da tutte le sei province pugliesi.
«Da ormai un anno l'intera originaria classe dirigente del partito sul territorio regionale, fatta di amministratori e militanti di "Noi con Salvini" prima e della Lega-Salvini premier poi, è stata del tutto estromessa dalla vita politica interna, al punto che i massimi organi collegiali del partito risultano non rappresentativi della reale consistenza sul territorio - si legge nella letter - Ma, ancor più di questo, duole constatare come si sia del tutto interrotta ogni attività finalizzata alla formazione interna, alla riflessione ed al coinvolgimento pubblico sui temi fondanti l'identità politica della Lega, in altre parole alla costruzione di una classe dirigente credibile, preparata ed autorevole. Parimenti, risultano raffreddati o irrimediabilmente perduti i rapporti precedentemente costruiti ed il coinvolgimento con realtà rappresentative dei corpi intermedi, dalle categorie produttive a quelle professionali, dalle famiglie alle confessioni religiose. Ciò che è accaduto in questi mesi è stato esclusivamente la sostituzione di fatto del gruppo dirigente con gruppi dirigenti di altre esperienze politiche, logori e poco spendibili».
Nella missiva inoltrata al premier i "dissidenti" scrivono: «In questo anno, abbiamo condiviso queste preoccupazioni e sollecitazioni in tutte le sedi interne , confidando in una inversione di tendenza che, però, al momento non è giunta. La mancanza di proficua presenza politica della Lega in Puglia, tuttavia, emerge con innegabile evidenza nella vicenda delle imminenti elezioni regionali. Dopo il grande successo ottenuto alle elezioni europee del 2019, la Lega era nelle condizioni politiche di determinare un successo storico del centrodestra in Puglia anche rivendicando un proprio candidato presidente. Avremmo potuto "costruire" una candidatura a Presidente alla quale non solo gli alleati non avrebbero potuto opporre alcunché ma, soprattutto, che avesse possibilità concrete di vittoria. Tutto questo, però, non è stato fatto e, solo in questi giorni, quelli in cui cioè si sarebbero svolte le elezioni regionali se non vi fosse stata l'emergenza Covid-19, è stato indicato un candidato presidente della Lega. Indicazione assolutamente priva del necessario riconoscimento sia all'interno dello stesso partito, che all'esterno perché, come globalmente riconosciuto, priva di consenso e radicamento territoriale. Insomma, l'impressione data all'esterno (stampa, social, alleati, elettori) è quella della indicazione di un nome purchessia che, però, anche per i modi e i tempi con cui è stato indicato, non avrà mai il consenso della coalizione e rischia solo di spaccarla».
Il documento inoltrato a Salvini conclude con queste parole «La Lega in Puglia annovera persone capaci, radicate ed in grado di intercettare consenso anche ulteriori rispetto a quello proprio; così come nella società civile sono presenti accademici, imprenditori, figure di rilievo con sensibilità vicina a quella della Lega. A queste possibilità bisognava guardare, per tempo e costruendo un percorso virtuoso; questo, però non è stato fatto e le ultime iniziative rischiano di avere il solo di fine di favorire Emiliano e la sinistra. Per questo, ti chiediamo di intervenire nel modo più celere possibile per assumere, nell'esclusivo interesse del partito, ogni più opportuna iniziativa che restituisca compattezza e slancio alla sua azione politica, a cominciare da scelte urgenti che restituiscano ai pugliesi il buon governo del centrodestra dopo 15 anni di sinistra».
«Da ormai un anno l'intera originaria classe dirigente del partito sul territorio regionale, fatta di amministratori e militanti di "Noi con Salvini" prima e della Lega-Salvini premier poi, è stata del tutto estromessa dalla vita politica interna, al punto che i massimi organi collegiali del partito risultano non rappresentativi della reale consistenza sul territorio - si legge nella letter - Ma, ancor più di questo, duole constatare come si sia del tutto interrotta ogni attività finalizzata alla formazione interna, alla riflessione ed al coinvolgimento pubblico sui temi fondanti l'identità politica della Lega, in altre parole alla costruzione di una classe dirigente credibile, preparata ed autorevole. Parimenti, risultano raffreddati o irrimediabilmente perduti i rapporti precedentemente costruiti ed il coinvolgimento con realtà rappresentative dei corpi intermedi, dalle categorie produttive a quelle professionali, dalle famiglie alle confessioni religiose. Ciò che è accaduto in questi mesi è stato esclusivamente la sostituzione di fatto del gruppo dirigente con gruppi dirigenti di altre esperienze politiche, logori e poco spendibili».
Nella missiva inoltrata al premier i "dissidenti" scrivono: «In questo anno, abbiamo condiviso queste preoccupazioni e sollecitazioni in tutte le sedi interne , confidando in una inversione di tendenza che, però, al momento non è giunta. La mancanza di proficua presenza politica della Lega in Puglia, tuttavia, emerge con innegabile evidenza nella vicenda delle imminenti elezioni regionali. Dopo il grande successo ottenuto alle elezioni europee del 2019, la Lega era nelle condizioni politiche di determinare un successo storico del centrodestra in Puglia anche rivendicando un proprio candidato presidente. Avremmo potuto "costruire" una candidatura a Presidente alla quale non solo gli alleati non avrebbero potuto opporre alcunché ma, soprattutto, che avesse possibilità concrete di vittoria. Tutto questo, però, non è stato fatto e, solo in questi giorni, quelli in cui cioè si sarebbero svolte le elezioni regionali se non vi fosse stata l'emergenza Covid-19, è stato indicato un candidato presidente della Lega. Indicazione assolutamente priva del necessario riconoscimento sia all'interno dello stesso partito, che all'esterno perché, come globalmente riconosciuto, priva di consenso e radicamento territoriale. Insomma, l'impressione data all'esterno (stampa, social, alleati, elettori) è quella della indicazione di un nome purchessia che, però, anche per i modi e i tempi con cui è stato indicato, non avrà mai il consenso della coalizione e rischia solo di spaccarla».
Il documento inoltrato a Salvini conclude con queste parole «La Lega in Puglia annovera persone capaci, radicate ed in grado di intercettare consenso anche ulteriori rispetto a quello proprio; così come nella società civile sono presenti accademici, imprenditori, figure di rilievo con sensibilità vicina a quella della Lega. A queste possibilità bisognava guardare, per tempo e costruendo un percorso virtuoso; questo, però non è stato fatto e le ultime iniziative rischiano di avere il solo di fine di favorire Emiliano e la sinistra. Per questo, ti chiediamo di intervenire nel modo più celere possibile per assumere, nell'esclusivo interesse del partito, ogni più opportuna iniziativa che restituisca compattezza e slancio alla sua azione politica, a cominciare da scelte urgenti che restituiscano ai pugliesi il buon governo del centrodestra dopo 15 anni di sinistra».