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Territorio
L’associazione Airone di Stornarella dopo anni di battaglie è ferma: “Nessuno si lamenta per l’ambiente e la salute”
Marialucia Tummolo, una delle socie, manifesta la sua delusione: “Siamo rimasti in pochi”
5 Reali Siti - giovedì 13 febbraio 2025
14.40
La Capitanata e i Cinque Reali Siti sono al centro dell'attenzione mediatica a causa di alcune autorevoli dichiarazioni che hanno definito questa zona della Puglia "la nuova Terra dei Fuochi".
Le associazioni ambientaliste che hanno sempre portato avanti battaglie in tal senso nel territorio purtroppo si contano sulle dita di una mano.
A Stornarella, da circa 11 anni, è presente l'associazione "Airone", che sino a qualche tempo fa è riuscita a tenere alta l'attenzione sulla questione dei roghi tossici e dell'inquinamento ambientale.
Abbiamo chiesto a Marialucia Tummolo, una delle socie più attive, di spiegarci come stanno le cose attualmente, e se è possibile (e anche auspicabile) la costruzione di una rete tra associazioni del territorio per monitorare la situazione e sollecitare interventi tempestivi per scongiurare il peggio.
"In seguito alla pubblicazione di un mio post su Facebook nel quale parlavo dei roghi nei terreni agricoli in un periodo di intensa attività- ricorda la signora Tummolo- una sera la piazza fu disertata in un batter d'occhio a causa dell'aria irrespirabile, e alcuni compaesani mi hanno contattato. La prima azione concertata insieme è stata una petizione popolare per ottenere dall'ARPA le centraline elettroniche in grado di misurare il livello di inquinamento provocato dai roghi, il controllo del terreno e delle acque. La messa in sicurezza (non bonifica) della nostra ex discarica, situata a monte di alcuni pozzi, metteva in serio rischio le acque. Inoltre, per la misurazione dei campi elettromagnetici, sono state installate alcune antenne a pochissimi metri dalla scuola primaria".
Dopo aver raccolto un bel po' di firme, l'associazione ha contattato (e quindi allertato) le autorità competenti: ASL, NOE, e tutti i Sindaci di allora, sia dei Cinque Reali Siti, che quello di Cerignola. Nessuno, però, ha preso in considerazione la questione, pur essendoci tutti i presupposti per allarmarsi.
"Dall'ARPA- prosegue Marialucia- siamo riusciti ad ottenere solo le centraline per la misurazione odorifera dalla quale, nonostante fosse il periodo di roghi intensi e frequenti, risultò tutto nella norma. Il Sindaco fece controllare le acque dei pozzi a valle dell'ex discarica da un geologo suo forte sostenitore, ma anche quella volta i valori delle acque si trovarono nella norma.
Decidemmo allora di effettuare noi un prelievo delle acque e farle analizzare da un laboratorio fuori regione, a nostre spese. Optammo per un laboratorio nei pressi di Potenza. La dottoressa che lo gestiva, spaventata perché anni prima era stata minacciata, si rifiutò di svolgere le analisi"
L'attività associativa dell'Airone si è svolta a 360° nell'ambito dell'ambiente, prendendo in considerazione anche le segnalazioni delle persone che abitavano in campagna e riferivano di sversamenti illeciti nei pressi delle loro abitazioni rurali.
"Abbiamo sollevato la questione dei fanghi spacciati per concime da parte dell'Acquedotto Pugliese, che pagava gli agricoltori per smaltirli nei loro terreni, disattendendo tutte le norme: fanghi fuori territorio, non controllati, camion sprovvisti di bollette di accompagnamento o con una sola bolletta per più camion. Queste cose le abbiamo seguite e inseguite, letteralmente parlando, chiamando i Carabinieri, che però non hanno risolto nulla. A tale proposito, abbiamo fatto talmente chiasso con l'informazione, che molti agricoltori hanno disdetto il contratto con l'Acquedotto, impedendo così lo sversamento in un centinaio di ettari. Per questo ci siamo guadagnati aggressioni verbali e inimicizie da parte di chi non ha voluto rinunciare".
L'Associazione Airone di Stornarella è stata promotrice di eventi e convegni sul tema dell'ambiente.
"Abbiamo ospitato Rossano Ercolini, esperto di raccolta differenziata, per un interessante convegno sull'argomento. Abbiamo organizzato un convegno sui roghi e sversamenti con il Presidente di Legambiente di Foggia, Tonino Soldo, con rappresentanti di categoria e agronomi, e con Antonio Moccia (giovane scrittore del Napoletano, che aveva appena scritto e pubblicato un libro sulla Terra dei Fuochi e conduceva indagini nel Foggiano. Lo scrittore, per libera scelta "imposta", ha poi cambiato l'oggetto dei suoi scritti in quanto minacciato.
Abbiamo tenuto l'ultimo convegno sui roghi nel 2019. Erano presenti un medico, un chimico, un agronomo eccezionale (Roberto Carchia, persona colta, intelligente, competente, che mise in difficoltà i rappresentanti di categoria allineati con la politica di Stato)".
Tra un evento e l'altro, l'associazione non si è mai fermata, proseguendo con l'attività di segnalazioni ufficiali e non di sversamenti illeciti e traffici notturni nel territorio.
"All'inizio eravamo un gruppo folto- sottolinea Tummolo- poi quando si sono accorti che facevamo sul serio e quindi inevitabilmente il peso delle responsabilità veniva fuori, siamo rimasti quattro gatti. La delusione non è tanto arrivata dalle autorità competenti, lo avevamo messo in conto che non era facile, quanto dai compaesani stessi. Tutti ci hanno sostenuto sino a quando non si sono accorti che per cambiare le cose bisogna prima iniziare da se stessi, avere coraggio, rendersi indipendenti da eventuali ammiccamenti e interessi vari. Adesso nessuno più si lamenta per le questioni ambientali e la salute dei propri figli. Va tutto bene. Noi siamo stanchi, e a parte qualche post lasciato sui social, non abbiamo più organizzato niente".
Le associazioni ambientaliste che hanno sempre portato avanti battaglie in tal senso nel territorio purtroppo si contano sulle dita di una mano.
A Stornarella, da circa 11 anni, è presente l'associazione "Airone", che sino a qualche tempo fa è riuscita a tenere alta l'attenzione sulla questione dei roghi tossici e dell'inquinamento ambientale.
Abbiamo chiesto a Marialucia Tummolo, una delle socie più attive, di spiegarci come stanno le cose attualmente, e se è possibile (e anche auspicabile) la costruzione di una rete tra associazioni del territorio per monitorare la situazione e sollecitare interventi tempestivi per scongiurare il peggio.
"In seguito alla pubblicazione di un mio post su Facebook nel quale parlavo dei roghi nei terreni agricoli in un periodo di intensa attività- ricorda la signora Tummolo- una sera la piazza fu disertata in un batter d'occhio a causa dell'aria irrespirabile, e alcuni compaesani mi hanno contattato. La prima azione concertata insieme è stata una petizione popolare per ottenere dall'ARPA le centraline elettroniche in grado di misurare il livello di inquinamento provocato dai roghi, il controllo del terreno e delle acque. La messa in sicurezza (non bonifica) della nostra ex discarica, situata a monte di alcuni pozzi, metteva in serio rischio le acque. Inoltre, per la misurazione dei campi elettromagnetici, sono state installate alcune antenne a pochissimi metri dalla scuola primaria".
Dopo aver raccolto un bel po' di firme, l'associazione ha contattato (e quindi allertato) le autorità competenti: ASL, NOE, e tutti i Sindaci di allora, sia dei Cinque Reali Siti, che quello di Cerignola. Nessuno, però, ha preso in considerazione la questione, pur essendoci tutti i presupposti per allarmarsi.
"Dall'ARPA- prosegue Marialucia- siamo riusciti ad ottenere solo le centraline per la misurazione odorifera dalla quale, nonostante fosse il periodo di roghi intensi e frequenti, risultò tutto nella norma. Il Sindaco fece controllare le acque dei pozzi a valle dell'ex discarica da un geologo suo forte sostenitore, ma anche quella volta i valori delle acque si trovarono nella norma.
Decidemmo allora di effettuare noi un prelievo delle acque e farle analizzare da un laboratorio fuori regione, a nostre spese. Optammo per un laboratorio nei pressi di Potenza. La dottoressa che lo gestiva, spaventata perché anni prima era stata minacciata, si rifiutò di svolgere le analisi"
L'attività associativa dell'Airone si è svolta a 360° nell'ambito dell'ambiente, prendendo in considerazione anche le segnalazioni delle persone che abitavano in campagna e riferivano di sversamenti illeciti nei pressi delle loro abitazioni rurali.
"Abbiamo sollevato la questione dei fanghi spacciati per concime da parte dell'Acquedotto Pugliese, che pagava gli agricoltori per smaltirli nei loro terreni, disattendendo tutte le norme: fanghi fuori territorio, non controllati, camion sprovvisti di bollette di accompagnamento o con una sola bolletta per più camion. Queste cose le abbiamo seguite e inseguite, letteralmente parlando, chiamando i Carabinieri, che però non hanno risolto nulla. A tale proposito, abbiamo fatto talmente chiasso con l'informazione, che molti agricoltori hanno disdetto il contratto con l'Acquedotto, impedendo così lo sversamento in un centinaio di ettari. Per questo ci siamo guadagnati aggressioni verbali e inimicizie da parte di chi non ha voluto rinunciare".
L'Associazione Airone di Stornarella è stata promotrice di eventi e convegni sul tema dell'ambiente.
"Abbiamo ospitato Rossano Ercolini, esperto di raccolta differenziata, per un interessante convegno sull'argomento. Abbiamo organizzato un convegno sui roghi e sversamenti con il Presidente di Legambiente di Foggia, Tonino Soldo, con rappresentanti di categoria e agronomi, e con Antonio Moccia (giovane scrittore del Napoletano, che aveva appena scritto e pubblicato un libro sulla Terra dei Fuochi e conduceva indagini nel Foggiano. Lo scrittore, per libera scelta "imposta", ha poi cambiato l'oggetto dei suoi scritti in quanto minacciato.
Abbiamo tenuto l'ultimo convegno sui roghi nel 2019. Erano presenti un medico, un chimico, un agronomo eccezionale (Roberto Carchia, persona colta, intelligente, competente, che mise in difficoltà i rappresentanti di categoria allineati con la politica di Stato)".
Tra un evento e l'altro, l'associazione non si è mai fermata, proseguendo con l'attività di segnalazioni ufficiali e non di sversamenti illeciti e traffici notturni nel territorio.
"All'inizio eravamo un gruppo folto- sottolinea Tummolo- poi quando si sono accorti che facevamo sul serio e quindi inevitabilmente il peso delle responsabilità veniva fuori, siamo rimasti quattro gatti. La delusione non è tanto arrivata dalle autorità competenti, lo avevamo messo in conto che non era facile, quanto dai compaesani stessi. Tutti ci hanno sostenuto sino a quando non si sono accorti che per cambiare le cose bisogna prima iniziare da se stessi, avere coraggio, rendersi indipendenti da eventuali ammiccamenti e interessi vari. Adesso nessuno più si lamenta per le questioni ambientali e la salute dei propri figli. Va tutto bene. Noi siamo stanchi, e a parte qualche post lasciato sui social, non abbiamo più organizzato niente".