Irene Favia
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Territorio

Irene Favia, deceduta l’8 marzo, ha donato i suoi organi

Irene vivrà nei nostri ricordi, nei nostri pensieri, nel nostro cuore e nei giorni di coloro hanno avuto in dono il futuro che vivranno

Nel giorno della Giornata internazionale dei diritti della donna, tra mimose e auguri, un improvviso aneurisma cerebrale ha causato il decesso della cittadina Irene Favia, aveva solo 49 anni.

Nata a Torino da genitori originari di Capurso (BA), città nella quale ha vissuto fino all'età di 24 anni, la passione per la musica, per il canto e per l'arte porta Irene a diplomarsi al Conservatorio di Musica "Niccolò Piccinni" di Bari per poi calcare i palcoscenici nazionali.

Imprenditrice nel settore della ristorazione Irene aprì a Cerignola, in Piazza Matteotti, lo storico locale "Tai Pan", gestendolo per 12 anni, fino al 2012 quando, nella notte del 31 dicembre, non essendosi mai piegata al racket delle estorsioni di quell'epoca fu destinatario di una bomba che mandò in fumo e fuoco i sogni di una vita.

Irene era l'amica di tutti, sempre sorridente e piena di vitalità era dedita ad occuparsi dei più deboli, l'impegno sociale e la voglia di spendersi in servizi strutturati rivolti a persone che vivono un forte disagio sociale ed economico la portò ad essere membro attivo del Gruppo della Beneficenza e dell'Associazione di volontariato "SAFE".

Sono tanti i gesti di altruismo e solidarietà, tante le giornate spese per i più deboli da parte di Irene, tanti gli esempi di quella donna che sapeva sempre esprimere parole di conforto seguite da gesti concreti, ultimo quella della donazione dei propri organi, lo aveva sempre desiderato, in vita aveva sempre manifestato la voglia di regalare vita, donare serenità e speranza a coloro che, giorno dopo giorno, la perdono, regalare un sorriso a coloro che, per per gravi problemi di salute, quel sorriso lo hanno perso.

Nella giornata di ieri il sogno di Irene si è realizzato.

Le sono state asportate le cornee e conservate alla Banca dati di Mestre pronte per essere assegnate, le sono stati asportati i reni per salvare due persone di Bari, le è stato diviso il fegato per trapiantarlo e salvare un bambino di Milano ed uno di Roma.

Un gesto d'amore che dona una nuova opportunità di vita ad un altro essere umano, un gesto dettato da affetto profondo, dal rispetto per la vita. Negli occhi dei futuri assegnatari lo sguardo dolce e sereno di Irene, nella vita dei due baresi il quotidiano ringraziamento ad Irene, nella vita dei due bambini di Milano e Roma il perenne ricordo di colei che ha desiderato ardentemente donare vita.

Irene vivrà nei nostri ricordi, nei nostri pensieri, nel nostro cuore e nei giorni di coloro hanno avuto in dono il futuro che vivranno.
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