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Territorio

Inchiesta: Il fenomeno del bullismo a Cerignola – Parte 4

Gli aspetti legali e giudiziari del fenomeno analizzati con l'aiuto dell'Avv. Giovanni Quarticelli

Il quarto e ultimo articolo dell'inchiesta sul bullismo riguarda l'ambito legale e giudiziario, con particolare riferimento alla nostra realtà.
Per affrontare un argomento così delicato, abbiamo chiesto aiuto all'Avv. Giovanni Quarticelli, che in passato si è occupato di casi inerenti questo tema.

Prima di tutto, va precisato che non esiste attualmente una fattispecie autonoma di reato per il bullismo; tuttavia, gli atti di bullismo possono configurare diversi reati penali, come: percosse o lesioni, offese (ingiuria o diffamazione), minacce, danni alle cose, molestie o disturbo alle persone. Spesso, l'atto di bullismo viola sia la legge penale che quella civile, il che può dar luogo a due processi diversi (penale e civile). Per quanto riguarda le responsabilità del bullo minorenne, va detto che non vanno ricercate solo nell'adolescente (fra i 14 e i 18 anni) capace di intendere e di volere, ma anche nei genitori (culpa in educando) e, nel caso di atti avvenuti a scuola, negli insegnanti (culpa in vigilando) e nell'organizzazione scuola (culpa in organizzando). Le tipologie di danno risarcibili dal processo civile sono il danno morale, il danno biologico e quello esistenziale. Il processo penale può portare a reclusione, pena pecuniaria o altre sanzioni, come attività socialmente utili.

Fatta questa premessa che, per ovvi motivi, non può essere del tutto esaustiva (il fine dell'inchiesta è fare un quadro del fenomeno a Cerignola), analizziamo la situazione locale con l'Avv. Quarticelli:

"Il fenomeno del bullismo a Cerignola ha una grande rilevanza a livello sociale, ma scarsa a livello giudiziario. Questo perché i casi effettivi sono tanti, ma quelli denunciati (a un organo di polizia o all'autorità giudiziaria) sono pochissimi. A causa di retaggi culturali medioevali, si tende a risolvere certe situazioni "all'interno": spesso gli adolescenti che compiono atti di bullismo sono figli di persone con precedenti penali, che hanno le spalle coperte. E' difficile pensare che gente di questo tipo possa temere denunce nella omertosa Cerignola. In altri casi, si cerca di trovare una risoluzione, un "accordo" interno, senza far trapelare all'esterno determinate notizie. Probabilmente, con una definizione legislativa più puntuale e un inasprimento delle pene, si potrebbe prevenire di più o comunque contenere il fenomeno.
Va sottolineato, peraltro, che non è possibile affrontare il tema del bullismo, nel nostro territorio, allo stesso modo in cui viene affrontato in un'altra realtà italiana, magari del nord, dove non c'è la stessa omertà e le denunce sono più frequenti.
Trattasi, ad ogni modo, di un fenomeno assolutamente criminale, che a volte porta a conseguenze gravissime: non sono isolati, nella provincia di Foggia, casi di ragazzi che sono arrivati a togliersi la vita dopo aver subito atti di bullismo, casi che ovviamente non erano stati denunciati.
A volte, invece, quello che può sembrare bullismo a tutti gli effetti viene configurato dai giudici in un altro modo: c'è stato il caso di un ragazzino che ha subito continui e abituali furti, di diversa entità, da parte di bulli adolescenti, e successivamente il caso è stato considerato dal giudice come un reato di rapina e non bullismo."

Con oggi chiudiamo la nostra inchiesta su questo delicato tema. Come già precisato, il fine della stessa era sensibilizzare e fare informazione su un argomento per cui, purtroppo, le bocche rimangono troppo spesso cucite. Speriamo di aver fatto del nostro meglio; intanto, ringraziamo nuovamente le persone che, a vario titolo, hanno contribuito alla riuscita dell'inchiesta.
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