Territorio
In un dipinto del pittore svizzero Louis Ducros un documento storico di Cerignola
L’opera raffigura una processione che si snoda intorno alla cittadina
Cerignola - venerdì 6 settembre 2024
9.16
PROCESSIE IN DE OMGEVING VAN CERIGNOLA. Tra gli acquerelli del pittore svizzero Louis Ducros, che il Rijksmuseum di Amsterdam ha reso di pubblico dominio, figura quello dedicato a Cerignola che mostra una processione che si snoda attorno alla cittadina.
Ducros, durante il Grand Tour in Puglia dal 10 aprile al 12 agosto del 1778, realizzò più di trecento disegni e acquerelli commissionatigli dai suoi facoltosi compagni di viaggio. Il Grand Tour era un lungo viaggio intrapreso dai ricchi dell'aristocrazia europea a partire dal XVIII secolo destinato a perfezionare il loro sapere con partenza e arrivo in una medesima città. Aveva una durata non definita e di solito aveva come destinazione l'Italia. Tale definizione ha dato origine al termine turismo e ai viaggi turistici odierni come cultura di massa.
Le città toccate nella parte pugliese del Grand Tour, giungendo da Napoli e Avellino, furono Canosa, Cerignola, Canne, Barletta, Trani, Bisceglie, Molfetta, Bari, Mola, Polignano, Monopoli, Egnatia, Ostuni, Brindisi, Lecce, Gallipoli, Avetrana, Manduria e Taranto. I viaggiatori cercavano le tracce dell'antico splendore classico, ma in Puglia trovarono forse qualcosa di più, che Ducros ritrasse con rara maestria e capacità di suggestione: la quotidianità scandita dalle secolari tradizioni, la compostezza di un mondo dove la dimensione classica s'intrecciava a quella arcaica.
Questa caratteristica dimensione dell'identità pugliese viene colta da Ducros soprattutto nell'acquerello dedicato a Cerignola.
Diverse sono le ipotesi circa il culto rappresentato nell'acquerello.
La più suggestiva, con la sagoma del monte Vulture a fare da sfondo, lascia pensare che l'acquerello possa raffigurare la centenaria tradizione legata al culto della Madonna di Ripalta (che all'epoca della visita di Ducros non era ancora stata proclamata Patrona principale di Cerignola, ciò avvenne solo nel 1859) con l'accompagnamento, da parte del clero, di uomini in uniforme omogenea e al cospetto di contadini e devoti in ginocchio, del quadro della Madonna dal Santuario che sorge sulle rive dell'Ofanto al Duomo (in passato alla Chiesa Madre).
L'assenza del quadro nella rappresentazione rende però non certa tale ipotesi.
Una seconda ipotesi è legata a San Pietro il cui culto, secondo alcuni documenti storici, è legato ad una grave siccità che colpì Cerignola nel XVIII secolo portando alla rovina intere famiglie e patrimoni. Nel 1752, su iniziativa del sacerdote don Saverio De Filippis, i fedeli cerignolani fecero realizzare un busto argenteo del Santo, che fu posto in segno di protezione della città ed in seguito trafugato nella notte tra il 13 e il 14 dicembre del 1980 dal Duomo Tonti, e fino ad oggi non ritrovato.
Non si esclude, tuttavia, possa trattarsi anche della ricorrenza della festa di San Marco, il 25 aprile, durante la quale i componenti del Capitolo si recavano, sino ai primi decenni dell'Ottocento, nell'omonima cappella campestre, non più presente, per le sacre funzioni e per la benedizione dei campi.
Successivamente il rito trovò sede nella vecchia chiesa dei Cappuccini, da dove partiva la processione dei sacerdoti capitolari che si concludeva nella Chiesa Madre, dopo una breve sosta presso il Palazzo municipale (Palazzo Carmelo), sul cui grande portone d'ingresso veniva inchiodata, ogni anno, una crocetta di legno che veniva solennemente benedetta sul posto, con ciò volendosi impetrare la protezione celeste su coloro che reggevano le sorti politico-amministrative della città.
In ogni caso siamo comunque difronte ad un documento di inestimabile importanza per la storia e le tradizioni della nostra città.
Ducros, durante il Grand Tour in Puglia dal 10 aprile al 12 agosto del 1778, realizzò più di trecento disegni e acquerelli commissionatigli dai suoi facoltosi compagni di viaggio. Il Grand Tour era un lungo viaggio intrapreso dai ricchi dell'aristocrazia europea a partire dal XVIII secolo destinato a perfezionare il loro sapere con partenza e arrivo in una medesima città. Aveva una durata non definita e di solito aveva come destinazione l'Italia. Tale definizione ha dato origine al termine turismo e ai viaggi turistici odierni come cultura di massa.
Le città toccate nella parte pugliese del Grand Tour, giungendo da Napoli e Avellino, furono Canosa, Cerignola, Canne, Barletta, Trani, Bisceglie, Molfetta, Bari, Mola, Polignano, Monopoli, Egnatia, Ostuni, Brindisi, Lecce, Gallipoli, Avetrana, Manduria e Taranto. I viaggiatori cercavano le tracce dell'antico splendore classico, ma in Puglia trovarono forse qualcosa di più, che Ducros ritrasse con rara maestria e capacità di suggestione: la quotidianità scandita dalle secolari tradizioni, la compostezza di un mondo dove la dimensione classica s'intrecciava a quella arcaica.
Questa caratteristica dimensione dell'identità pugliese viene colta da Ducros soprattutto nell'acquerello dedicato a Cerignola.
Diverse sono le ipotesi circa il culto rappresentato nell'acquerello.
La più suggestiva, con la sagoma del monte Vulture a fare da sfondo, lascia pensare che l'acquerello possa raffigurare la centenaria tradizione legata al culto della Madonna di Ripalta (che all'epoca della visita di Ducros non era ancora stata proclamata Patrona principale di Cerignola, ciò avvenne solo nel 1859) con l'accompagnamento, da parte del clero, di uomini in uniforme omogenea e al cospetto di contadini e devoti in ginocchio, del quadro della Madonna dal Santuario che sorge sulle rive dell'Ofanto al Duomo (in passato alla Chiesa Madre).
L'assenza del quadro nella rappresentazione rende però non certa tale ipotesi.
Una seconda ipotesi è legata a San Pietro il cui culto, secondo alcuni documenti storici, è legato ad una grave siccità che colpì Cerignola nel XVIII secolo portando alla rovina intere famiglie e patrimoni. Nel 1752, su iniziativa del sacerdote don Saverio De Filippis, i fedeli cerignolani fecero realizzare un busto argenteo del Santo, che fu posto in segno di protezione della città ed in seguito trafugato nella notte tra il 13 e il 14 dicembre del 1980 dal Duomo Tonti, e fino ad oggi non ritrovato.
Non si esclude, tuttavia, possa trattarsi anche della ricorrenza della festa di San Marco, il 25 aprile, durante la quale i componenti del Capitolo si recavano, sino ai primi decenni dell'Ottocento, nell'omonima cappella campestre, non più presente, per le sacre funzioni e per la benedizione dei campi.
Successivamente il rito trovò sede nella vecchia chiesa dei Cappuccini, da dove partiva la processione dei sacerdoti capitolari che si concludeva nella Chiesa Madre, dopo una breve sosta presso il Palazzo municipale (Palazzo Carmelo), sul cui grande portone d'ingresso veniva inchiodata, ogni anno, una crocetta di legno che veniva solennemente benedetta sul posto, con ciò volendosi impetrare la protezione celeste su coloro che reggevano le sorti politico-amministrative della città.
In ogni caso siamo comunque difronte ad un documento di inestimabile importanza per la storia e le tradizioni della nostra città.