Territorio
In Puglia le imprese schiacciate dalla pressione fiscale
Confartigianato: le imposte locali schiacciano le piccole e medie imprese in Puglia
Puglia - martedì 29 settembre 2015
16.11 Comunicato Stampa
Le tasse? Tasto dolentissimo per tutte le imprese, locali e non. La mannaia dei tributi arriva puntuale ad incombere sulle attività pugliesi e, specialmente in periodo di crisi, il peso della fiscalità locale si fa sentire sui bilanci aziendali: solo in Puglia le imprese locali spendono ben 11mila 252 euro all'anno per le sole imposte territoriali.
A rivelare questo dato è il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia, che ha calcolato il peso della fiscalità locale sulle imprese della regione, tra Irap, Irpef, Imu e Tasi.
Lo studio prende come riferimento l'impatto dei tributi su un'impresa-tipo con cinque addetti. L'incremento del prelievo è stato trainato dal boom della tassazione immobiliare che ha colpito in maniera prevalente le imprese di micro e piccole dimensioni. Di più: in base ad un'analisi condotta dalla Direzione delle politiche fiscali di Confartigianato sulle modalità di applicazione dei tributi comunali sugli immobili si registra un aggravio del prelievo fiscale a causa dall'indeducibilità dell'Imu, che genera l'effetto perverso di ulteriori tasse sulle tasse, con un extra-gettito di Irpef ed Irap. Nel complesso la «tassa sulla tassa» pagata in Puglia è di 930 euro di maggiore prelievo Irpef ed Irap, e incrementa del 9 per cento il prelievo locale.
La situazione messa a nudo da questi dati, dice Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia è ormai insostenibile, soprattutto per le piccole imprese. Secondo il presidente, è il risultato di un federalismo mal concepito e mal attuato che ha prodotto un sistema di tassazione ingarbugliato oltre ogni comprensione, scaricando a livello locale la maggior parte della pressione fiscale.
Troppe tasse, peraltro pagate in modo troppo complicato, non sono certo un buon viatico per la ripresa. Si continua a parlare della riduzione dell'IRAP, ma le piccole imprese – ossia la quasi totalità nel Paese ed anche nella nostra Regione – sono quelle che meno beneficiano di tale intervento. va ridotta la tassazione sugli immobili produttivi: è un'assurdità che vengano considerati alla stregua di seconde case.
Non va dimenticato che nell'arco dell'ultimo decennio l'Italia è il Paese europeo che ha registrato la più alta crescita della pressione fiscale.
A rivelare questo dato è il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia, che ha calcolato il peso della fiscalità locale sulle imprese della regione, tra Irap, Irpef, Imu e Tasi.
Lo studio prende come riferimento l'impatto dei tributi su un'impresa-tipo con cinque addetti. L'incremento del prelievo è stato trainato dal boom della tassazione immobiliare che ha colpito in maniera prevalente le imprese di micro e piccole dimensioni. Di più: in base ad un'analisi condotta dalla Direzione delle politiche fiscali di Confartigianato sulle modalità di applicazione dei tributi comunali sugli immobili si registra un aggravio del prelievo fiscale a causa dall'indeducibilità dell'Imu, che genera l'effetto perverso di ulteriori tasse sulle tasse, con un extra-gettito di Irpef ed Irap. Nel complesso la «tassa sulla tassa» pagata in Puglia è di 930 euro di maggiore prelievo Irpef ed Irap, e incrementa del 9 per cento il prelievo locale.
La situazione messa a nudo da questi dati, dice Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia è ormai insostenibile, soprattutto per le piccole imprese. Secondo il presidente, è il risultato di un federalismo mal concepito e mal attuato che ha prodotto un sistema di tassazione ingarbugliato oltre ogni comprensione, scaricando a livello locale la maggior parte della pressione fiscale.
Troppe tasse, peraltro pagate in modo troppo complicato, non sono certo un buon viatico per la ripresa. Si continua a parlare della riduzione dell'IRAP, ma le piccole imprese – ossia la quasi totalità nel Paese ed anche nella nostra Regione – sono quelle che meno beneficiano di tale intervento. va ridotta la tassazione sugli immobili produttivi: è un'assurdità che vengano considerati alla stregua di seconde case.
Non va dimenticato che nell'arco dell'ultimo decennio l'Italia è il Paese europeo che ha registrato la più alta crescita della pressione fiscale.