Vita di città
“In me non c’è che futuro”; nuovo progetto di inclusione sociale della Cooperativa Sociale “Pietra di Scarto” di Cerignola
Le attività saranno realizzate con il sostegno dei fondi Otto per Mille Valdese
Cerignola - mercoledì 21 febbraio 2024
14.25 Comunicato Stampa
Nino e Franco sono i due protagonisti del progetto "In me non c'è che futuro", promosso dalla Cooperativa Sociale Pietra di Scarto di Cerignola, Ispirandosi ad una frase di Adriano Olivetti, l'attività si pone l'obiettivo di realizzare l'inserimento socio lavorativo di due persone in esecuzione penale, attraverso la formazione, il lavoro e il sostegno psicologico.
Grazie al finanziamento, quindi, la cooperativa ha attivato due borse lavoro con l'obiettivo di realizzare una formazione specialistica "on the job" e di professionalizzare i due beneficiari sia nelle fasi di lavorazione agricola, sia nell'attività di trasformazione agro-alimentare.
Sede dell'attività è il Laboratorio di Legalità "Francesco Marcone" bene confiscato alla mafia che la Pietra di Scarto gestisce dal 2010, e sul quale si coltivano olive, pomodori, orticole, uva e frutta. Dal 2021 è stato attivato anche un opificio per la trasformazione del pomodoro dove ogni estate vengono realizzate passate, pelati e lavorazioni al naturale (circa 100.000 vasi) che sono distribuite in Botteghe di Commercio Equo e Solidale, Negozi Bio e Gastronomie di tutta Italia.
«Quello che ci interessa è riuscire, attraverso una relazione quotidiana basata sulla positività e sulla costruzione di un'autostima, a generare competenze che possano aiutare un cambio di prospettiva nella lettura della realtà. Pensando al lavoro come ad una rappresentazione di sé: imparando a potare una pianta o producendo una passata di pomodoro io rappresento me stesso, raccontando una nuova storia di me» Pietro Fragasso, presidente della cooperativa.
«Con Nino e Franco programmiamo le attività condividendo e approfondendo i vari aspetti del lavoro. E' sempre una grande soddisfazione vedere come il "dare fiducia" riesca a liberare le persone e doni una maggiore serenità, facendo provare sensazioni nuove, fondate sulla responsabilità e sul rispetto verso sé e verso gli altri. E questo è il senso più profondo del lavoro che facciamo» conclude Giuseppe Mennuni, Responsabile Agricoltura della Cooperativa.
Grazie al finanziamento, quindi, la cooperativa ha attivato due borse lavoro con l'obiettivo di realizzare una formazione specialistica "on the job" e di professionalizzare i due beneficiari sia nelle fasi di lavorazione agricola, sia nell'attività di trasformazione agro-alimentare.
Sede dell'attività è il Laboratorio di Legalità "Francesco Marcone" bene confiscato alla mafia che la Pietra di Scarto gestisce dal 2010, e sul quale si coltivano olive, pomodori, orticole, uva e frutta. Dal 2021 è stato attivato anche un opificio per la trasformazione del pomodoro dove ogni estate vengono realizzate passate, pelati e lavorazioni al naturale (circa 100.000 vasi) che sono distribuite in Botteghe di Commercio Equo e Solidale, Negozi Bio e Gastronomie di tutta Italia.
«Quello che ci interessa è riuscire, attraverso una relazione quotidiana basata sulla positività e sulla costruzione di un'autostima, a generare competenze che possano aiutare un cambio di prospettiva nella lettura della realtà. Pensando al lavoro come ad una rappresentazione di sé: imparando a potare una pianta o producendo una passata di pomodoro io rappresento me stesso, raccontando una nuova storia di me» Pietro Fragasso, presidente della cooperativa.
«Con Nino e Franco programmiamo le attività condividendo e approfondendo i vari aspetti del lavoro. E' sempre una grande soddisfazione vedere come il "dare fiducia" riesca a liberare le persone e doni una maggiore serenità, facendo provare sensazioni nuove, fondate sulla responsabilità e sul rispetto verso sé e verso gli altri. E questo è il senso più profondo del lavoro che facciamo» conclude Giuseppe Mennuni, Responsabile Agricoltura della Cooperativa.