
Territorio
In Italia si anticipa la “Fase 3”, all’Ospedale “Tatarella” si vive ancora la “Fase 1”
Tamponi ai dipendenti sanitari non ancora effettuati, si accettano ancora sospetti Covid, ambulatori non ancora partiti. Tra dimissioni e inchieste penali la ASL FG non pone alcun rimedio
Cerignola - venerdì 15 maggio 2020
20.23
Ogni mattina si recano decine e decine di persone all'Ospedale "Tatarella" di Cerignola, gente che ha bisogno di essere visitata, pazienti con le più svariate patologie che da mesi attendono una visita di controllo presso i reparti di Medicina e Cardiologia.
Purtroppo, però, nonostante l'avvio della "fase 2"in Puglia da otre 15 giorni , nonostante le direttive regionali in materia di sanità per il funzionamento di specifici centri COVID in regione, nonostante la spinta affinchè tutti i nosocomi pugliesi possano tornare alla normalità, una normalità che porti gli ospedali a spalancare le porte per l'avvio dei servizi, dei laboratori, dei controlli, accade che a Cerignola, per scelte inconcepibili da parte della ASL FG, si continui ad operare esattamente come nei mesi scorsi dove si accolgono, nei reparti di Pronto Soccorso, Cardiologia e Medicina, ancora pazienti con sospetto COVID bloccando, quindi, la fase della normalità.
Una manfrina che non trova più alcuna giustificazione, un freno a mano perennemente tirato sulla sanità in Capitanata, un continuo ridimensionamento del nosocomio ofantino voluto, progettato, creato per essere fiore all'occhiello del nord della Puglia.
Se in Italia si è dato il via alla "Fase 2" e si sta anticipando la "Fase 3" a Cerignola non ancora sono stati effettuati i tamponi ai dipendenti dell'Ospedale in perenne contatto con pazienti sospetti COVID, non ancora sono stati aperti gli ambulatori, non ancora si possono effettuare i ricoveri prenotati, non ancora è partita quella macchina di soccorso e aiuto che, per ragioni ancora inspiegabili, è stata completamente bloccata e l'inattivismo continua nel più totale silenzio.
Nella giornata di ieri si è dimesso il Direttore Sanitario della ASL Foggia dott. Giuseppe Nigri, immediato l'invito al ripensamento del Presidente della regione Puglia Michele Emiliano, veloce il rigetto delle dimissioni da parte del Direttore Generale della ASL Foggia dott. Vito Piazzolla e noi assistiamo a questo via vai reciproco di comunicazioni, manifestazioni di stima, lodi sull'operato nella speranza che Emiliano, Piazzolla e Nigri si fermino un attimo a discutere su ciò che sta realmente accadendo nel nostro territorio, sulle scelte di accorpamenti tra ospedali, chiusure, sospensioni e mancate riaperture.
E mentre questo gioco tra le parti tiene banco da 24 ore rimbalza in viso la notizia che il pm Anna Landi ha fatto notificare gli avvisi di proroga delle indagini, con le accuse – a vario titolo – di turbata libertà degli incanti e turbata libertà di scelta del contraente già contestate ai direttori generali Vito Piazzolla e Vitangelo Dattoli.
Non sarebbe il caso di fermarsi un attimo, riflettere sulle responsabilità e porre rimedio al più presto aprendo le porte all'Ospedale "Tatarella" di Cerignola?
Purtroppo, però, nonostante l'avvio della "fase 2"in Puglia da otre 15 giorni , nonostante le direttive regionali in materia di sanità per il funzionamento di specifici centri COVID in regione, nonostante la spinta affinchè tutti i nosocomi pugliesi possano tornare alla normalità, una normalità che porti gli ospedali a spalancare le porte per l'avvio dei servizi, dei laboratori, dei controlli, accade che a Cerignola, per scelte inconcepibili da parte della ASL FG, si continui ad operare esattamente come nei mesi scorsi dove si accolgono, nei reparti di Pronto Soccorso, Cardiologia e Medicina, ancora pazienti con sospetto COVID bloccando, quindi, la fase della normalità.
Una manfrina che non trova più alcuna giustificazione, un freno a mano perennemente tirato sulla sanità in Capitanata, un continuo ridimensionamento del nosocomio ofantino voluto, progettato, creato per essere fiore all'occhiello del nord della Puglia.
Se in Italia si è dato il via alla "Fase 2" e si sta anticipando la "Fase 3" a Cerignola non ancora sono stati effettuati i tamponi ai dipendenti dell'Ospedale in perenne contatto con pazienti sospetti COVID, non ancora sono stati aperti gli ambulatori, non ancora si possono effettuare i ricoveri prenotati, non ancora è partita quella macchina di soccorso e aiuto che, per ragioni ancora inspiegabili, è stata completamente bloccata e l'inattivismo continua nel più totale silenzio.
Nella giornata di ieri si è dimesso il Direttore Sanitario della ASL Foggia dott. Giuseppe Nigri, immediato l'invito al ripensamento del Presidente della regione Puglia Michele Emiliano, veloce il rigetto delle dimissioni da parte del Direttore Generale della ASL Foggia dott. Vito Piazzolla e noi assistiamo a questo via vai reciproco di comunicazioni, manifestazioni di stima, lodi sull'operato nella speranza che Emiliano, Piazzolla e Nigri si fermino un attimo a discutere su ciò che sta realmente accadendo nel nostro territorio, sulle scelte di accorpamenti tra ospedali, chiusure, sospensioni e mancate riaperture.
E mentre questo gioco tra le parti tiene banco da 24 ore rimbalza in viso la notizia che il pm Anna Landi ha fatto notificare gli avvisi di proroga delle indagini, con le accuse – a vario titolo – di turbata libertà degli incanti e turbata libertà di scelta del contraente già contestate ai direttori generali Vito Piazzolla e Vitangelo Dattoli.
Non sarebbe il caso di fermarsi un attimo, riflettere sulle responsabilità e porre rimedio al più presto aprendo le porte all'Ospedale "Tatarella" di Cerignola?