Il valore dell’amicizia in don Antonio Palladino
Una lettera autografa del venerabile don Antonio Palladino (Cerignola, 1881-1926), datata 24 ottobre 1909, di formato cm 13,4x21, conservata in originale nell’archivio privato “Cosimo Dilaurenzo” in Cerignola.
Cerignola - venerdì 10 novembre 2017
10.46 Comunicato Stampa
Una lettera autografa del venerabile don Antonio Palladino (Cerignola, 1881-1926), datata 24 ottobre 1909, di formato cm 13,4x21, conservata in originale nell'archivio privato "Cosimo Dilaurenzo" in Cerignola, ci fa comprendere l'alto valore spirituale e umano di questo sacerdote, che esercitò il suo ministero nella parrocchia San Domenico in Cerignola.
Questa lettera, inviata a un certo "D. Raffaele", a noi sconosciuto, è la testimonianza della propensione di don Palladino a comunicare, consolidando rapporti di fraterna amicizia. La lettera fa emergere l'umanità del sacerdote e il suo amore per il prossimo. Ecco il testo della lettera:
«Sia lodato G. Cristo / Gentilissimo D. Raffaele, era mio vivo desiderio venire in casa vostra e lì, circondato dai vostri cari bambini, esprimervi i miei fervidi augurii per il vostro onomastico, ma un forte dolor di capo me lo ha impedito ed ho dovuto affidare a questo foglio il delicato officio di rappresentarmi. Siate felice per lunghi e lunghi anni ancora in seno alla vostra gentilissima famiglia; vi sorrida ognora il Cielo con le sue più elette benedizioni e vi conservi all'affetto sempre vivo dei vostri ammiratori e del vostro aff.mo amico Sac A. Palladino 24/10 1909».
L'antica chiesa di San Domenico, sede dal 1816 della Confraternita di Maria SS. del Rosario e San Rocco, fu eretta a parrocchia nel 1909, e don Antonio ne fu il primo parroco. Componenti essenziali della sua azione pastorale furono la sua capacità di ascolto e la carità senza misura verso i dimenticati, donando tutto se stesso alle anime della sua e anche di altre parrocchie cittadine. Egli era solito dire: "Usciamo di sacrestia", ossia operiamo al di fuori del tempio, per una evangelizzazione intensa. La parrocchia comprendeva i quartieri Cittadella, Pozzocarrozza e Senza Cristo. La bontà dell'apostolato sociale di don Antonio aveva per scopo la formazione umana e cristiana dei fedeli, per difenderli dalla propaganda atea e sovversiva. Per fare questo utilizzava molto la stampa. I suoi articoli erano pubblicati, a volte con pseudonimi, su "L'Ape", testata giornalistica da lui diretta e fondata dal Vescovo Angelo Struffolini nel 1909, e sul bollettino mensile della parrocchia San Domenico "La Fiaccola", da lui fondato nel 1921, diventato poi bollettino della Pia Opera del Buon Consiglio.
Il Palladino, nato e vissuto nell'agiatezza, da ricco si fece povero, per andare incontro alle povertà del suo tempo. Si dedicò particolarmente agli orfani e ai figli abbandonati da famiglie disagiate. Fece sentire la sua attenzione a tanti ragazzi, giovani, uomini e donne. Istituì trentadue associazioni di laici. Costituì nel 1922 un fondo antiusura, la Cassa Rurale S. Domenico. Nel suo ministero si ispirava al magistero sociale della Chiesa, espresso nell'enciclica Rerum novarum di Leone XIII.
Le sue riflessioni teologiche sono evidenti nella sua opera Pensieri eucaristici, nei quali leggiamo: «Abbi fede nella SS.ma Eucarestia e ricordati che senza le opere la fede è morta».
Il Palladino aveva un grande sogno, la fondazione di un Istituto religioso, che non riuscì ad attuare per la prematura morte. Ripalta Vasciaveo (1896-1941) realizzò la sua idea, fondando la Congregazione delle Suore Domenicane del SS. Sacramento, nella quale prese il nome di Suor Tarcisia. La Congregazione fu approvata dal Vescovo diocesano Giovanni Sodo il 19 ottobre 1927. Nel 1948 le spoglie mortali di don Antonio furono traslate dal cimitero di Cerignola nella chiesa della Pia Opera del Buon Consiglio, opera iniziata dal Palladino nel 1921 nel rione Cittadella.
La lettera sopra trascritta ci presenta un sacerdote autentico anche nella quotidianità, evocandone l'amabile sorriso.
Angelo Disanto
Centro Ricerche di Storia Religiosa in Puglia
Questa lettera, inviata a un certo "D. Raffaele", a noi sconosciuto, è la testimonianza della propensione di don Palladino a comunicare, consolidando rapporti di fraterna amicizia. La lettera fa emergere l'umanità del sacerdote e il suo amore per il prossimo. Ecco il testo della lettera:
«Sia lodato G. Cristo / Gentilissimo D. Raffaele, era mio vivo desiderio venire in casa vostra e lì, circondato dai vostri cari bambini, esprimervi i miei fervidi augurii per il vostro onomastico, ma un forte dolor di capo me lo ha impedito ed ho dovuto affidare a questo foglio il delicato officio di rappresentarmi. Siate felice per lunghi e lunghi anni ancora in seno alla vostra gentilissima famiglia; vi sorrida ognora il Cielo con le sue più elette benedizioni e vi conservi all'affetto sempre vivo dei vostri ammiratori e del vostro aff.mo amico Sac A. Palladino 24/10 1909».
L'antica chiesa di San Domenico, sede dal 1816 della Confraternita di Maria SS. del Rosario e San Rocco, fu eretta a parrocchia nel 1909, e don Antonio ne fu il primo parroco. Componenti essenziali della sua azione pastorale furono la sua capacità di ascolto e la carità senza misura verso i dimenticati, donando tutto se stesso alle anime della sua e anche di altre parrocchie cittadine. Egli era solito dire: "Usciamo di sacrestia", ossia operiamo al di fuori del tempio, per una evangelizzazione intensa. La parrocchia comprendeva i quartieri Cittadella, Pozzocarrozza e Senza Cristo. La bontà dell'apostolato sociale di don Antonio aveva per scopo la formazione umana e cristiana dei fedeli, per difenderli dalla propaganda atea e sovversiva. Per fare questo utilizzava molto la stampa. I suoi articoli erano pubblicati, a volte con pseudonimi, su "L'Ape", testata giornalistica da lui diretta e fondata dal Vescovo Angelo Struffolini nel 1909, e sul bollettino mensile della parrocchia San Domenico "La Fiaccola", da lui fondato nel 1921, diventato poi bollettino della Pia Opera del Buon Consiglio.
Il Palladino, nato e vissuto nell'agiatezza, da ricco si fece povero, per andare incontro alle povertà del suo tempo. Si dedicò particolarmente agli orfani e ai figli abbandonati da famiglie disagiate. Fece sentire la sua attenzione a tanti ragazzi, giovani, uomini e donne. Istituì trentadue associazioni di laici. Costituì nel 1922 un fondo antiusura, la Cassa Rurale S. Domenico. Nel suo ministero si ispirava al magistero sociale della Chiesa, espresso nell'enciclica Rerum novarum di Leone XIII.
Le sue riflessioni teologiche sono evidenti nella sua opera Pensieri eucaristici, nei quali leggiamo: «Abbi fede nella SS.ma Eucarestia e ricordati che senza le opere la fede è morta».
Il Palladino aveva un grande sogno, la fondazione di un Istituto religioso, che non riuscì ad attuare per la prematura morte. Ripalta Vasciaveo (1896-1941) realizzò la sua idea, fondando la Congregazione delle Suore Domenicane del SS. Sacramento, nella quale prese il nome di Suor Tarcisia. La Congregazione fu approvata dal Vescovo diocesano Giovanni Sodo il 19 ottobre 1927. Nel 1948 le spoglie mortali di don Antonio furono traslate dal cimitero di Cerignola nella chiesa della Pia Opera del Buon Consiglio, opera iniziata dal Palladino nel 1921 nel rione Cittadella.
La lettera sopra trascritta ci presenta un sacerdote autentico anche nella quotidianità, evocandone l'amabile sorriso.
Angelo Disanto
Centro Ricerche di Storia Religiosa in Puglia