Territorio
Il padre di Donato Monopoli si sfoga, voglio Giustizia
Giuseppe Monopoli: Ora basta, non abbiamo ancora ottenuto giustizia, siamo soli a combattere questa battaglia che mi sembra sia stata dimenticata dal tempo
Cerignola - martedì 5 novembre 2019
20.19
Sulla pagina Facebook "Giustizia per Donato"(https://www.facebook.com/Michelemonopoli1973/) circa un'ora fa è stato postato lo sfogo di Giuseppe Monopoli , padre di Donato Monopoli, barbaramente picchiato all'uscita da una discoteca di Foggia e deceduto dopo 7 mesi di lunga agonia.
"Ora basta – grida sul social Giuseppe Monopoli - non abbiamo ancora ottenuto giustizia e siamo soli a combattere questa battaglia che, al momento, mi sembra sia stata dimenticata dal tempo."
Giuseppe tenta di accendere nuovamente i riflettori su quella tragica serata, sui momenti vissuti nella speranza di un miracolo, sul dramma di un'intera famiglia prima messa in ginocchio dal dolore e poi atterrata dal distacco, della perdita. Un dramma che rischia di cadere nel dimenticatoio, una Giustizia che rischia di diventare lettera morta.
"Lo scorso anno, precisamente il 6 ottobre 2018, nostro figlio, in compagnia di altri tre amici, si è recato nella vicina Foggia per trascorrere una serata in un locale chiamato "Le stelle". Doveva essere una serata universitaria di divertimento e spensieratezza tra amici, ma si è trasformata in un incubo perché nostro figlio è stato brutalmente picchiato da altri ragazzi. Immediata è stata la corsa presso gli Ospedali Riuniti di Foggia, dove è stato comunicato il repentino trasferimento presso il nosocomio di San Giovanni Rotondo dove Donato ha subito due delicatissimi interventi alla testa, nostro figlio è rimasto in terapia intensiva, legato a dei tubi per 7 lunghissimi mesi durante i quali abbiamo vissuto momenti infernali dovuti ai suoi costanti cambiamenti e peggioramenti di salute, accompagnati da altri vitali interventi".
Continua Giuseppe Monopoli scuotendo la coscienza di tutti, chiedendo vicinanza ad una città che ha vissuto il dramma e ha sofferto con la famiglia, che ha sfilato per il riconoscimento di un sacrosanto diritto, quello della Giustizia, ed ha aspettato pazientemente all'adempimento di un dovere, quello di garantire Giustizia.
"7 lunghi mesi ad aspettare e sperare in un miracolo, ma purtroppo è arrivato quel maledetto 8 maggio 2019, giorno in cui Donato ha deciso che era stanco di lottare per la sua Vita. Ho provato a racchiudere in pochissime righe quello che è capitato a nostro figlio,ma il vero motivo che mi ha spinto a scrivere è un altro.
La giustizia che non abbiamo ancora ottenuto. Adesso ci sentiamo un pò soli nel combattere questa battaglia che, al momento, mi sembra sia stata dimenticata dal tempo. Noi Crediamo nella Giustizia. Spero che Donato abbia la possibilità di avere l'unica cosa che ormai possiamo offrirgli La GIUSTIZIA. Ora abbiamo bisogno di tutti voi"!
"Ora basta – grida sul social Giuseppe Monopoli - non abbiamo ancora ottenuto giustizia e siamo soli a combattere questa battaglia che, al momento, mi sembra sia stata dimenticata dal tempo."
Giuseppe tenta di accendere nuovamente i riflettori su quella tragica serata, sui momenti vissuti nella speranza di un miracolo, sul dramma di un'intera famiglia prima messa in ginocchio dal dolore e poi atterrata dal distacco, della perdita. Un dramma che rischia di cadere nel dimenticatoio, una Giustizia che rischia di diventare lettera morta.
"Lo scorso anno, precisamente il 6 ottobre 2018, nostro figlio, in compagnia di altri tre amici, si è recato nella vicina Foggia per trascorrere una serata in un locale chiamato "Le stelle". Doveva essere una serata universitaria di divertimento e spensieratezza tra amici, ma si è trasformata in un incubo perché nostro figlio è stato brutalmente picchiato da altri ragazzi. Immediata è stata la corsa presso gli Ospedali Riuniti di Foggia, dove è stato comunicato il repentino trasferimento presso il nosocomio di San Giovanni Rotondo dove Donato ha subito due delicatissimi interventi alla testa, nostro figlio è rimasto in terapia intensiva, legato a dei tubi per 7 lunghissimi mesi durante i quali abbiamo vissuto momenti infernali dovuti ai suoi costanti cambiamenti e peggioramenti di salute, accompagnati da altri vitali interventi".
Continua Giuseppe Monopoli scuotendo la coscienza di tutti, chiedendo vicinanza ad una città che ha vissuto il dramma e ha sofferto con la famiglia, che ha sfilato per il riconoscimento di un sacrosanto diritto, quello della Giustizia, ed ha aspettato pazientemente all'adempimento di un dovere, quello di garantire Giustizia.
"7 lunghi mesi ad aspettare e sperare in un miracolo, ma purtroppo è arrivato quel maledetto 8 maggio 2019, giorno in cui Donato ha deciso che era stanco di lottare per la sua Vita. Ho provato a racchiudere in pochissime righe quello che è capitato a nostro figlio,ma il vero motivo che mi ha spinto a scrivere è un altro.
La giustizia che non abbiamo ancora ottenuto. Adesso ci sentiamo un pò soli nel combattere questa battaglia che, al momento, mi sembra sia stata dimenticata dal tempo. Noi Crediamo nella Giustizia. Spero che Donato abbia la possibilità di avere l'unica cosa che ormai possiamo offrirgli La GIUSTIZIA. Ora abbiamo bisogno di tutti voi"!