Attualità
Il “New York Times” rende omaggio al pranzo della domenica: a Cerignola non si rinuncia al “sugo”
La maggior parte dei cerignolani nel giorno festivo della settimana porta in tavola il tradizionale ragù di carne
Cerignola - sabato 18 maggio 2024
15.03
Il pranzo italiano della domenica al Sud Italia è un rito "universalmente apprezzato e riconosciuto", anche all'estero e nei Paesi dove la cultura gastronomica non ha una lunga tradizione come la nostra.
Prova ne è che, qualche giorno fa, Frank Bruni (editorialista del "New York Times", nonché affermato critico gastronomico) sulle pagine del quotidiano statunitense ha omaggiato il pranzo italiano della domenica, quello che contraddistingue il Sud Italia rispetto al resto del Belpaese.
Bruni ha raccontato di sua nonna, Adelina Bruni, immigrata a New York dal Sud Italia, e di come la domenica mattina metteva in tavola una teglia di lasagne, e poi le polpette, le melanzane, i calamari, il pollo, gli affettati. "Non si trattava di un pranzo a più portate, quanto piuttosto di un ricatto emotivo".
Stando a ciò che si legge sul "New York Times", non esiste nulla di meglio del pranzo italiano della domenica. E non solo per l'ottimo cibo che a tavola si consuma, ma "per il convivio, la bellezza di mangiare stando seduti. Tutto ciò non ha un analogo inglese, dal momento che americani e britannici non conoscono questo stesso piacere come lo conoscono gli italiani".
A Cerignola il pranzo della domenica mantiene indiscusso il suo fascino nel corso del tempo. C'è chi ricorda i lunghi pranzi a casa dei nonni, dove si mangiava e si stava in famiglia a raccontarsi aneddoti e storie, ma c'è anche chi conserva ancora oggi la tradizione del pranzo domenicale a casa, combattendo strenuamente contro l'abitudine più moderna di pranzare "fuori".
La "brasciola", il tradizionale involtino di carne condito al sugo, resta l'indiscussa protagonista della domenica cerignolana, mentre come primo piatto occupano il podio della classifica di gradimento la pasta al forno e la lasagna.
Le nonne si cimentavano anche nella realizzazione della pasta fresca, orecchiette e cicatelli in primis. Ma anche i "torchi" sono sempre stati molto apprezzati.
Oggi ci sono tante attività che hanno sostituito l'attività delle donne di una volta, e realizzano pasta fresca di tutti i tipi in ogni giorno della settimana.
Il rito della domenica comincia dalle prime ore del mattino, quando la casa si inonda del profumo di sugo che cuoce lentamente.
C'è tanta bellezza e poesia nell'attesa del sugo che, cuocendo lento, arriva a tavola raccontando ai commensali la storia di una famiglia, di una comunità, di un territorio intero.
Il pranzo domenicale al Sud Italia non può terminare senza il "dolce", e qui la fantasia può trovare sempre nuove e interessanti declinazioni, dal tiramisù casalingo alla torta della nonna, al babà di origine napoletana.
Il New York Times omaggia la tradizione del pranzo domenicale: sta a noi preservarla il più possibile dagli attacchi della "modernità", che rischia di travolgere anche le usanze più tipiche del nostro Paese.
Prova ne è che, qualche giorno fa, Frank Bruni (editorialista del "New York Times", nonché affermato critico gastronomico) sulle pagine del quotidiano statunitense ha omaggiato il pranzo italiano della domenica, quello che contraddistingue il Sud Italia rispetto al resto del Belpaese.
Bruni ha raccontato di sua nonna, Adelina Bruni, immigrata a New York dal Sud Italia, e di come la domenica mattina metteva in tavola una teglia di lasagne, e poi le polpette, le melanzane, i calamari, il pollo, gli affettati. "Non si trattava di un pranzo a più portate, quanto piuttosto di un ricatto emotivo".
Stando a ciò che si legge sul "New York Times", non esiste nulla di meglio del pranzo italiano della domenica. E non solo per l'ottimo cibo che a tavola si consuma, ma "per il convivio, la bellezza di mangiare stando seduti. Tutto ciò non ha un analogo inglese, dal momento che americani e britannici non conoscono questo stesso piacere come lo conoscono gli italiani".
A Cerignola il pranzo della domenica mantiene indiscusso il suo fascino nel corso del tempo. C'è chi ricorda i lunghi pranzi a casa dei nonni, dove si mangiava e si stava in famiglia a raccontarsi aneddoti e storie, ma c'è anche chi conserva ancora oggi la tradizione del pranzo domenicale a casa, combattendo strenuamente contro l'abitudine più moderna di pranzare "fuori".
La "brasciola", il tradizionale involtino di carne condito al sugo, resta l'indiscussa protagonista della domenica cerignolana, mentre come primo piatto occupano il podio della classifica di gradimento la pasta al forno e la lasagna.
Le nonne si cimentavano anche nella realizzazione della pasta fresca, orecchiette e cicatelli in primis. Ma anche i "torchi" sono sempre stati molto apprezzati.
Oggi ci sono tante attività che hanno sostituito l'attività delle donne di una volta, e realizzano pasta fresca di tutti i tipi in ogni giorno della settimana.
Il rito della domenica comincia dalle prime ore del mattino, quando la casa si inonda del profumo di sugo che cuoce lentamente.
C'è tanta bellezza e poesia nell'attesa del sugo che, cuocendo lento, arriva a tavola raccontando ai commensali la storia di una famiglia, di una comunità, di un territorio intero.
Il pranzo domenicale al Sud Italia non può terminare senza il "dolce", e qui la fantasia può trovare sempre nuove e interessanti declinazioni, dal tiramisù casalingo alla torta della nonna, al babà di origine napoletana.
Il New York Times omaggia la tradizione del pranzo domenicale: sta a noi preservarla il più possibile dagli attacchi della "modernità", che rischia di travolgere anche le usanze più tipiche del nostro Paese.