Il Governo blocca le attività, Confindustria frena, i Sindacati minacciano sciopero
Momenti difficili, il decreto non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Confindustria chiede a Conte una frenata, i Sindacati in disaccordo con Confindustria minacciano lo sciopero
Italia - domenica 22 marzo 2020
20.43
Ieri, nella tarda serata, l'annuncio di Conte su una ulteriore necessaria ed indispensabile chiusura delle attività per bloccare il contagio da Coronavirus. Sembravano positivi i confronti avuti ieri con parti sociali e le industrie ma, nella giornata di oggi, è giunta una lettera al Premier firmata da Vincenzo Boccia, Presidente di Confindustria, attraverso la quale si chiede una frenata in quanto, secondo Confindustria, non è possibile bloccare tutto dall' oggi al domani.
Diversi i punti sottolineati da Boccia, garanzia di continuità alle aziende, problematiche legate ai macchinari a ciclo continuo, ai codici Ateco (ritenuti vecchi e ormai superati) , necessità di sciogliere fin da ora il nodo del credito e più in generale della liquidità, per evitare che questa situazione produca conseguenze irreversibili per le imprese e che gli imprenditori perdano la speranza nella futura prosecuzione delle attività.
Una lunga serie di problematiche da tenere in considerazione nello stilare il decreto. Al punto che, si vocifera di un possibile rinvio. D'altronde il testo del decreto del presidente non è ancora disponibile, se non in via ufficiosa, al punto che le aziende sono in sospeso, non sapendo domani cosa si deve o non si deve fare.
Alla richiesta di frenata da parte di Confindustria rispondono i Sindacati. In serata Fim Cisl, Uilm e Fiom Cgil,con una nota, sottolineano come: «La salute di tutti viene prima dei profitti di qualcuno». E invitano i lavoratori a non recarsi al lavoro domani, essendo coperti dallo sciopero indetto lo scorso 20 marzo (per tutte quelle aziende che non si rendessero disponibili a raggiungere un accordo sull'utilizzo della cassa e che non svolgono attività produttive essenziali e strategiche per il paese) oppure da due giorni di CIGO COVID-19.
Diversi i punti sottolineati da Boccia, garanzia di continuità alle aziende, problematiche legate ai macchinari a ciclo continuo, ai codici Ateco (ritenuti vecchi e ormai superati) , necessità di sciogliere fin da ora il nodo del credito e più in generale della liquidità, per evitare che questa situazione produca conseguenze irreversibili per le imprese e che gli imprenditori perdano la speranza nella futura prosecuzione delle attività.
Una lunga serie di problematiche da tenere in considerazione nello stilare il decreto. Al punto che, si vocifera di un possibile rinvio. D'altronde il testo del decreto del presidente non è ancora disponibile, se non in via ufficiosa, al punto che le aziende sono in sospeso, non sapendo domani cosa si deve o non si deve fare.
Alla richiesta di frenata da parte di Confindustria rispondono i Sindacati. In serata Fim Cisl, Uilm e Fiom Cgil,con una nota, sottolineano come: «La salute di tutti viene prima dei profitti di qualcuno». E invitano i lavoratori a non recarsi al lavoro domani, essendo coperti dallo sciopero indetto lo scorso 20 marzo (per tutte quelle aziende che non si rendessero disponibili a raggiungere un accordo sull'utilizzo della cassa e che non svolgono attività produttive essenziali e strategiche per il paese) oppure da due giorni di CIGO COVID-19.