Territorio
Il dramma delle associazioni sportive
Il mondo associazionistico sta pagando a caro prezzo l’immobilismo di questo periodo caratterizzato da chiusure e disagi, solitudine e assenza di risposte
Cerignola - martedì 12 novembre 2019
12.50
Le gare casalinghe delle squadre cittadine di pallavolo e basket programmate nel nuovo Pala Famila Tatarella si dovranno giocare a porte chiuse. Perché il pubblico e i tifosi possano accedere occorre che il Presidente della Commissione Prefettizia, dott. Umberto Postiglione, firmi un'ordinanza sindacale in quanto l'iter per la definitiva certificazione non è ancora stato concluso . Come spiega il già Assessore alle Politiche Giovanili e Sport Carlo Dercole:
"Il Pala Famila Tatarella possiede tutte le autorizzazione del Coni Nazionale, bisogna solamente convocare la commissione di pubblico spettacolo".
Al momento nessuna ordinanza è stata firmata e la commissione di pubblico spettacolo non è ancora stata convocata ma, purtroppo, chi ne paga le conseguenza sono le società sportive costrette a giocare in assenza del pubblico, dei propri tifosi. Un colpo durissimo che potrebbe essere decisivo per le eccellenze sportive della città che rischierebbero la perdita degli sponsor vista la scarsa, o nulla, visibilità dei medesimi in una struttura chiusa al pubblico. Di qui l'appello di Matteo Russo, Presidente della Pallavolo Cerignola:
«Giocare "a porte chiuse" le gare casalinghe rappresenta un serio handicap perché si priva ai cittadini cerignolani il piacere di sostenere le proprie squadre ma anche e soprattutto per lo scarso appeal che può avere un palazzetto deserto per le aziende che sponsorizzano tali eccellenze sportive. In questo clima di forte incertezza, lancio il mio appello alle istituzioni locali: acceleriamo l'iter per il rilascio di tutte le necessarie autorizzazioni per l'ingresso al pubblico perché rischiamo seriamente di cancellare in pochi mesi il duro lavoro fatto negli ultimi anni dagli operatori di sport cittadini».
Forte delusione nel mondo degli sportivi, momenti difficili che mettono seriamente in dubbio scelte importanti che farebbero perdere il prestigio sportivo di una città che, negli ultimi anni, dopo investimenti economici e professionali, rischia di perdere le proprie eccellenze costrette a spostarsi altrove. Così afferma Pierluigi Lapollo, storico componente della dirigenza sportiva pallavolo:
«Cerignola sta vivendo una nuova era, non giudico né i fatti precedenti né posso dare una valutazione politica al presente, ma come operatore culturale e sportivo, nonché economico, vista la movimentazione monetaria non indifferente che da anni abbiamo nel nostro territorio, ho bisogno di capire se ci sono ancora le volontà e le condizioni per continuare qui o spostare altrove le nostre competenze.
È questo il vero dilemma».
Anche per la ASD FLV Cerignola la situazione non è delle migliori, costretti a giocare nella tecnostruttura del Pala Cicogna con la limitazione a 100 posti per gli spettatori e la scelta di limitare l'accesso allo staff, ai dirigenti e iscritti al fine di permettere l'ingresso ai tifosi.
«La società si adegua alle disposizioni ricevute dalla tecnostruttura comunale, che prevede la limitazione sino a data da destinarsi, a 100 posti - in attesa della risoluzione definitiva di alcune pratiche burocratiche sulla struttura del "Pala Famila "Salvatore Tatarella". Non ci sentiamo di discriminare l'accesso alla struttura di nessun appassionato, dunque limiteremo l'accesso esclusivamente a dirigenti, staff, team e tesserati ASD FLV CERIGNOLA».
Nelle precise dichiarazioni raccolte sui social network non si sottolinea solo il rischio di perdere fondi tali da permettere il prosieguo dei campionati ma anche, e soprattutto, il rischio di perdere la funzione sociale dello sport che aggrega ed educa, allontana dalla strada.
«Ho sempre preferito che una Associazione Sportiva facesse praticare sport ad un ragazzo la cui famiglia non poteva permettersi la retta mensile piuttosto che "riscuotere" le tre euro all'ora- spiega Carlo Dercole riferendosi alla retta che, stando a quanto sta accadendo, è stata chiesta a tutte le associazioni sportive per l'utilizzo delle strutture - Perché sono convinto che la mafia si combatte facendo trascorrere più ore possibili ai nostri ragazzi all'interno di un Palazzetto, di uno Stadio, di una Pista di Mountain Bike, togliendoli così dai pericoli e dalle tentazioni delle strade, non scrivendo un post su Facebook. Adesso vedere il Palazzetto chiuso, lo Stadio mezzo chiuso, le Associazioni Sportive costrette a dover pagare un servizio che in realtà nelle palestre scolastiche è inesistente fa male. Molto male».
Su questa scia anche Pierluigi Lapollo spiega «Cerignola ha mille problemi ma grazie allo sport ha sempre dato buoni esempi e ha sempre trovato nuovi positivi stimoli. Oggi siamo in crisi, crisi nera. Mai ci siamo trovati in una situazione del genere.
Facciamo luce. Che qualcuno ci ascolti».
Associazioni sportive costrette a pagare € 3,00 per ogni ora di allenamento nelle strutture comunali, comprese le palestre scolastiche che, oggettivamente, non offrono servizi, nonostante allenino gratuitamente ragazzi provenienti da nuclei familiari con disagio economico, società sportive che giocano campionati di serie B e C costrette a giocare nelle strutture sportive a porte chiuse con il serio rischio di perdere sponsor e, quindi, sostentamento economico.
Il mondo associazionistico, incolpevole, sta pagando a caro prezzo l'immobilismo di questo periodo caratterizzato da chiusure e disagi, solitudine e assenza di risposte.
"Il Pala Famila Tatarella possiede tutte le autorizzazione del Coni Nazionale, bisogna solamente convocare la commissione di pubblico spettacolo".
Al momento nessuna ordinanza è stata firmata e la commissione di pubblico spettacolo non è ancora stata convocata ma, purtroppo, chi ne paga le conseguenza sono le società sportive costrette a giocare in assenza del pubblico, dei propri tifosi. Un colpo durissimo che potrebbe essere decisivo per le eccellenze sportive della città che rischierebbero la perdita degli sponsor vista la scarsa, o nulla, visibilità dei medesimi in una struttura chiusa al pubblico. Di qui l'appello di Matteo Russo, Presidente della Pallavolo Cerignola:
«Giocare "a porte chiuse" le gare casalinghe rappresenta un serio handicap perché si priva ai cittadini cerignolani il piacere di sostenere le proprie squadre ma anche e soprattutto per lo scarso appeal che può avere un palazzetto deserto per le aziende che sponsorizzano tali eccellenze sportive. In questo clima di forte incertezza, lancio il mio appello alle istituzioni locali: acceleriamo l'iter per il rilascio di tutte le necessarie autorizzazioni per l'ingresso al pubblico perché rischiamo seriamente di cancellare in pochi mesi il duro lavoro fatto negli ultimi anni dagli operatori di sport cittadini».
Forte delusione nel mondo degli sportivi, momenti difficili che mettono seriamente in dubbio scelte importanti che farebbero perdere il prestigio sportivo di una città che, negli ultimi anni, dopo investimenti economici e professionali, rischia di perdere le proprie eccellenze costrette a spostarsi altrove. Così afferma Pierluigi Lapollo, storico componente della dirigenza sportiva pallavolo:
«Cerignola sta vivendo una nuova era, non giudico né i fatti precedenti né posso dare una valutazione politica al presente, ma come operatore culturale e sportivo, nonché economico, vista la movimentazione monetaria non indifferente che da anni abbiamo nel nostro territorio, ho bisogno di capire se ci sono ancora le volontà e le condizioni per continuare qui o spostare altrove le nostre competenze.
È questo il vero dilemma».
Anche per la ASD FLV Cerignola la situazione non è delle migliori, costretti a giocare nella tecnostruttura del Pala Cicogna con la limitazione a 100 posti per gli spettatori e la scelta di limitare l'accesso allo staff, ai dirigenti e iscritti al fine di permettere l'ingresso ai tifosi.
«La società si adegua alle disposizioni ricevute dalla tecnostruttura comunale, che prevede la limitazione sino a data da destinarsi, a 100 posti - in attesa della risoluzione definitiva di alcune pratiche burocratiche sulla struttura del "Pala Famila "Salvatore Tatarella". Non ci sentiamo di discriminare l'accesso alla struttura di nessun appassionato, dunque limiteremo l'accesso esclusivamente a dirigenti, staff, team e tesserati ASD FLV CERIGNOLA».
Nelle precise dichiarazioni raccolte sui social network non si sottolinea solo il rischio di perdere fondi tali da permettere il prosieguo dei campionati ma anche, e soprattutto, il rischio di perdere la funzione sociale dello sport che aggrega ed educa, allontana dalla strada.
«Ho sempre preferito che una Associazione Sportiva facesse praticare sport ad un ragazzo la cui famiglia non poteva permettersi la retta mensile piuttosto che "riscuotere" le tre euro all'ora- spiega Carlo Dercole riferendosi alla retta che, stando a quanto sta accadendo, è stata chiesta a tutte le associazioni sportive per l'utilizzo delle strutture - Perché sono convinto che la mafia si combatte facendo trascorrere più ore possibili ai nostri ragazzi all'interno di un Palazzetto, di uno Stadio, di una Pista di Mountain Bike, togliendoli così dai pericoli e dalle tentazioni delle strade, non scrivendo un post su Facebook. Adesso vedere il Palazzetto chiuso, lo Stadio mezzo chiuso, le Associazioni Sportive costrette a dover pagare un servizio che in realtà nelle palestre scolastiche è inesistente fa male. Molto male».
Su questa scia anche Pierluigi Lapollo spiega «Cerignola ha mille problemi ma grazie allo sport ha sempre dato buoni esempi e ha sempre trovato nuovi positivi stimoli. Oggi siamo in crisi, crisi nera. Mai ci siamo trovati in una situazione del genere.
Facciamo luce. Che qualcuno ci ascolti».
Associazioni sportive costrette a pagare € 3,00 per ogni ora di allenamento nelle strutture comunali, comprese le palestre scolastiche che, oggettivamente, non offrono servizi, nonostante allenino gratuitamente ragazzi provenienti da nuclei familiari con disagio economico, società sportive che giocano campionati di serie B e C costrette a giocare nelle strutture sportive a porte chiuse con il serio rischio di perdere sponsor e, quindi, sostentamento economico.
Il mondo associazionistico, incolpevole, sta pagando a caro prezzo l'immobilismo di questo periodo caratterizzato da chiusure e disagi, solitudine e assenza di risposte.