Il Crocifisso: dalla Chiesa Madre al Duomo Tonti
Il Crocifisso ligneo del XV secolo della Chiesa Madre di Cerignola, fu trasferito nel Duomo Tonti il 14 Settembre 1934
Cerignola - giovedì 19 dicembre 2019
9.42 Comunicato Stampa
L'antico Crocifisso ligneo policromo (XV secolo), in possesso del Capitolo Cattedrale di San Pietro, già sito nella sacrestia del Duomo Tonti di Cerignola, il 24 novembre 2019 è stato ivi collocato nella edicola marmorea sovrastante l'altare del Santissimo Sacramento. Conservato originariamente nella Chiesa Madre, fu trasferito nel Duomo Tonti inaugurato il 14 settembre 1934.
Il Crocifisso era stato esposto nella sala capitolare del Duomo Tonti, divenuto la nuova cattedrale, alla quale passò il titolo della parrocchia di San Pietro Apostolo, mentre la Chiesa Madre assumeva il titolo della parrocchia San Francesco d'Assisi.
L'originario luogo di conservazione della scultura era la cappella del SS. Crocifisso nella Chiesa Madre. Di tale cappella si tratta nella relazione della Chiesa Cattedrale di Cerignola redatta il 1° febbraio 1840 dall'architetto Teodosio di Bisceglia, inserita nello Stato Dimostrativo / Dell'intera rendita del Capitolo, ed uso di essa trasmesso / da Monsig. Vescovo, in Sommario, Num. 7, Ex Typographia R.C.A., Romae 1840, conservata nell'Archivio Capitolare "San Pietro Apostolo" di Cerignola, in questi termini: «una Cappella di palmi 12. per 9. dedicata al SS. Crocifisso le di cui mura sono coverte di stucco ben lavorato, e nel mezzo è situato l'altare di tufo, anche coverto di stucco. ».
Il canonico Luigi Conte (1823-1872), nel contributo "Cerignola" inserito nell'opera a cura di Filippo Cirelli Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato, vol. VIII, Capitanata, edito dallo Stabilimento poligrafico di Tiberio Pansini, Napoli, dopo il 1857, descrivendo la Chiesa Madre accenna alla « Cappella intitolata al Crocifisso ».
La venerazione alla Santa Croce a Cerignola risulta già documentata nel Libro delli Benifattori, Constitutioni, et / riforme fatte p(er) la Chiesa di San Pietro, / et Capitolo della Cirignola nello / Arcipretato del R(everendissi)mo S(ign)o(r) D(on) Gio(vanni) Jacomo / de Martinis Prelato, et Ordinario di / q(u)ella dall'anno della Salute 1593 e / dopo successivament(e) co(n) i nomi / delli dottori morti, e Sacerdoti, Diac(o)ni, Subd(iaco)ni, / e Clerici, benche morti p(rim)a del suo Arcipr(eta)to. Il documento, conservato in copia fotostatica nel mio Archivio, contiene l'elenco delle celebrazioni di messe nella chiesa di San Pietro apostolo di Cerignola. In esso si elencano anche le messe in suffragio dei defunti della famiglia Caracciolo del Sole, feudatari di Cerignola, nella commemorazione della Santa Croce: « DIE VENERIS 1. M(iss)a p(ro) D(omi)no Io(an)ne Caracciolo. 2. M(iss)a p(ro) Comite Leonardo Caracciolo. 7. M(iss)a p(ro) Bona Albanese M(iss)a de cruce. 12. M(iss)a p(ro) Andriella cu(m) c(ommemoratio)ne s(anc)t(a)e cru(cis) ». Traduzione: «Nel giorno di Venerdì 1. Messa per il Signor Giovanni Caracciolo. 2. Messa per il Conte Leonardo Caracciolo 7. Messa per Bona Albanese Messa della croce 12. Messa per Andriella con la commemorazione della santa croce».
Nella relazione della Visita Apostolica fatta dal 6 al 17 novembre 1580 all'arcipretura nullius dioecesis di Cerignola, disposta dal papa Gregorio XIII (1572-1585) ed attuata dal visitatore apostolico mons. Gaspare Cenci, vescovo di Melfi e Rapolla, conservata presso l'Archivio Apostolico Vaticano (già Archivio Segreto Vaticano), tra le feste da osservare si menziona quella della Santa Croce: « Maggio 3. S. Croce ».
La scultura, prima del restauro conservata nei locali al piano superiore della sacrestia del Duomo Tonti, si presentava rimaneggiata, ricoperta da una ridipintura del Settecento sovrapposta alla pellicola pittorica originaria, come da me fotografato in diapositiva a colori. Da una prima analisi l'opera si rivelava di considerevole qualità formale, attribuibile al XV secolo, datazione indicata nel mio libro Cerignola sacra (2008).
Il necessario restauro del Crocifisso fu eseguito tra il 1999 e il 2000 a cura della Soprintendenza per i Beni architettonici, artistici e storici della Puglia, che affidò tale lavoro alla restauratrice Maria Pia Bochicchio di Altamura (Bari), portando alla luce la pregevole qualità artistica del manufatto.
Il Crocifisso restaurato fu esposto alla pubblica venerazione il 20 gennaio 2000 nel Duomo Tonti. La scultura, di ignoto artista di ambito dell'Italia meridionale del XV secolo, con echi del tardogotico, raffigura il Christus patiens (Cristo sofferente).
Il Cristo, alto cm 153,5 e con l'estensione delle braccia di cm 158,5, ha il viso magro con zigomi alti, gli occhi chiusi, la bocca semiaperta, una corta barba scura divisa in due fasce, i capelli che si spartiscono ricadendo sulle spalle, gocce di sangue sulla fronte provocate dalla corona di spine, la testa reclinata verso destra. Il torace, con la grande piaga grondante sangue nel costato trafitto dalla lancia, è sollevato rispetto all'addome, con un naturalismo plastico dei muscoli ben delineati.
Il perizoma è di color bianco con tracce di blu. Il corpo è sostenuto dalle braccia aperte e tese, nelle quali si avverte rigidità. Le mani sono trafitte dai chiodi. Un unico chiodo attraversa i due piedi, il destro sovrapposto al sinistro. Questa iconografia dei tre chiodi sostituì agli inizi del XIII secolo i piedi affiancati e trafitti ciascuno da un chiodo, come nel Christus triumphans (Cristo trionfante).
Con la nuova collocazione il Crocifisso, rappresentazione plastica del transitus Domini nel mondo, contribuisce a infondere nel popolo di Cerignola la fiducia nell'azione salvifica di Gesù, generatrice di luce e di amore.
dott. Angelo Disanto
Il Crocifisso era stato esposto nella sala capitolare del Duomo Tonti, divenuto la nuova cattedrale, alla quale passò il titolo della parrocchia di San Pietro Apostolo, mentre la Chiesa Madre assumeva il titolo della parrocchia San Francesco d'Assisi.
L'originario luogo di conservazione della scultura era la cappella del SS. Crocifisso nella Chiesa Madre. Di tale cappella si tratta nella relazione della Chiesa Cattedrale di Cerignola redatta il 1° febbraio 1840 dall'architetto Teodosio di Bisceglia, inserita nello Stato Dimostrativo / Dell'intera rendita del Capitolo, ed uso di essa trasmesso / da Monsig. Vescovo, in Sommario, Num. 7, Ex Typographia R.C.A., Romae 1840, conservata nell'Archivio Capitolare "San Pietro Apostolo" di Cerignola, in questi termini: «una Cappella di palmi 12. per 9. dedicata al SS. Crocifisso le di cui mura sono coverte di stucco ben lavorato, e nel mezzo è situato l'altare di tufo, anche coverto di stucco. ».
Il canonico Luigi Conte (1823-1872), nel contributo "Cerignola" inserito nell'opera a cura di Filippo Cirelli Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato, vol. VIII, Capitanata, edito dallo Stabilimento poligrafico di Tiberio Pansini, Napoli, dopo il 1857, descrivendo la Chiesa Madre accenna alla « Cappella intitolata al Crocifisso ».
La venerazione alla Santa Croce a Cerignola risulta già documentata nel Libro delli Benifattori, Constitutioni, et / riforme fatte p(er) la Chiesa di San Pietro, / et Capitolo della Cirignola nello / Arcipretato del R(everendissi)mo S(ign)o(r) D(on) Gio(vanni) Jacomo / de Martinis Prelato, et Ordinario di / q(u)ella dall'anno della Salute 1593 e / dopo successivament(e) co(n) i nomi / delli dottori morti, e Sacerdoti, Diac(o)ni, Subd(iaco)ni, / e Clerici, benche morti p(rim)a del suo Arcipr(eta)to. Il documento, conservato in copia fotostatica nel mio Archivio, contiene l'elenco delle celebrazioni di messe nella chiesa di San Pietro apostolo di Cerignola. In esso si elencano anche le messe in suffragio dei defunti della famiglia Caracciolo del Sole, feudatari di Cerignola, nella commemorazione della Santa Croce: « DIE VENERIS 1. M(iss)a p(ro) D(omi)no Io(an)ne Caracciolo. 2. M(iss)a p(ro) Comite Leonardo Caracciolo. 7. M(iss)a p(ro) Bona Albanese M(iss)a de cruce. 12. M(iss)a p(ro) Andriella cu(m) c(ommemoratio)ne s(anc)t(a)e cru(cis) ». Traduzione: «Nel giorno di Venerdì 1. Messa per il Signor Giovanni Caracciolo. 2. Messa per il Conte Leonardo Caracciolo 7. Messa per Bona Albanese Messa della croce 12. Messa per Andriella con la commemorazione della santa croce».
Nella relazione della Visita Apostolica fatta dal 6 al 17 novembre 1580 all'arcipretura nullius dioecesis di Cerignola, disposta dal papa Gregorio XIII (1572-1585) ed attuata dal visitatore apostolico mons. Gaspare Cenci, vescovo di Melfi e Rapolla, conservata presso l'Archivio Apostolico Vaticano (già Archivio Segreto Vaticano), tra le feste da osservare si menziona quella della Santa Croce: « Maggio 3. S. Croce ».
La scultura, prima del restauro conservata nei locali al piano superiore della sacrestia del Duomo Tonti, si presentava rimaneggiata, ricoperta da una ridipintura del Settecento sovrapposta alla pellicola pittorica originaria, come da me fotografato in diapositiva a colori. Da una prima analisi l'opera si rivelava di considerevole qualità formale, attribuibile al XV secolo, datazione indicata nel mio libro Cerignola sacra (2008).
Il necessario restauro del Crocifisso fu eseguito tra il 1999 e il 2000 a cura della Soprintendenza per i Beni architettonici, artistici e storici della Puglia, che affidò tale lavoro alla restauratrice Maria Pia Bochicchio di Altamura (Bari), portando alla luce la pregevole qualità artistica del manufatto.
Il Crocifisso restaurato fu esposto alla pubblica venerazione il 20 gennaio 2000 nel Duomo Tonti. La scultura, di ignoto artista di ambito dell'Italia meridionale del XV secolo, con echi del tardogotico, raffigura il Christus patiens (Cristo sofferente).
Il Cristo, alto cm 153,5 e con l'estensione delle braccia di cm 158,5, ha il viso magro con zigomi alti, gli occhi chiusi, la bocca semiaperta, una corta barba scura divisa in due fasce, i capelli che si spartiscono ricadendo sulle spalle, gocce di sangue sulla fronte provocate dalla corona di spine, la testa reclinata verso destra. Il torace, con la grande piaga grondante sangue nel costato trafitto dalla lancia, è sollevato rispetto all'addome, con un naturalismo plastico dei muscoli ben delineati.
Il perizoma è di color bianco con tracce di blu. Il corpo è sostenuto dalle braccia aperte e tese, nelle quali si avverte rigidità. Le mani sono trafitte dai chiodi. Un unico chiodo attraversa i due piedi, il destro sovrapposto al sinistro. Questa iconografia dei tre chiodi sostituì agli inizi del XIII secolo i piedi affiancati e trafitti ciascuno da un chiodo, come nel Christus triumphans (Cristo trionfante).
Con la nuova collocazione il Crocifisso, rappresentazione plastica del transitus Domini nel mondo, contribuisce a infondere nel popolo di Cerignola la fiducia nell'azione salvifica di Gesù, generatrice di luce e di amore.
dott. Angelo Disanto