Don Antonio Palladino
Don Antonio Palladino

Il cerignolano don Antonio Palladino: un prete da venerare - di Angelo Disanto

Il Venerabile don Antonio Palladino (1881-1926), per la sua opera pastorale e per l’amore verso i poveri, godeva della fama di santità già in vita.

Il Venerabile don Antonio Palladino (1881-1926), per la sua opera pastorale e per l'amore verso i poveri, godeva della fama di santità già in vita. Vari pensieri e ricordi furono pubblicati nel trigesimo della morte nel volume In memoria di Mgr. Can.co D. Antonio Palladino Cameriere Segreto di S.S. Papa Pio IX, Società Editrice "Fiammata", Foggia 1926. Dopo la traslazione della salma del Palladino avvenuta il 24 aprile 1948 dalla tomba del Capitolo Cattedrale (cimitero) alla chiesa della Pia Opera del Buon Consiglio, promossa dal canonico don Giuseppe Balzano e disposta dal vescovo Donato Pafundi, questi commissionava a don Giuseppe De Simone la prima biografia del Palladino, edita con lo pseudonimo don Pinuzzo, dal titolo Un prete fra i rossi, Casa Editrice "Corale", Bonea di Vico Equense 1949.
Nel tempo diverse biografie e articoli riguardanti don Antonio ne fecero conoscere vita e virtù.

La priora generale della Congregazione delle Suore Domenicane del SS. Sacramento, Madre Tarcisia Ippolito, in qualità di "attore", il 7 marzo 1992 nominava postulatore della causa di beatificazione del Servo di Dio on Antonio Palladino il domenicano fra Domenico Abbrescia.
Il vescovo Giovan Battista Pichierri pubblicava il 10 novembre 1992 l'Editto per raccogliere scritti a stampa, manoscritti, diari e lettere del Palladino, e con decreto del 5 dicembre istituiva la Commissione storica. Quindi il 24 giugno 1993 chiedeva il parere della Conferenza Episcopale Pugliese, che in data 9 ottobre 1993 esprimeva parere favorevole all'avvio della causa.
Il vescovo, dopo aver nominò nel 1993 Teologi censori i sacerdoti Nunzio Galantino e Luigi Mansi, e Promotore di giustizia mons. Samuele Cioffi, trasmetteva la documentazione alla Congregazione delle Cause dei Santi, che il 18 agosto 1994 concedeva il "Nihil obstat".
Il 10 dicembre 1994 il vescovo nominava notaio della causa il canonico don Domenico Carbone, perché insieme al promotore di giustizia mons. Samuele Cioffi raccogliesse altre testimonianze "de visu" sul Palladino.

Dimessosi per motivi di salute il postulatore padre Domenico Abbrescia o.p., il 28 maggio 1995 fu nominato in sua vece padre Innocenzo Venchi o.p.
L'8 settembre 1995 il vescovo Pichierri decretava aperto il processo canonico e nominava il Tribunale ecclesiastico diocesano così composto: Giudice delegato mons. Sabino Cianci, Promotore di giustizia mons. Samuele Cioffi, Notaio attuario canonico don Domenico Carbone, Notaio aggiunto suor Nivea Cianci, Cursore e addetto alle comunicazioni e alle ricerche avv. Carlo Forcella. Il 14 ottobre 1995 nella cattedrale di Cerignola si svolse l'apertura pubblica della causa con il giuramento dei componenti del tribunale. Durante l'Inchiesta diocesana (1995-1999) furono raccolte ed esaminate altre testimonianze sul Servo di Dio.

Il 14 maggio 1999 nella cattedrale si chiudeva la fase diocesana del processo. Incaricato dal vescovo, il postulatore padre Venchi consegnava i documenti del processo alla Congregazione delle Cause dei Santi, che ne approvava la validità con decreto del 6 ottobre 2000.
In data 12 gennaio 2001 la Congregazione delle Cause dei Santi nominava il padre Girolamo Fokciǹski s.j. relatore della causa. Il 30 aprile 2003 madre Tarcisia Ippolito nominava padre Paolo Lombardo o.f.m. nuovo postulatore in sostituzione del padre Venchi.

Il vescovo Felice di Molfetta l'11 novembre 2003 apriva un'Inchiesta suppletiva diocesana sul Servo di Dio, nominando Giudice delegato don Agostino Divittorio, Promotore di giustizia don Antonio Maurantonio, Notaio attuario don Pasquale Ieva, Cursore e addetto alle comunicazioni l'avv. Carlo Forcella.
Il 14 maggio 2004 il vescovo Felice di Molfetta affidava al postulatore il compito di consegnare alla Congregazione delle Cause dei Santi copia degli elaborati dell'Inchiesta suppletiva. La stessa Congregazione il 24 febbraio 2007 decretava la validità di tale documentazione.
Nel 2009 il vescovo Felice di Molfetta consegnava personalmente alla Congregazione delle Cause dei Santi i due volumi della Positio super vita et virtutibus per la beatificazione e la canonizzazione del Servo di Dio Antonio Palladino.

Don Antonio fu dichiarato Venerabile il 10 dicembre 2010 dal papa Benedetto XVI, che autorizzava a pubblicarne il relativo decreto il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, cardinale Angelo Amato. Questi il 12 maggio 2011 lesse il decreto di venerabilità in una concelebrazione nel Duomo "Tonti" con il vescovo Felice di Molfetta e il clero, presente la Congregazione delle Suore Domenicane del SS. Sacramento.

Dal 15 maggio 2019, per unanime volontà del vescovo Luigi Renna, della Congregazione delle Suore Domenicane del SS. Sacramento e della postulazione (fra Francesco Ricci o.p. e il vice-postulatore mons. Carmine Ladogana), i resti mortali del Palladino, traslati l'11 maggio dalla chiesa della Pia Opera del Buon Consiglio, venivano collocati in un sepolcro nella chiesa di San Domenico, per restituire a don Antonio un respiro ecclesiale, e per avvicinarlo al Piano delle fosse, luogo evocativo di lavoro dei cosiddetti sfossatori, ma anche di sangue versato dai braccianti, amati da don Antonio in tutta la sua vita.
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