Religioni
Il 9 febbraio un convegno organizzato dalla Caritas della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano
L'incontro si chiama “Prendersi cura dell’anello debole”
Cerignola - sabato 4 febbraio 2023
9.39 Comunicato Stampa
La Caritas della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano ha organizzato il convegno sul tema "Prendersi cura dell'anello debole. Dalle povertà all'inclusione sociale", in programma giovedì, 9 febbraio 2023, a partire dalle ore 18,30 nel Salone "Giovanni Paolo II" della Curia Vescovile di Cerignola (piazza Duomo, n. 42). L'iniziativa costituirà l'occasione per la presentazione del XXI Rapporto di Caritas Italiana, dal titolo "L'anello debole", su povertà ed esclusione sociale, e del Report 2022 sugli interventi effettuati dal Pronto Intervento Sociale (PIS), progetto dell'Ambito territoriale di Cerignola gestito dall'Organizzazione di Volontariato "Servi Inutili", braccio operativo della Caritas Diocesana.
Dal Rapporto nazionale emerge che non esiste una sola povertà: ce ne sono tante, conseguenza dei disastrosi effetti della pandemia, ancora in corso, e delle ripercussioni della vicina guerra in Ucraina. Nel 2021 i poveri assoluti nel nostro Paese sono stati circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni di bambini. Tra gli "anelli deboli", emergono i numerosi giovani colpiti dalle molte forme di povertà: dalla povertà ereditaria, che si trasmette "di padre in figlio", per cui occorrono almeno cinque generazioni a una persona che nasce in una famiglia povera per raggiungere un livello medio di reddito; alla povertà educativa, la cui consistenza evidenzia che solo l'8% dei giovani con genitori senza titolo superiore riesce a ottenere un diploma universitario.
Nel 2021 quasi 2.800 Centri di Ascolto Caritas hanno effettuato oltre 1,5 milioni di interventi, per poco meno di 15 milioni di euro, con un aumento del 7,7% delle persone che hanno chiesto aiuto rispetto all'anno precedente. Anche nel 2022 i dati raccolti fino a oggi confermano questa tendenza. Non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche di numerose persone che oscillano al limite dello stato di bisogno. Il 23,6% di quanti si rivolgono ai Centri di Ascolto sono lavoratori poveri. Tale condizione tocca il vertice con gli assistiti stranieri, fra i quali il 29,4% è un lavoratore povero.
"Questi due report – dichiara don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas diocesana – ci danno una direzione chiara per come agire nei nostri territori e per come programmare gli interventi. La nostra Caritas continuerà a prendersi cura dell'anello debole e a mettere in atto processi d'integrazione nel tessuto sociale ed ecclesiale affinché nessuno si senta escluso".
Al convegno interverranno, dopo i saluti istituzionali delle autorità, la dott.ssa Vera Pellegrino della Caritas di Trieste; don Alessandro Mayer, delegato regionale Caritas; la dott.ssa Daniela Conte, dirigente dei Servizi Sociali, ambito territoriale; Costanza Netti, presidente dell'Associazione "Servi Inutili".
Dal Rapporto nazionale emerge che non esiste una sola povertà: ce ne sono tante, conseguenza dei disastrosi effetti della pandemia, ancora in corso, e delle ripercussioni della vicina guerra in Ucraina. Nel 2021 i poveri assoluti nel nostro Paese sono stati circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni di bambini. Tra gli "anelli deboli", emergono i numerosi giovani colpiti dalle molte forme di povertà: dalla povertà ereditaria, che si trasmette "di padre in figlio", per cui occorrono almeno cinque generazioni a una persona che nasce in una famiglia povera per raggiungere un livello medio di reddito; alla povertà educativa, la cui consistenza evidenzia che solo l'8% dei giovani con genitori senza titolo superiore riesce a ottenere un diploma universitario.
Nel 2021 quasi 2.800 Centri di Ascolto Caritas hanno effettuato oltre 1,5 milioni di interventi, per poco meno di 15 milioni di euro, con un aumento del 7,7% delle persone che hanno chiesto aiuto rispetto all'anno precedente. Anche nel 2022 i dati raccolti fino a oggi confermano questa tendenza. Non si tratta sempre di nuovi poveri ma anche di numerose persone che oscillano al limite dello stato di bisogno. Il 23,6% di quanti si rivolgono ai Centri di Ascolto sono lavoratori poveri. Tale condizione tocca il vertice con gli assistiti stranieri, fra i quali il 29,4% è un lavoratore povero.
"Questi due report – dichiara don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas diocesana – ci danno una direzione chiara per come agire nei nostri territori e per come programmare gli interventi. La nostra Caritas continuerà a prendersi cura dell'anello debole e a mettere in atto processi d'integrazione nel tessuto sociale ed ecclesiale affinché nessuno si senta escluso".
Al convegno interverranno, dopo i saluti istituzionali delle autorità, la dott.ssa Vera Pellegrino della Caritas di Trieste; don Alessandro Mayer, delegato regionale Caritas; la dott.ssa Daniela Conte, dirigente dei Servizi Sociali, ambito territoriale; Costanza Netti, presidente dell'Associazione "Servi Inutili".