I pensieri e le parole di Mogol – Battisti in scena a Cerignola
Al Teatro Roma di Cerignola è andato in scena Pensieri e Parole di Mogol, prima assoluta dello spettacolo ideato e interpretato da Cristian Levantaci
Cerignola - domenica 9 febbraio 2020
9.12
Se a chi ha cercato di rimorchiare ragazze strimpellando sulla chitarra i tre accordi de "La canzone del Sole" aggiungiamo chi a casa ha almeno un 45 giri di Lucio Battisti e chi riesce a finire la frase: il carretto passava e…, probabilmente avremo coperto il 90% della popolazione italiana. E non potrebbe essere altrimenti visto che Lucio Battisti è uno di quei cantautori che fanno parte della nostra storia, uno di quelli che con Celentano, Mina, e tanti altri fu tra i primi a entrare nelle case degli italiani grazie alla tv in bianco e nero, e che è riuscito a restare popolare anche tra le nuove generazioni. In buona sostanza uno di quelli che è impossibile non conoscere.
Lo spettacolo "Pensieri e Parole di Mogol", andato in scena al Teatro Roma di Cerignola in prima assoluta ieri sera, porta in scena proprio questo, le parole di Mogol (al secolo Giulio Rapetti); ma non solo quelle delle canzoni che più o meno tutti hanno sentito almeno una volta, ma anche quelle che il pubblico non conosce, quelle che la coppia di autori più famosa della musica italiana si sono dette tra di loro, quelle che hanno fatto nascere capolavori come I giardini di Marzo e E penso a te.
In epoca di cover, dove la gara è a chi imita meglio gli originali (esistono contest appositi ndr), ben venga un altro modo di restituire al pubblico l'emozione di concerti impossibili. Lo spettacolo ideato e interpretato da Cristian Levantaci, calato nei panni di Mogol, non è una sfida facile ma, aggiungendo alla pura esibizione canora il racconto del rapporto personale tra i Lennnon e McCartney nostrani, il cantattore è riuscito a far cantare e il pubblico che ha riempito la sala del Teatro Roma di Cerignola e al tempo stesso a farlo sbirciare dietro le quinte di una collaborazione che, nella musica leggera italiana, ad oggi non è stata ancora replicata.
Nella serata finale di Sanremo al Teatro Roma un pubblico di tutte le età ha battuto le mani a ritmo su Il tempo di morire e ha chiesto il bis cantando in piedi La canzone del sole. E qui nasce spontanea una riflessione: tra vent'anni sentiremo ancora canticchiare i brani che vengono tele votati in massa come oggi ricordiamo Acqua azzurra, acqua chiara? Lo scopriremo solo vivendo.
Lo spettacolo "Pensieri e Parole di Mogol", andato in scena al Teatro Roma di Cerignola in prima assoluta ieri sera, porta in scena proprio questo, le parole di Mogol (al secolo Giulio Rapetti); ma non solo quelle delle canzoni che più o meno tutti hanno sentito almeno una volta, ma anche quelle che il pubblico non conosce, quelle che la coppia di autori più famosa della musica italiana si sono dette tra di loro, quelle che hanno fatto nascere capolavori come I giardini di Marzo e E penso a te.
In epoca di cover, dove la gara è a chi imita meglio gli originali (esistono contest appositi ndr), ben venga un altro modo di restituire al pubblico l'emozione di concerti impossibili. Lo spettacolo ideato e interpretato da Cristian Levantaci, calato nei panni di Mogol, non è una sfida facile ma, aggiungendo alla pura esibizione canora il racconto del rapporto personale tra i Lennnon e McCartney nostrani, il cantattore è riuscito a far cantare e il pubblico che ha riempito la sala del Teatro Roma di Cerignola e al tempo stesso a farlo sbirciare dietro le quinte di una collaborazione che, nella musica leggera italiana, ad oggi non è stata ancora replicata.
Nella serata finale di Sanremo al Teatro Roma un pubblico di tutte le età ha battuto le mani a ritmo su Il tempo di morire e ha chiesto il bis cantando in piedi La canzone del sole. E qui nasce spontanea una riflessione: tra vent'anni sentiremo ancora canticchiare i brani che vengono tele votati in massa come oggi ricordiamo Acqua azzurra, acqua chiara? Lo scopriremo solo vivendo.