campo scout Cerignola
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Vita di città

Gruppo Scout Cerignola 2: arrivato l’aut aut per ottanta ragazzi e loro famiglie

La vicenda si è chiusa pochi giorni fa con un obbligo di smantellamento senza alcun preavviso

Ha tutti gli elementi di una storia che sa di soprusi e di diritti calpestati, quella che ha come protagonista il Gruppo Scout Cerignola 2, e che-a quanto pare- ha avuto il suo triste epilogo alcuni giorni fa.

Con l'aiuto di due appartenenti al gruppo, l'abbiamo ripercorsa sin dall'inizio, perché ci sembra giusto dare voce a chi, dopo anni di impegno, abnegazione e sacrificio, ha visto vanificare nel nulla ogni sforzo di rendere migliore questa città.

"Nel 2019 è nato il boschetto del Gruppo Scout Cerignola 2. Per realizzarlo abbiamo raccolto offerte tra i commercianti di Cerignola. A loro abbiamo mostrato il progetto, che appunto prevedeva un luogo in zona Fornaci, che sarebbe servito per svolgere le nostre attività di Scout con bambini e ragazzi del nostro gruppo.

Grazie all'interesse e alla sensibilità di alcuni abbiamo raccolto circa mila euro. Con quel denaro abbiamo bonificato completamente l'intera area e piantato nuovi alberi. Per tre anni abbiamo svolto le nostre attività con continuità, realizzando anche alcuni eventi aperti al pubblico e apprezzati dalla cittadinanza (ad esempio il Falò di Santa Lucia).

Il Campo Scout ha anche funzionato spesso come luogo di accoglienza dei pellegrini che percorrono la Via Francigena, abbiamo svolto catechesi rivolta ai ragazzi. Inoltre, nel corso del tempo è diventato un prezioso punto di riferimento anche per la formazione degli Scout a livello nazionale.

Nel 2022 siamo venuti a conoscenza che il Comune ha intenzione di realizzare un progetto su quell'area. Ci interfacciamo con i rappresentanti dell'Amministrazione per capire cosa vogliono fare, e ci viene detto che nel medesimo posto in cui sorge il Campo Scout è prevista la realizzazione di un parco cittadino con i fondi messi a disposizione dal PNRR.

In una delle riunioni qualcuno del Comune ci ha anche detto: "Fate un progetto perché siamo disposti ad accogliere le vostre idee, miglioreremo quell'area, così avrete una sede migliore in cui svolgere le attività".

Naturalmente noi abbiamo accolto con entusiasmo l'invito, abbiamo buttato giù due o tre progetti e li abbiamo consegnati al Comune. Per due anni, però, non si è saputo nulla al riguardo.

Un giorno ci hanno chiamato avvisandoci che c'era qualcuno con la ruspa che stava buttando via tutto ciò che si trovava nell'area verde. Era il Comune che aveva cominciato i lavori. Qualche giorno prima avevano già affisso il cartello di "Inizio Cantiere", ma nessuno di noi era stato avvisato personalmente.

Le ruspe hanno distrutto gli alberi, il pennone con lo stemma del Gruppo, tutto. Stavamo realizzando anche una torretta di segnalazione per i ragazzi, hanno smontato anche quella e buttato via la bacheca in legno. E' stato smantellato anche il cancello e la recinzione.

Ci siamo opposti, ovviamente, ma senza ottenere nulla. L'ingegnere referente del progetto del parco ci ha riferito che i fondi erano arrivati, e per questo dovevamo smantellare immediatamente l'intera area. Così abbiamo chiamato i Carabinieri per impedire che ci buttassero fuori senza alcun diritto di poterlo fare. Più tardi si è almeno raggiunto poi il compromesso di lasciare a noi Gruppo Scout il capannone (ex Chiesa di San Trifone) in cui avevamo conservato attrezzi e utensili per lo svolgimento delle attività.

Ci siamo quindi interfacciati con l'ingegnere per dirgli: "Alt, qui non potete smantellare nulla", anche perché noi sapevamo con certezza che il pezzo del terreno su cui sorge la nostra sala scout e la vecchia chiesa appartiene alla Curia, il c.d. "Capitolo Cattedrale".

Il Comune non poteva quindi buttare tutto giù, semplicemente perché la proprietà non era la sua.

Facciamo emergere questo "particolare" importante e i lavori si bloccano. Ci dicono però che l'area va sistemata e va fatta la manutenzione necessaria, visto che intorno sorgerà il parco pubblico.

Anche stavolta noi abbiamo accettato di buon grado l'invito, organizzando riunioni per programmare interventi di abbellimento, e nel frattempo abbiamo continuato ad utilizzare la nostra sede, anche se è stata circoscritta all'interno di un cantiere pubblico. Tale circostanza ci ha più volte costretti a chiamare qualcuno che aveva le chiavi per aprire.

Passano i mesi, ci promettono che quel posto sarebbe rimasto a noi, ma nel frattempo veniamo a conoscenza della previsione di installare bagni pubblici, di costruire una sala polifunzionale da destinare ad altre associazioni, ecc., tutti interventi che poco si conciliano con i principi e le attività di un Gruppo Scout.

Ci viene lasciato il capannone, in cui abbiamo conservato tutto ciò che serve al Gruppo per svolgere le attività con i ragazzi. Nel frattempo tutto il materiale è stato conservato in una stanza della Parrocchia.

Qualche giorno fa, l'ennesima batosta. E' arrivata una comunicazione contenente l'invito a smantellare il capannone entro sette giorni.

Abbiamo saputo che diversi mesi fa il Comune ha ottenuto l'affrancamento del terreno dalla Curia Vescovile.

Anche il nostro sacerdote non ne sapeva nulla.

Ancora una volta alle nostre spalle e senza alcun preavviso ci è stato anche tolto il capannone, che rappresenta in fondo la nostra storia. Essendo ora in appoggio presso la Parrocchia, siamo stati privati di fatto della possibilità di realizzare attività con i nostri ottanta ragazzi e rispettive famiglie secondo il metodo Scout".

L'amaro sfogo di questi due Scout lascia aperta una riflessione su quanta poca attenzione venga riservata alle realtà giovanili come questa, che ha dimostrato negli anni un positivo impatto sul territorio e una forte capacità di aggregazione.
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