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Goletta Verde: in Puglia 13 su 20 fuorilegge
Dei quattro prelievi effettuati in provincia di Foggia, due hanno dato un giudizio di "fortemente inquinato"
Puglia - venerdì 29 luglio 2016
15.39 Comunicato Stampa
Goletta Verde presenta i risultati del monitoraggio in Puglia
Cariche batteriche elevate per sette campionamenti su 30 tra foci di fiumi, torrenti e scarichi.
Focus regionale sulla depurazione:
sono 7 gli impianti che continuano a scaricare nel sottosuolo. Il 20% dei depuratori presenta una non conformità alla direttiva sulla depurazione mentre il 19% è soggetto a scarichi anomali. Procedono gli interventi di potenziamento e adeguamento per risolvere le criticità. Scendono a 27 i Comuni sottoposti a procedura d'infrazione
Legambiente: "Dai monitoraggi di Goletta Verde risulta migliore la qualità delle acque di balneazione. Rimangono però le criticità su tutti i tratti di mare interessati dalle foci di fiumi e canali.
Sul fronte della depurazione chiediamo al governatore Emiliano di istituire una cabina di regia fra assessorati competenti per affrontare in maniera organica il problema del recupero e dello smaltimento dei fanghi di depurazione"
Sette campionamenti su trenta eseguiti lungo le coste pugliesi, in corrispondenza delle foci di fiumi, canali e torrenti, risultano fuori dai limiti di legge e, di questi, sei sono "fortemente inquinati".
È questo in sintesi l'esito del monitoraggio effettuato in Puglia da Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all'informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane - realizzata grazie al sostegno del Consorzio obbligatorio degli oli Usati (COOU) e dei partner tecnici NAU e Novamont - presentato questa mattina a Bari da Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia e daKatiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde, alla presenza di Giovanni Giannini, assessore Infrastrutture e Mobilità della Regione Puglia, Nicola Giorgino, presidente Autorità Idrica Pugliese e Nicola Ungaro, della direzione scientifica Arpa Puglia.
I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente tra il 18 e il 22 luglio. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e sono considerati come "inquinati" i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e "fortemente inquinati" quelli che superano di più del doppio tali valori.
"Dai monitoraggi della Goletta Verde - afferma Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia - risulta migliore la qualità delle acque di balneazione in Puglia anche se permangono le criticità su tutti i tratti di mare interessati dalle foci di fiumi e canali. La situazione migliora sul fronte della depurazione: diminuiscono sia gli impianti che scaricano nel sottosuolo che quelli soggetti a scarichi anomali e scendono a 27 i Comuni pugliesi sottoposti a procedura d'infrazione. Tuttavia ancora il 20% dei depuratori pugliesi continua a non essere conforme alla direttiva depurazione mentre procedono gli interventi di potenziamento/adeguamento, compresi quelli per il contenimento delle emissioni odorigene. A tal proposito chiediamo al governatore Emiliano di istituire una cabina di regia fra assessorati competenti per affrontare in maniera organica il problema del recupero e dello smaltimento dei fanghi di depurazione la cui produzione aumenterà nei prossimi anni a seguito del potenziamento dei depuratori".
Focus regionale sulla depurazione
Sono 186 gli impianti di depurazione a servizio degli agglomerati pugliesi, di cui 183 gestiti da Acquedotto Pugliese e 3 gestiti direttamente dai comuni (Lesina Marina, Bovino, Sannicandro Garganico-Torre Mileto). In generale, continuano ad insistere problemi di funzionamento e criticitàche, in alcuni casi, rendono inefficace la depurazione dei reflui. La scarsa disponibilità idrica superficiale naturale condiziona fortemente la tipologia dei recapiti finali nella nostra regione. Questo comporta che solo il 4% dei recapiti finali dei depuratori è costituito da corpi idrici superficiali significativi, il 76% è costituito da lame e corsi d'acqua minori o dal suolo(attraverso trincee drenanti), il 15% recapita a mare. Scendono a 7 gli impianti che continuano a scaricare nel sottosuolo, con grave rischio di inquinamento delle falde acquifere (Casamassima Vecchio, Cassano delle Murge Vecchio, Carovigno Vecchio, Lesina Marina, Uggiano la Chiesa, Manduria Vecchio e Martina Franca).
Dal monitoraggio effettuato dall'Arpa Puglia nel 2015 (ben 2.451 controlli) emerge che sono 37 gli impianti di depurazione che presentano una non conformità alla Direttiva comunitaria (91/271) sul trattamento delle acque reflue urbane. Di questi 37 impianti: su 27 sono già in corso interventi di adeguamento/potenziamento (Foggia, Isole Tremiti, Pulsano nuovo, San Giorgio Jonico, Molfetta, Polignano a Mare, Canosa di Puglia 1, Lucera 1, Ortanova, Specchia, Uggiano la Chiesa, Monteiasi, Bitonto, Barletta, Trani, Ceglie Messapica, Manfredonia 1, Faggiano, Gioia del Colle, Andria 1, Monte Sant'Angelo 2, Bari Ovest, Cerignola 1, San Severo, Castrignano del Capo, Montemesola, Ascoli Satriano 1); su 5 è prevista la dismissione(Casamassima vecchio, Cassano delle Murge vecchio, Carovigno Vecchio, Bovino, Manduria vecchio); per i restanti 5 (Troia, Vico del Gargano, Biccari, Castelnuovo della Daunia, Foggia 2 Borgo Incoronata) sono stati attivati interventi di manutenzione straordinaria ma resta da definire la copertura finanziaria per gli interventi di adeguamento e/o potenziamento.
Sono 87 interventi di potenziamento già attivati (9 già conclusi, 46 con lavori/collaudo in corso e 32 in progettazione) che mirano ad incrementare la potenzialità di trattamento di 85 depuratori.
Il deficit strutturale dei depuratori rispetto alla previsione del Piano Regionale di Tutela delle acque si è attestato nel 2015 su 1,4 milioni di Abitanti Equivalenti (24% del totale) e si ridurrà 150.000 Abitanti Equivalenti (2% del totale) ad esito di detti interventi.
Gli interventi di potenziamento degli impianti porteranno, nei prossimi 5 anni, ad un incremento del 40% della produzione del fango da depurazione. A regime la produzione di fanghi dovrebbe attestarsi su un valore di 360.000 tonnellate/anno. Il fango prodotto dagli impianti di depurazione è già oggi quasi completamente idoneo al riutilizzo/recupero (97%). Tuttavia, in assenza di una strategia regionale, una quota considerevole del fango riutilizzabile viene conferito fuori Regione (nel 2015 il 40% della produzione complessiva) con un enorme aggravio di costi (a valere sulla TARIFFA pagata dagli utenti in bolletta). A tal proposito va riconsiderato concretamente il problema della gestione dei fanghi provenienti dal trattamento dei reflui urbani.
Per quanto riguarda le emissioni odorigene ossia il confinamento e il trattamento degli odori sono state rilasciate le autorizzazioni all'emissione in atmosfera per 34 impianti di depurazione (30 in Provincia di Lecce a cui si aggiungono Ruvo, Terlizzi, Bisceglie e Trani (BAT, Carovigno consortile). Nelle more dell'ottenimento delle autorizzazione sono stati già attivati 26 interventi per la realizzazione delle coperture e sistemi di trattamento aria su altrettanti impianti delle Province di Fg, Br, Città Metropolitana di Bari. E ne sono stati programmati altri 68 da realizzare entro il 2020 (per un totale di 94 interventi). In alcuni casi, il confinamento e il trattamento degli odori è stato incluso tra le opere di potenziamento, in altri casi sono stati previsti interventi ex novo.
Tra i fattori che possono inficiare il processo depurativo degli impianti ci sono anche gli scarichi anomali (arrivi impropri di acque meteoriche, di vegetazione e di natura lattiero-casearia). Attualmente, sono 35 gli impianti di depurazione soggetti a scarichi anomali, circa il 19%. È bene evidenziare che le criticità sui depuratori dovute al refluo i ingresso sono diminuite, grazie agli oltre 1300 controlli effettuati in collaborazione con le Forze dell'Ordine sugli scarichi a monte dei depuratori. A tal proposito, è stato sottoscritto un protocollo d'intesa con la Prefettura BAT che ha coinvolto AQP, Provincia, Corpo Forestale dello Stato e Capitaneria di Porto.
In Puglia sono presenti 5 impianti di affinamento gestiti da Acquedotto Pugliese, di cui tre regolarmente in esercizio, ovvero Corsano (volume riutilizzato 2015 in agricoltura 145.324 mc/anno), Gallipoli (volume riutilizzato 2015 in agricoltura 142.098 mc/anno), Ostuni (volume riutilizzato 2015 in agricoltura 50.259 mc/anno), e i restanti due, S.Pancrazio Salentino e Trinitapoli, in attesa dei lavori necessari da parte dei rispettivi Consorzi di bonifica per garantire la distribuzione irrigua. Vi sono inoltre diversi gli impianti di depurazione che sarebbero già strutturalmente in grado di garantire il riuso e che successivamente, come previsto nella programmazione regionale, consentiranno di utilizzare la risorsa idrica anche ai fini irrigui. In particolare per gli impianti depurativi a servizio degli agglomerati di San Severo, San Ferdinando di Puglia, Castellana Grotte, Acquaviva delle Fonti, Noci, Maruggio, Montemesola e Casarano, il riutilizzo della risorsa è previsto a breve termine.
Sono diventati 27 (dagli originari 37) i comuni sottoposti a procedura di infrazione ai danni dell'Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane (procedura n. 2014/2059 del 31 marzo 2014). La sentenza di condanna è definitiva per la depurazione solo per gli agglomerati di Casamassima e Porto Cesareo.
"L'obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è quello di individuare i punti critici di una regione e le pressioni inquinanti che ancora gravano sulla costa, analizzando il carico batterico che arriva in mare prevalentemente dalle foci di fiumi, canali o scarichi non depurati - spiega Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde - Il nostro, è bene ribadirlo, è un monitoraggio puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né assegniamo patenti di balneabilità, ma restituiamo comunque un'istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni. In Puglia, pur registrando un miglioramento della situazione rispetto agli anni passati, riscontriamo ancora criticità, nuove o già note, che vanno subito risolte. Al centro della nostra analisi ci sono gli scarichi non depurati che arrivano in mare, problema su cui occorre dare un segnale di forte responsabilità e concretezza negli interventi. Occorre ragionare in una scala più ampia dei semplici confini comunali o territoriali e valutare caso per caso la soluzione migliore".
Quadro di dettaglio dei monitoraggi effettuati lungo gli 810 chilometri di costa pugliesi:
Quattro i punti analizzati in provincia di Bari, tutti con valori nella norma: nella città capoluogo il campione è stato prelevato nei pressi della Fiera del Levante, presso la spiaggia libera di fronte al canale Lamasinata; a Molfetta nella spiaggia Riserva di Torre Calderina; a Polignano a Mare alla spiaggia Lama Monachile e a Monopoli presso la spiaggia a sud del Castello di Santo Stefano.
Dei quattro prelievi effettuati in provincia di Foggia, due hanno dato un giudizio di "fortemente inquinato: quello a Manfredonia, alla foce del torrente Candelaro, e a Vieste, alla foce del canale presso il Lungomare Mattei, punto scelto e condiviso con l'amministrazione comunale per meglio approfondire le cause determinanti l'inquinamento al fine di risolverne le criticità. Nella norma, invece, gli altri punti campionati a Cagnano Varano, presso la spiaggia libera a sinistra del canale di Capojale e a Vico del Gargano, in località San Menaio, presso via Lungomare.
Sette i campionamenti eseguiti nella provincia di Barletta-Andria-Trani, due dei quali risultati "fortemente inquinati": allo sbocco dello scarico sotto la villa comunale, sul Lungomare Colombo, a Trani, e quello alla foce canale di Ponente (Lungomare Mennea) a Barletta. Entro i limiti gli inquinanti rilevati nell'altro prelievo effettuato a Barletta, sulla spiaggia libera sulla litoranea di Levante; a Margherita di Savoia sia presso la spiaggia sul Lungomare Cristoforo Colombo–Belvedere che in quello alla foce del torrente Carmosina; a Trani a Matinelle presso la spiaggia a destra del molo; a Bisceglie al Salsello, presso la spiaggia sul Lungomare, all'incrocio di via Mauro dell'Olio.
Due punti su cinque giudicati "fortemente inquinati" nel brindisino: allo sbocco del depuratore su via dei Pioppi a Ostuni e alla foce del canale Giancola a Brindisi; mentre è risultato "inquinato" alla foce Canale Reale a Torre Guaceto. Entro i limiti invece l'altro prelievo effettuato a Ostuni, sulla spiaggia del Pilone, in località Torre San Leonardo, a Brindisi sul litorale Apani, presso la spiaggia libera di Via di Torre Testa, e a Fasano, in località Savelletri, presso la spiaggia Archeolido Penna Grande.
In provincia di Taranto sono stati eseguiti quattro campionamenti e tutti i prelievi sono risultati "entro i limiti". Nella norma i campionamenti eseguiti a Castellaneta Marina, presso la spiaggia libera Borgo Pineto, a Palagiano alla foce del fiume Lenne, a Manduria alla foce del fiume Chidro e a Campomarino di Maruggio presso la spiaggia Monaco-Mirante. Un punto extra scelto dai tecnici di Goletta Verde è stato quello di Taranto, presso la spiaggia di viale Virgilio, in corrispondenza di via Cataldo Nitti: sebbene qui esista un divieto di balneazione a causa della sua vicinanza al porto, Legambiente ha voluto verificare l'eventuale presenza di scarichi non depurati.
Infine, cinque i prelievi effettuati nel leccese, tutti entro i limiti di legge: ad Alimini, alla foce del canale del Lago Alimini Grande; a Marina di Leuca presso la foce del canale lungomare Cristoforo Colombo, all'altezza di via Savona; a Gallipoli, in entrambi i punti di prelievo, ovvero alla scogliera Porto Gaio e sulla spiaggia in corrispondenza del canale dei Samari; a Porto Cesareo, alla spiaggia di Punta Prosciutto.
Scarica le tabelle del monitoraggio in Puglia