Attualità
Giuseppe Valentino, regista di Cerignola: “Il mio contributo per valorizzare il territorio della BAT”
Il progetto filmico a cui ha partecipato sarà presentato ad Andria il 4 Agosto prossimo
Cerignola - domenica 30 luglio 2023
11.49
Si parla tanto di promozione e valorizzazione del territorio: tali concetti non sono per nulla astratti, ma anzi molto calati nel quotidiano che ciascuno di noi vive. C'è chi questi principi ne ha fatto dei cardini e punti di riferimento nel proprio lavoro, come il regista cerignolano Giuseppe Valentino, che attraverso il mezzo filmico cerca di far arrivare il "messaggio" a chi, con mente e cuore, è disposto ad ascoltarlo e a farlo suo.
Valentino è tra i promotori, insieme ad Alessia Lenoci che si occupa della comunicazione, della casa di produzione "Ferula Film", con sede a Cerignola, che è nata nel 2017, e da allora ha realizzato opere filmiche di grande interesse e spessore. Di alcune di queste abbiamo già avuto modo di parlare in passato. (link).
Il regista presenterà il lavoro realizzato per il progetto rientrante nella campagna di comunicazione "Il Paesaggio si fa Cultura" durante la conferenza stampa che si terrà presso la sede del Consiglio Provinciale della Provincia di Barletta-Andria-Trani (Piazza San Pio X) il 4 Agosto prossimo ad Andria. Noi nel frattempo lo abbiamo raggiunto per chiedergli qualche anticipazione e qualche curiosità circa l'esperienza che lo ha portato a "rivisitare" i luoghi simbolo del nostro territorio pugliese.
"Il Paesaggio si fa Cultura": come sei riuscito a dare risalto a tale connubio nel video che ti è stato commissionato nel progetto?
"Il progetto nasce da una committenza che è stata affidata a Ferula Film dalla Provincia di Barletta- Andria-Trani. Le linee guida principali riguardano le valorizzazione del territorio, ma non a scopi turistici e culturali (nel senso di promozione rivolta a chi arriva da fuori), ma di restituzione alla popolazione locale. In pratica, il progetto si pone l'obiettivo di riuscire, attraverso il mezzo filmico, di far re-innamorare la gente che vive in questo territorio dei paesaggi, spesso deturpati e dimenticati. E' importante non dimenticare che il paesaggio, i luoghi in cui viviamo, rappresentano un bene comune di cui prenderci cura.
Il paesaggio della BAT è cultura. Le linee che definiscono, l'uso degli spazi e dei materiali di costruzione formano quel connubio tra cultura rurale e paesaggio che lo rendono così interessante e particolare.
Nello spot che ho realizzato è chiara la ricerca di una continuità visiva, che parte dalla Murgia per arrivare alla palude e poi al sale, prima di sfociare nel mare".
Quali sono stati i luoghi che ti hanno più colpito girando le scene del video, e perché?
"I luoghi che mi hanno colpito maggiormente sono quelli che già conoscevo, ma che ho dovuto rivedere con uno sguardo nuovo e fresco: i bacini delle Saline di Margherita di Savoia e Castel del Monte, in cui abbiamo avuto un accesso privilegiato grazie alla Direzione dei Musei di Puglia e Castel del Monte. Poi sicuramente la Grotta di San Michele a Minervino Murge, che è un tesoro poco visitato, ma che vale la pena di riscoprire"
Qual è il tuo sguardo sulla Puglia in generale, e cosa pensi sia importante mettere in evidenza di questo territorio?
"La Puglia ha bisogno di essere protetta, forse addirittura nascosta, resa inaccessibile. Il turismo di massa è spersonalizzante e rende i luoghi tutti simili fra loro. La Puglia, nel suo divenire così aperta al mondo, si sta in realtà plastificando. Quindi io personalmente non metterei in evidenza, anzi nasconderei, perché tutte le cose davvero belle hanno bisogno di lentezza, di essere cercate e trovate con garbo e attenzione, e non sbattute in faccia"
La casa di produzione da te fondata si chiama Ferula Film. Ce ne parli un po', e poi perchè questo nome?
"Ferula Film è nata nel 2017, fondata da me e Alessia Lenoci. Abbiamo prodotto un lungometraggio dal titolo "Xolo", e un documentario in co-produzione con Rai Cinema che si intitola "Senza Tempo". Stiamo lavorando a due nuovi progetti, uno nella provincia di Foggia, nello specifico a Borgo Mezzanone, anch' esso con Rai Cinema, e l'altro a Cipro. Si tratta di due documentari: il docu-film è il medium sul quale ci stiamo concentrando di più, oltre alla realizzazione di spot e mini documentari su commissione.
Il nome "Ferula" richiama appunto la ferula, una pianta selvatica molto diffusa nel nostro paesaggio. Questa specie, quando diventa secca, è molto leggera ma anche resistente. Si narra che in un ramo di ferula Prometeo avesse nascosto il fuoco che poi ha donato agli esseri umani che tanto amava. Per molto tempo la ferula è stata considerata il "legno dei poveri" , da cui si costruivano soprattutto verghe e sgabelli. In dialetto cerignolano, quando un povero contadino oppure operaio migliorava la propria situazione sociale gli si diceva: "Gli sgabelli sono diventate sedie e le sedie sgabelli". Gli sgabelli appunto erano costruiti con il legno della ferula, mentre le sedie di legno autentico (e solo i signori potevano permettersele).
Siccome quando abbiamo cominciato avevamo pochi soldi ma grandi sogni, la ferula ha rappresentato al meglio quello che volevamo fare, ed infatti ci ha portato tanta fortuna"
Ritieni di aver contribuito, con il tuo lavoro filmico, ad un tipo di promozione del territorio non edulcorata, ma concreta e calata nella realtà?
"Dipende dal tipo di lavoro. Spesso con un committente istituzionale o privato, nei primi incontri, si tirano fuori idee originali e nuove, mentre in fase di lavorazione si tende poi alla conservazione, riproponendo qualcosa di già visto per paura di osare, in questo nostro mondo che corre così veloce. Nei nostri lavori più autoriali, invece, abbiamo cercato di fare qualcosa che gettasse luce nuova o per lo meno diversa su alcuni aspetti conosciuti. Un esempio può essere la transumanza, nel documentario "Senza Tempo", che è privo di interviste e spiegazioni, ma che restituisce la pratica dei protagonisti attraverso il suono, l'immagine e l'osservazione"
Un regista pugliese, secondo te, guarda la Puglia più con il cuore o con la mente? In te cosa prevale solitamente?
"Il mio modo di vedere il mondo prescinde da nazionalità o appartenenza regionale. Ora è vero che noi siamo in qualche modo definiti dalla geografia in cui viviamo, da cui proveniamo, ma il mio sguardo è per lo più mediterraneo, che è la parte geografica da cui sento di provenire. Stare a Cipro per un periodo non troppo breve mi ha fatto pensare che ho molto di più in comune con un contadino cipriota rispetto ad un operatore culturale milanese, per esempio.
Quindi io personalmente vado oltre la Puglia, che è un luogo geografico in un grande Mediterraneo che ci accomuna tutti. I confini sono elastici, sentirsi pugliesi in questo grande mondo può essere una limitazione".
La campagna di comunicazione "Il Paesaggio si fa Cultura" è realizzata con il partenariato del Museo della Cultura, Direzione Generale Musei Puglia, Castel del Monte, con il patrocinio della Regione Puglia e della Soprintendenza Archeologica, delle Belle Arti e Paesaggio per la province di Barletta, Andria, Trani e Foggia.
Valentino è tra i promotori, insieme ad Alessia Lenoci che si occupa della comunicazione, della casa di produzione "Ferula Film", con sede a Cerignola, che è nata nel 2017, e da allora ha realizzato opere filmiche di grande interesse e spessore. Di alcune di queste abbiamo già avuto modo di parlare in passato. (link).
Il regista presenterà il lavoro realizzato per il progetto rientrante nella campagna di comunicazione "Il Paesaggio si fa Cultura" durante la conferenza stampa che si terrà presso la sede del Consiglio Provinciale della Provincia di Barletta-Andria-Trani (Piazza San Pio X) il 4 Agosto prossimo ad Andria. Noi nel frattempo lo abbiamo raggiunto per chiedergli qualche anticipazione e qualche curiosità circa l'esperienza che lo ha portato a "rivisitare" i luoghi simbolo del nostro territorio pugliese.
"Il Paesaggio si fa Cultura": come sei riuscito a dare risalto a tale connubio nel video che ti è stato commissionato nel progetto?
"Il progetto nasce da una committenza che è stata affidata a Ferula Film dalla Provincia di Barletta- Andria-Trani. Le linee guida principali riguardano le valorizzazione del territorio, ma non a scopi turistici e culturali (nel senso di promozione rivolta a chi arriva da fuori), ma di restituzione alla popolazione locale. In pratica, il progetto si pone l'obiettivo di riuscire, attraverso il mezzo filmico, di far re-innamorare la gente che vive in questo territorio dei paesaggi, spesso deturpati e dimenticati. E' importante non dimenticare che il paesaggio, i luoghi in cui viviamo, rappresentano un bene comune di cui prenderci cura.
Il paesaggio della BAT è cultura. Le linee che definiscono, l'uso degli spazi e dei materiali di costruzione formano quel connubio tra cultura rurale e paesaggio che lo rendono così interessante e particolare.
Nello spot che ho realizzato è chiara la ricerca di una continuità visiva, che parte dalla Murgia per arrivare alla palude e poi al sale, prima di sfociare nel mare".
Quali sono stati i luoghi che ti hanno più colpito girando le scene del video, e perché?
"I luoghi che mi hanno colpito maggiormente sono quelli che già conoscevo, ma che ho dovuto rivedere con uno sguardo nuovo e fresco: i bacini delle Saline di Margherita di Savoia e Castel del Monte, in cui abbiamo avuto un accesso privilegiato grazie alla Direzione dei Musei di Puglia e Castel del Monte. Poi sicuramente la Grotta di San Michele a Minervino Murge, che è un tesoro poco visitato, ma che vale la pena di riscoprire"
Qual è il tuo sguardo sulla Puglia in generale, e cosa pensi sia importante mettere in evidenza di questo territorio?
"La Puglia ha bisogno di essere protetta, forse addirittura nascosta, resa inaccessibile. Il turismo di massa è spersonalizzante e rende i luoghi tutti simili fra loro. La Puglia, nel suo divenire così aperta al mondo, si sta in realtà plastificando. Quindi io personalmente non metterei in evidenza, anzi nasconderei, perché tutte le cose davvero belle hanno bisogno di lentezza, di essere cercate e trovate con garbo e attenzione, e non sbattute in faccia"
La casa di produzione da te fondata si chiama Ferula Film. Ce ne parli un po', e poi perchè questo nome?
"Ferula Film è nata nel 2017, fondata da me e Alessia Lenoci. Abbiamo prodotto un lungometraggio dal titolo "Xolo", e un documentario in co-produzione con Rai Cinema che si intitola "Senza Tempo". Stiamo lavorando a due nuovi progetti, uno nella provincia di Foggia, nello specifico a Borgo Mezzanone, anch' esso con Rai Cinema, e l'altro a Cipro. Si tratta di due documentari: il docu-film è il medium sul quale ci stiamo concentrando di più, oltre alla realizzazione di spot e mini documentari su commissione.
Il nome "Ferula" richiama appunto la ferula, una pianta selvatica molto diffusa nel nostro paesaggio. Questa specie, quando diventa secca, è molto leggera ma anche resistente. Si narra che in un ramo di ferula Prometeo avesse nascosto il fuoco che poi ha donato agli esseri umani che tanto amava. Per molto tempo la ferula è stata considerata il "legno dei poveri" , da cui si costruivano soprattutto verghe e sgabelli. In dialetto cerignolano, quando un povero contadino oppure operaio migliorava la propria situazione sociale gli si diceva: "Gli sgabelli sono diventate sedie e le sedie sgabelli". Gli sgabelli appunto erano costruiti con il legno della ferula, mentre le sedie di legno autentico (e solo i signori potevano permettersele).
Siccome quando abbiamo cominciato avevamo pochi soldi ma grandi sogni, la ferula ha rappresentato al meglio quello che volevamo fare, ed infatti ci ha portato tanta fortuna"
Ritieni di aver contribuito, con il tuo lavoro filmico, ad un tipo di promozione del territorio non edulcorata, ma concreta e calata nella realtà?
"Dipende dal tipo di lavoro. Spesso con un committente istituzionale o privato, nei primi incontri, si tirano fuori idee originali e nuove, mentre in fase di lavorazione si tende poi alla conservazione, riproponendo qualcosa di già visto per paura di osare, in questo nostro mondo che corre così veloce. Nei nostri lavori più autoriali, invece, abbiamo cercato di fare qualcosa che gettasse luce nuova o per lo meno diversa su alcuni aspetti conosciuti. Un esempio può essere la transumanza, nel documentario "Senza Tempo", che è privo di interviste e spiegazioni, ma che restituisce la pratica dei protagonisti attraverso il suono, l'immagine e l'osservazione"
Un regista pugliese, secondo te, guarda la Puglia più con il cuore o con la mente? In te cosa prevale solitamente?
"Il mio modo di vedere il mondo prescinde da nazionalità o appartenenza regionale. Ora è vero che noi siamo in qualche modo definiti dalla geografia in cui viviamo, da cui proveniamo, ma il mio sguardo è per lo più mediterraneo, che è la parte geografica da cui sento di provenire. Stare a Cipro per un periodo non troppo breve mi ha fatto pensare che ho molto di più in comune con un contadino cipriota rispetto ad un operatore culturale milanese, per esempio.
Quindi io personalmente vado oltre la Puglia, che è un luogo geografico in un grande Mediterraneo che ci accomuna tutti. I confini sono elastici, sentirsi pugliesi in questo grande mondo può essere una limitazione".
La campagna di comunicazione "Il Paesaggio si fa Cultura" è realizzata con il partenariato del Museo della Cultura, Direzione Generale Musei Puglia, Castel del Monte, con il patrocinio della Regione Puglia e della Soprintendenza Archeologica, delle Belle Arti e Paesaggio per la province di Barletta, Andria, Trani e Foggia.