Territorio
Giuseppe Marasco e gli Ispettori Ambientali Territoriali Civilis: “A Cerignola la malavita non dà tregua”
Il Comandante Nazionale da anni è sempre in prima linea contro i reati ambientali
Cerignola - mercoledì 10 gennaio 2024
10.02
In uno degli ultimi video pubblicati sui social il Comandante Giuseppe Marasco ha lanciato un accorato appello ai malviventi che, dopo aver rubato le auto e prelevato i pezzi, le incendiano lasciando le carcasse nelle campagne. "Lasciando i resti cannibalizzati delle auto commettete un reato ambientale, punibile con la reclusione fino a tre anni e sei mesi perché inquinate l'ambiente e l'aria che respiriamo", ha tuonato, evidenziando un aspetto importante, cioè che i reati contro l'ambiente sono altrettanto deprecabili (e gravi) quanto quelli quanto quelli contro il patrimonio (il furto).
Il fenomeno è diffuso sicuramente a Cerignola, "capitale delle automobili rubate", ma anche in altri luoghi della Capitanata. Marasco, Comandante Nazionale degli Ispettori Territoriali "Civilis" è una sentinella del territorio sempre pronto a denunciare e a lanciare appelli anche "pesanti" diretti a risvegliare la coscienza di chi commette tali reati e di tutti coloro che abitano in questa terra "martoriata".
C'è un altro fenomeno, altrettanto grave e diffuso nel territorio di Capitanata, ed è quello dell'eco-mafia.
Più volte, infatti, Marasco e i suoi collaboratori si recano, su segnalazione, nelle campagne che circondano Cerignola, Manfredonia e altri luoghi, trovandovi voluminose balle di rifiuti abbandonate, provenienti da altre regioni italiane. Senza dubbio, secondo l'esperienza di Marasco e dei volontari che lo affiancano, la Capitanata da tempo è ormai considerata la nuova "Terra dei Fuochi". Infatti la maggior parte delle ecoballe riversate nei terreni agricoli pare che arrivi proprio dalla Campania.
Buongiorno, Com. Marasco. La prima domanda che vogliamo porgerle riguarda l'attività degli Ispettori Ambientali Territoriali "Civilis". Si sono aggiunti nuovi volontari nell'ultimo periodo?
"Sì in effetti abbiamo avuto una crescita nel numero dei volontari, in buona parte giovani, ma alcuni sono anche pensionati provenienti dalle forze dell'ordine e dalle forze armate. Ognuno di loro offre la propria disponibilità durante la settimana, in modo che tutti ruotino a turno"
Dalle segnalazioni che Lei fa sul territorio, cosa emerge in particolare?
"La nostra Capitanata sta veramente "messa male". Con il nostro mezzo maciniamo chilometri ogni giorno, e arriviamo in varie località per renderci conto delle situazioni che ci vengono segnalate o di cui veniamo a conoscenza. L'auto di "Civilis" ha raggiunto ormai i 350 mila km, ed è già quasi da rottamare per tutta la strada che ha percorso negli ultimi due/tre anni. La terra di Capitanata è violentata e sottomessa all'ecomafia. Le due piaghe più grandi, infatti, sono l'abbandono dei rifiuti e il furto di auto nuove con successiva cannibalizzazione per la rivendita dei pezzi nel mercato nero (non solo a livello locale, ma anche nazionale e internazionale).
Pur amando Cerignola per le sue bellezze naturali (vedi Lago Capacciotti), la sua storia, le tradizioni e per l'agricoltura, devo ammettere che i cittadini subiscono silenziosamente il dramma delle carcasse di auto abbandonate ovunque, nelle campagne, nei campi, tra gli uliveti. Le forze dell'ordine, nonostante il continuo impegno, non riescono ad arginare questo triste fenomeno. Ci vorrebbe la presenza di più agenti di forze dell'ordine, ma anche dell'esercito armato che possa bloccare la città in entrata e in uscita e i vari tratturi per almeno un anno. Solo così, lentamente, Cerignola potrebbe tornare ad essere considerata una città civile rispettosa delle leggi e dei regolamenti"
Lei è una sentinella preziosa del nostro territorio. Cosa prova nel denunciare costantemente i reati ambientali di cui viene a conoscenza e nel notare che, nonostante la sua abnegazione e quella dei volontari "Civilis", la malavita continua a depredare il territorio?
"Ci sono altre associazioni che si muovono, ma lo fanno soltanto nei loro luoghi di pertinenza, e senza molta concretezza. Per lavorare in questo ambito serve chi ci mette anima, mente, corpo, sacrificio, tutte cose che purtroppo i giovani di oggi non capiscono perché non sono abituati a tutto questo. La malavita si sa non si ferma, il fatto è che si conoscono anche quali sono i delinquenti che commettono tali reati, ma nessuno ha il coraggio di denunciare. C'è una sorta di assuefazione a questi reati, come i fumatori che continuano a fumare pur sapendo che fa male. La malavita cerignolana ha una lunga storia, quindi non è facile debellarla se non si crea la giusta sinergia di forze tra le istituzioni e le forze dell'ordine sul territorio"
Le va fa di lanciare un appello i giovani e agli abitanti di Cerignola, come spesso fa nei suoi video sui social?
"Ai giovani e a tutti i cerignolani dico che Cerignola merita di più, merita di essere apprezzata per le sue straordinarie doti e le bellezze del territorio. L'appello è di lasciar perdere la delinquenza, di trovare un lavoro onesto e dignitoso, e non avere a che fare con la legge e con gli avvocati, che si arricchiscono sui reati"
Cosa si aspetta da questo 2024, per quanto concerne la sua attività?
"Mi auguro che in questo anno ci sia una riduzione dei furti d'auto, una diminuzione degli scarichi dei rifiuti e degli incendi che avvelenano il territorio, il suolo, le falde acquifere e l'aria di Cerignola e della Capitanata. Non dobbiamo meravigliarci che qui tante persone continuano a morire di tumore pur essendo giovanissime, oppure soffrono di tante patologie e malattie. Tutto deriva dall'inquinamento, e su questo si basa la mia lotta quotidiana per ottenere un futuro migliore, sia nostro che delle nuove generazioni".
Giuseppe Marasco, 64 anni, da sempre appassionato di ambiente ed ecologia, ha una lunga carriera in questo ambito. Tra le altre cose, è stato insignito della Laurea honoris causa in Scienze dell'Ambiente e del Creato. Poiché svolge volontariamente e gratuitamente il suo ruolo in prima linea per dare il buon esempio agli altri, è chiamato il "generale soldato".
Sui social Marasco informa quotidianamente i follower circa i ritrovamenti e i danni ambientali, ed è una persona molto apprezzata e stimata per la sua abnegazione ed il suo impegno a favore della collettività. "I miei video non sono fantascienza, purtroppo documentano ciò che avviene realmente nella nostra Capitanata", ci ha tenuto a sottolineare a conclusione dell'intervista.
Il fenomeno è diffuso sicuramente a Cerignola, "capitale delle automobili rubate", ma anche in altri luoghi della Capitanata. Marasco, Comandante Nazionale degli Ispettori Territoriali "Civilis" è una sentinella del territorio sempre pronto a denunciare e a lanciare appelli anche "pesanti" diretti a risvegliare la coscienza di chi commette tali reati e di tutti coloro che abitano in questa terra "martoriata".
C'è un altro fenomeno, altrettanto grave e diffuso nel territorio di Capitanata, ed è quello dell'eco-mafia.
Più volte, infatti, Marasco e i suoi collaboratori si recano, su segnalazione, nelle campagne che circondano Cerignola, Manfredonia e altri luoghi, trovandovi voluminose balle di rifiuti abbandonate, provenienti da altre regioni italiane. Senza dubbio, secondo l'esperienza di Marasco e dei volontari che lo affiancano, la Capitanata da tempo è ormai considerata la nuova "Terra dei Fuochi". Infatti la maggior parte delle ecoballe riversate nei terreni agricoli pare che arrivi proprio dalla Campania.
Buongiorno, Com. Marasco. La prima domanda che vogliamo porgerle riguarda l'attività degli Ispettori Ambientali Territoriali "Civilis". Si sono aggiunti nuovi volontari nell'ultimo periodo?
"Sì in effetti abbiamo avuto una crescita nel numero dei volontari, in buona parte giovani, ma alcuni sono anche pensionati provenienti dalle forze dell'ordine e dalle forze armate. Ognuno di loro offre la propria disponibilità durante la settimana, in modo che tutti ruotino a turno"
Dalle segnalazioni che Lei fa sul territorio, cosa emerge in particolare?
"La nostra Capitanata sta veramente "messa male". Con il nostro mezzo maciniamo chilometri ogni giorno, e arriviamo in varie località per renderci conto delle situazioni che ci vengono segnalate o di cui veniamo a conoscenza. L'auto di "Civilis" ha raggiunto ormai i 350 mila km, ed è già quasi da rottamare per tutta la strada che ha percorso negli ultimi due/tre anni. La terra di Capitanata è violentata e sottomessa all'ecomafia. Le due piaghe più grandi, infatti, sono l'abbandono dei rifiuti e il furto di auto nuove con successiva cannibalizzazione per la rivendita dei pezzi nel mercato nero (non solo a livello locale, ma anche nazionale e internazionale).
Pur amando Cerignola per le sue bellezze naturali (vedi Lago Capacciotti), la sua storia, le tradizioni e per l'agricoltura, devo ammettere che i cittadini subiscono silenziosamente il dramma delle carcasse di auto abbandonate ovunque, nelle campagne, nei campi, tra gli uliveti. Le forze dell'ordine, nonostante il continuo impegno, non riescono ad arginare questo triste fenomeno. Ci vorrebbe la presenza di più agenti di forze dell'ordine, ma anche dell'esercito armato che possa bloccare la città in entrata e in uscita e i vari tratturi per almeno un anno. Solo così, lentamente, Cerignola potrebbe tornare ad essere considerata una città civile rispettosa delle leggi e dei regolamenti"
Lei è una sentinella preziosa del nostro territorio. Cosa prova nel denunciare costantemente i reati ambientali di cui viene a conoscenza e nel notare che, nonostante la sua abnegazione e quella dei volontari "Civilis", la malavita continua a depredare il territorio?
"Ci sono altre associazioni che si muovono, ma lo fanno soltanto nei loro luoghi di pertinenza, e senza molta concretezza. Per lavorare in questo ambito serve chi ci mette anima, mente, corpo, sacrificio, tutte cose che purtroppo i giovani di oggi non capiscono perché non sono abituati a tutto questo. La malavita si sa non si ferma, il fatto è che si conoscono anche quali sono i delinquenti che commettono tali reati, ma nessuno ha il coraggio di denunciare. C'è una sorta di assuefazione a questi reati, come i fumatori che continuano a fumare pur sapendo che fa male. La malavita cerignolana ha una lunga storia, quindi non è facile debellarla se non si crea la giusta sinergia di forze tra le istituzioni e le forze dell'ordine sul territorio"
Le va fa di lanciare un appello i giovani e agli abitanti di Cerignola, come spesso fa nei suoi video sui social?
"Ai giovani e a tutti i cerignolani dico che Cerignola merita di più, merita di essere apprezzata per le sue straordinarie doti e le bellezze del territorio. L'appello è di lasciar perdere la delinquenza, di trovare un lavoro onesto e dignitoso, e non avere a che fare con la legge e con gli avvocati, che si arricchiscono sui reati"
Cosa si aspetta da questo 2024, per quanto concerne la sua attività?
"Mi auguro che in questo anno ci sia una riduzione dei furti d'auto, una diminuzione degli scarichi dei rifiuti e degli incendi che avvelenano il territorio, il suolo, le falde acquifere e l'aria di Cerignola e della Capitanata. Non dobbiamo meravigliarci che qui tante persone continuano a morire di tumore pur essendo giovanissime, oppure soffrono di tante patologie e malattie. Tutto deriva dall'inquinamento, e su questo si basa la mia lotta quotidiana per ottenere un futuro migliore, sia nostro che delle nuove generazioni".
Giuseppe Marasco, 64 anni, da sempre appassionato di ambiente ed ecologia, ha una lunga carriera in questo ambito. Tra le altre cose, è stato insignito della Laurea honoris causa in Scienze dell'Ambiente e del Creato. Poiché svolge volontariamente e gratuitamente il suo ruolo in prima linea per dare il buon esempio agli altri, è chiamato il "generale soldato".
Sui social Marasco informa quotidianamente i follower circa i ritrovamenti e i danni ambientali, ed è una persona molto apprezzata e stimata per la sua abnegazione ed il suo impegno a favore della collettività. "I miei video non sono fantascienza, purtroppo documentano ciò che avviene realmente nella nostra Capitanata", ci ha tenuto a sottolineare a conclusione dell'intervista.