
Giuseppe Coccia, Audace Cerignola: “Sarò un professionista dentro e fuori dal campo”
Il nuovo arrivato ha le idee chiare, e ce ne parla in questa intervista
Cerignola - martedì 26 luglio 2022
16.41
Centrocampista, classe 1993, ex capitano del Potenza, Giuseppe Coccia è un esperto mediano che si è distinto nella promozione dei lucani in serie C, nella stagione 2017/18. Con grande entusiasmo è stato accolto nell'Audace Cerignola, dopo aver giocato in serie D nel Foggia (dove ha totalizzato 30 presenze e 4 reti), e quattro stagioni consecutive nel Manfredonia.
Coccia è un calciatore completo, che ha saputo cogliere il meglio da ogni esperienza. Lo abbiamo intervistato per conoscerlo un po' meglio in vista della stagione ormai alle porte.
R: Hai già avuto modo di giocare in serie C. Quali sono le differenze che hai riscontrato rispetto alla serie D (nel Foggia e nel Manfredonia)? Cosa significa passare al "professionismo"?
GC: Passare al professionismo significa essere professionisti nel vero senso della parola, dentro e soprattutto fuori dal campo. Spero di poter essere da esempio ai tanti ragazzi che sono qui a Cerignola e che vorrebbero intraprendere questo sport.
R: A quanti anni hai capito che volevi giocare a calcio "seriamente"?
GC: A diciotto anni, dopo la chiamata del Foggia, ho iniziato a considerare quello che facevo come un lavoro vero e proprio.
R: Secondo te quali sono i punti che una squadra deve potenziare, se intende mantenere la sua posizione in serie C?
GC: Individuare i punti che una squadra deve potenziare è un compito che spetta al Direttore insieme allo Staff tecnico, ma una cosa è importante: dalla società deve arrivare un'immagine di serietà a 360 gradi, così come sono sicuro che accadrà con l'Audace Cerignola. Negli occhi del Presidente Grieco ci vedo tanta ambizione e voglia di sorprendere i tifosi e chiunque creda nelle risorse di questa squadra.
R: Da poco hai conosciuto i tuoi nuovi compagni di squadra dell'Audace Cerignola. Quali sono state le tue prime sensazioni "a pelle"?
GC: Ho avuto sensazioni piacevolissime circa i miei nuovi compagni di squadra: credo che appunto il buongiorno si veda dal mattino.
R: Giocare a calcio da professionisti implica una maggiore consapevolezza, unita ad un senso di responsabilità da parte di tutti, dalla società allo staff, ai giocatori in campo. Quali sono i tuoi obiettivi per la prossima stagione?
GC: I miei obiettivi per la prossima stagione sono quelli di migliorarmi a livello personale e all'interno della squadra. Quella che vedrete scendere in campo nei prossimi mesi sarà un'Audace affamata di vittoria.
R: Quali sono i calciatori in cui ti rispecchi di più rispetto ad altri? Hai un allenatore, un guida, un riferimento che ti senti di ringraziare in particolar modo?
GC: Ho avuto tanti mister bravi, in realtà dovrei nominarli tutti, ma da ognuno di loro ho appreso qualcosa, sia dal punto di vista tecnico che umano. Già da un po' di anni mi ispiro e studio Alessandro Florenzi, un giocatore che ammiro molto.
R: Hai giocato nella squadra del Foggia. Ti va di accennare a questa esperienza?
GC: Parlo solo per rispetto della piazza di Foggia che mi ha dato tanto e mi ha fatto crescere (visto che avevo solo 18 anni), ma se devo dire tutta la verità dico che durante quel periodo mi è stato tolto quello che poi, con gli anni, mi sono ripreso da solo sul campo.
R: Secondo te cosa rende una squadra vincente, dentro e fuori dal campo?
GC: L'unione del gruppo in campo e nello spogliatoio fa la differenza e rende coesa e vincente una squadra.
R: Il calcio non è sempre uno sport meritocratico. Pensi di aver ottenuto ciò che hai meritato, sino ad oggi?
GC: Infatti, è proprio così. Nel mio caso è successo con il Foggia. Penso che la soddisfazione più grande, per ognuno di noi, arriva proprio quando nessuno ti regala niente e poi, con il tempo, ti prendi tutto da solo.
R: I tifosi cerignolani sono rinomati per essere calorosi e particolarmente affezionati alla loro squadra. Cosa ti senti di promettere loro, in vista della nuova stagione?
GC: Questa è stata una delle cose che mi ha spinto a firmare subito per l'Audace Cerignola. Ho visto una piazza calda e attaccata alla propria squadra. Quando c'è questa atmosfera è difficile fare male, ed io sento di promettere e ricambiare l'attaccamento che i tifosi dimostrano nei confronti della maglia gialloblu e della loro città. Sono convinto che con la squadra faremo grandi cose.
Ne siamo convinti anche noi, le premesse ci sono tutte.
Coccia è un calciatore completo, che ha saputo cogliere il meglio da ogni esperienza. Lo abbiamo intervistato per conoscerlo un po' meglio in vista della stagione ormai alle porte.
R: Hai già avuto modo di giocare in serie C. Quali sono le differenze che hai riscontrato rispetto alla serie D (nel Foggia e nel Manfredonia)? Cosa significa passare al "professionismo"?
GC: Passare al professionismo significa essere professionisti nel vero senso della parola, dentro e soprattutto fuori dal campo. Spero di poter essere da esempio ai tanti ragazzi che sono qui a Cerignola e che vorrebbero intraprendere questo sport.
R: A quanti anni hai capito che volevi giocare a calcio "seriamente"?
GC: A diciotto anni, dopo la chiamata del Foggia, ho iniziato a considerare quello che facevo come un lavoro vero e proprio.
R: Secondo te quali sono i punti che una squadra deve potenziare, se intende mantenere la sua posizione in serie C?
GC: Individuare i punti che una squadra deve potenziare è un compito che spetta al Direttore insieme allo Staff tecnico, ma una cosa è importante: dalla società deve arrivare un'immagine di serietà a 360 gradi, così come sono sicuro che accadrà con l'Audace Cerignola. Negli occhi del Presidente Grieco ci vedo tanta ambizione e voglia di sorprendere i tifosi e chiunque creda nelle risorse di questa squadra.
R: Da poco hai conosciuto i tuoi nuovi compagni di squadra dell'Audace Cerignola. Quali sono state le tue prime sensazioni "a pelle"?
GC: Ho avuto sensazioni piacevolissime circa i miei nuovi compagni di squadra: credo che appunto il buongiorno si veda dal mattino.
R: Giocare a calcio da professionisti implica una maggiore consapevolezza, unita ad un senso di responsabilità da parte di tutti, dalla società allo staff, ai giocatori in campo. Quali sono i tuoi obiettivi per la prossima stagione?
GC: I miei obiettivi per la prossima stagione sono quelli di migliorarmi a livello personale e all'interno della squadra. Quella che vedrete scendere in campo nei prossimi mesi sarà un'Audace affamata di vittoria.
R: Quali sono i calciatori in cui ti rispecchi di più rispetto ad altri? Hai un allenatore, un guida, un riferimento che ti senti di ringraziare in particolar modo?
GC: Ho avuto tanti mister bravi, in realtà dovrei nominarli tutti, ma da ognuno di loro ho appreso qualcosa, sia dal punto di vista tecnico che umano. Già da un po' di anni mi ispiro e studio Alessandro Florenzi, un giocatore che ammiro molto.
R: Hai giocato nella squadra del Foggia. Ti va di accennare a questa esperienza?
GC: Parlo solo per rispetto della piazza di Foggia che mi ha dato tanto e mi ha fatto crescere (visto che avevo solo 18 anni), ma se devo dire tutta la verità dico che durante quel periodo mi è stato tolto quello che poi, con gli anni, mi sono ripreso da solo sul campo.
R: Secondo te cosa rende una squadra vincente, dentro e fuori dal campo?
GC: L'unione del gruppo in campo e nello spogliatoio fa la differenza e rende coesa e vincente una squadra.
R: Il calcio non è sempre uno sport meritocratico. Pensi di aver ottenuto ciò che hai meritato, sino ad oggi?
GC: Infatti, è proprio così. Nel mio caso è successo con il Foggia. Penso che la soddisfazione più grande, per ognuno di noi, arriva proprio quando nessuno ti regala niente e poi, con il tempo, ti prendi tutto da solo.
R: I tifosi cerignolani sono rinomati per essere calorosi e particolarmente affezionati alla loro squadra. Cosa ti senti di promettere loro, in vista della nuova stagione?
GC: Questa è stata una delle cose che mi ha spinto a firmare subito per l'Audace Cerignola. Ho visto una piazza calda e attaccata alla propria squadra. Quando c'è questa atmosfera è difficile fare male, ed io sento di promettere e ricambiare l'attaccamento che i tifosi dimostrano nei confronti della maglia gialloblu e della loro città. Sono convinto che con la squadra faremo grandi cose.
Ne siamo convinti anche noi, le premesse ci sono tutte.