Territorio
Giulia di Michele presenta "How a dream can change a life": la mostra fotografica che racchiude il linguaggio dei sogni
Intervista all'autrice
Cerignola - mercoledì 21 settembre 2016
15.55
A pochi giorni dalla "Fiera del Libro" dal 22-24 presso l'Officina delle Arti, la fotografa cerignolana Giulia Di Michele propone la mostra "How a dream can change a life", una sequenza di tele che descrivono da sole il potere dei propri sogni.
Intervista
V - Chi è Giulia di Michele? Come la descrivono gli altri e come si definirebbe lei?
G - Giulia è una ragazza sorridente, con la r moscia e i capelli arancioni. Penso che gli altri mi vedano come una persona molto indaffarata e con la testa un po' fra le nuvole. Io credo di essere, semplicemente, un'amante della vita.
V - Quando è nata la passione per la fotografia e qual è stato il momento in cui ha capito che sarebbe diventata la sua strada?
G - È nata per caso quando regalarono a mia sorella una macchinetta compatta;a lei non interessava molto mentre io m'innamorai della fotografia. Il momento in cui ho capito che fosse la mia strada è stato un anno fa, ad un workshop a Bologna. Quando finii, capii che quello che volevo fare nella vita era poter parlare ogni giorno di fotografia e che nient'altro mi avrebbe resa felice.
V - Dai primi piani alla natura, dagli scatti di still life alle foto sportive, com'è cresciuta giulia da fotografa per la notiziaweb a fotografa indipendente? Quali i suoi progetti e i suoi sogni nel cassetto?
G - Lanotiziaweb è stato il mio "trampolino di lancio". Ormai sono passati quattro anni da quell'esperienza che ho fatto quando avevo sedici anni e che mi ha formato tantissimo soprattutto in ambito sportivo. I progetti sono tantissimi, vorrei continuarne uno sulle case pugliesi che ho iniziato un anno fa e nel 2024 realizzare un grande sogno…
V - Siamo abituati a molteplici scatti in ambiti differenti targati esclusivamente Giulia di Michele. Cosa ama realmente fotografare e quali sensazioni prova durante gli scatti che esegue per piacere o per lavoro?
G - Sicuramente gli ambiti che preferisco sono quello artistico e sportivo. Fotografando sia per passione che per lavoro provo due sensazioni molto diverse, quello che le accomuna è la voglia di raccontare una storia, un sentimento, una passione.
V - Sta per presentare la sua prima mostra fotografica alla "Fiera del libro".Com'è nata l'idea di farla e quali i messaggi che vuole lanciare? Dove ha trovato ispirazione per immortalare i nuovi giovani ambiziosi e perché è riaffiorata in lei la voglia di rappresentare il sogno?
G - Volevo realizzare un progetto che fosse collegato ai libri e ho pensato a cosa hanno significato per me che ne ho sempre letti tantissimi. I Libri mi hanno insegnato delle cose importantissime: sognare, credere in se stessi e non arrendersi mai. Mi hanno insegnato ad amare le storie e quelle che racconto con le mie foto sono proprio le storie delle passioni di questi otto ragazzi che hanno deciso, di sognare, credere in se stessi e non arrendersi mai.
Così è nata "How a dream can change a life."
V - Quanto peso, nel suo lavoro, hanno le opinioni della gente e quanto è importante crearsi un nome a Cerignola per iniziare a lavorare come professionista nel settore? Quanto peso ha poi questo nome nella vita privata?
G - Mentirei se dicessi che non hanno peso, cerco in genere di prendere spunto da ogni opinione per migliorarmi. Crearsi un nome è necessario, per far questo bisogna lavorare sodo. Il mio nome non ha nessun peso, il tempo che mi porta via quello che faccio pesa a volte un po' di più.
V - Black Hope ha pensato a lei per sperimentare delle nuove forme d'arte. Come ha appreso la notizia e come la fa sentire? E' felice di vedere una sua foto su una delle loro maglie?
G - Amo sperimentare cose nuove e sono felicissima di questa situazione in cui sono stata coinvolta. Bè il primo pensiero è stato a come sarebbe stata una mia fotografia sulla maglia… che figata! Sono davvero onorata che abbiano pensato a me.
V - Cosa consiglierebbe a tutti i fotografi emergenti?
G - Di sognare, ovviamente.
Intervista
V - Chi è Giulia di Michele? Come la descrivono gli altri e come si definirebbe lei?
G - Giulia è una ragazza sorridente, con la r moscia e i capelli arancioni. Penso che gli altri mi vedano come una persona molto indaffarata e con la testa un po' fra le nuvole. Io credo di essere, semplicemente, un'amante della vita.
V - Quando è nata la passione per la fotografia e qual è stato il momento in cui ha capito che sarebbe diventata la sua strada?
G - È nata per caso quando regalarono a mia sorella una macchinetta compatta;a lei non interessava molto mentre io m'innamorai della fotografia. Il momento in cui ho capito che fosse la mia strada è stato un anno fa, ad un workshop a Bologna. Quando finii, capii che quello che volevo fare nella vita era poter parlare ogni giorno di fotografia e che nient'altro mi avrebbe resa felice.
V - Dai primi piani alla natura, dagli scatti di still life alle foto sportive, com'è cresciuta giulia da fotografa per la notiziaweb a fotografa indipendente? Quali i suoi progetti e i suoi sogni nel cassetto?
G - Lanotiziaweb è stato il mio "trampolino di lancio". Ormai sono passati quattro anni da quell'esperienza che ho fatto quando avevo sedici anni e che mi ha formato tantissimo soprattutto in ambito sportivo. I progetti sono tantissimi, vorrei continuarne uno sulle case pugliesi che ho iniziato un anno fa e nel 2024 realizzare un grande sogno…
V - Siamo abituati a molteplici scatti in ambiti differenti targati esclusivamente Giulia di Michele. Cosa ama realmente fotografare e quali sensazioni prova durante gli scatti che esegue per piacere o per lavoro?
G - Sicuramente gli ambiti che preferisco sono quello artistico e sportivo. Fotografando sia per passione che per lavoro provo due sensazioni molto diverse, quello che le accomuna è la voglia di raccontare una storia, un sentimento, una passione.
V - Sta per presentare la sua prima mostra fotografica alla "Fiera del libro".Com'è nata l'idea di farla e quali i messaggi che vuole lanciare? Dove ha trovato ispirazione per immortalare i nuovi giovani ambiziosi e perché è riaffiorata in lei la voglia di rappresentare il sogno?
G - Volevo realizzare un progetto che fosse collegato ai libri e ho pensato a cosa hanno significato per me che ne ho sempre letti tantissimi. I Libri mi hanno insegnato delle cose importantissime: sognare, credere in se stessi e non arrendersi mai. Mi hanno insegnato ad amare le storie e quelle che racconto con le mie foto sono proprio le storie delle passioni di questi otto ragazzi che hanno deciso, di sognare, credere in se stessi e non arrendersi mai.
Così è nata "How a dream can change a life."
V - Quanto peso, nel suo lavoro, hanno le opinioni della gente e quanto è importante crearsi un nome a Cerignola per iniziare a lavorare come professionista nel settore? Quanto peso ha poi questo nome nella vita privata?
G - Mentirei se dicessi che non hanno peso, cerco in genere di prendere spunto da ogni opinione per migliorarmi. Crearsi un nome è necessario, per far questo bisogna lavorare sodo. Il mio nome non ha nessun peso, il tempo che mi porta via quello che faccio pesa a volte un po' di più.
V - Black Hope ha pensato a lei per sperimentare delle nuove forme d'arte. Come ha appreso la notizia e come la fa sentire? E' felice di vedere una sua foto su una delle loro maglie?
G - Amo sperimentare cose nuove e sono felicissima di questa situazione in cui sono stata coinvolta. Bè il primo pensiero è stato a come sarebbe stata una mia fotografia sulla maglia… che figata! Sono davvero onorata che abbiano pensato a me.
V - Cosa consiglierebbe a tutti i fotografi emergenti?
G - Di sognare, ovviamente.