Territorio
GD Cerignola: “Basta violenza sulle donne. Rieduchiamo al rispetto le nuove generazioni”
Oggi ricorre la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, istituita nel 1999 dalle Nazioni Unite. Anche quest’anno, considerando fondamentale il recupero di una cultura del rispetto quasi perduta.
Cerignola - sabato 25 novembre 2017
14.03 Comunicato Stampa
Oggi ricorre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne", istituita nel 1999 dalle Nazioni Unite. Anche quest'anno, considerando fondamentale il recupero di una cultura del rispetto quasi perduta, abbiamo deciso di puntare sulla sensibilizzazione di coloro che rappresentano il futuro della nostra società, le giovani generazioni. Per questa ragione, questa notte, ci siamo recati davanti alle scuole elementari, medie e superiori di Cerignola per installare dei manifesti a tinta rossa raffiguranti una sagoma maschile e dei forti messaggi rivolti a tutti gli uomini: "NON DEVI UMILIARLA, NON DEVI MINACCIARLA, NON DEVI CONTROLLARLA, NON DEVI PICCHIARLA, NON DEVI ISOLARLA, NON DEVI PERSEGUITARLA". Vicino ai manifesti e a queste frasi di forte impatto, una serie di volantini, ognuno con una frase, una citazione, una canzone, una poesia, che approfondiscono il tema e che sono pronti per essere letti e magari portati a casa, nella speranza di suscitare la seria riflessione dei ragazzi a cui ci siamo rivolti.
L'abbiamo fatto, perché riteniamo essenziale focalizzare l'attenzione sull'educazione dei giovani al fine di favorire una rivisitazione degli stereotipi della società odierna, che ormai troppo spesso, così come ci racconta anche la cronaca di questi giorni, spinge gli uomini a considerare la donna come un oggetto su cui esercitare il proprio possesso.
Le donne combattono una battaglia quotidiana contro gli uomini che amano e che sempre più spesso si dimostrano incapaci di ricambiare l'amore o di confrontarsi con il rifiuto. Battaglia che spesso attraversa anche il mondo del lavoro, dove atteggiamenti offensivi e/o violenti dequalificano il valore della donna in quanto persona e in quanto lavoratrice. Secondo i dati forniti dal Fondo delle Nazioni Unite per la donna (UNIFEM), una donna ogni tre nel mondo sarà violentata, aggredita o maltrattata. La violenza di genere oltre a comportare delle conseguenze fisiche e psicologiche, causa anche la perdita del potenziale che le donne garantirebbero a sé stesse e alla società, provocando così anche un arretramento culturale.
E' necessario abbattere al più presto questa gretta mentalità e per farlo occorre sviluppare un progetto politico ampio che metta al centro la relazione tra uomo e donna, il valore dell'identità della donna, il rispetto delle differenze e della libertà. Per fare in modo che tutto ciò accada però, sarà necessario continuare a parlare ogni giorno di questo grave problema, non rilegandolo ad una trattazione a cadenza annuale, perché si corre il rischio di trasformare questo giorno in un vuoto, inutile e offensivo rituale.
L'abbiamo fatto, perché riteniamo essenziale focalizzare l'attenzione sull'educazione dei giovani al fine di favorire una rivisitazione degli stereotipi della società odierna, che ormai troppo spesso, così come ci racconta anche la cronaca di questi giorni, spinge gli uomini a considerare la donna come un oggetto su cui esercitare il proprio possesso.
Le donne combattono una battaglia quotidiana contro gli uomini che amano e che sempre più spesso si dimostrano incapaci di ricambiare l'amore o di confrontarsi con il rifiuto. Battaglia che spesso attraversa anche il mondo del lavoro, dove atteggiamenti offensivi e/o violenti dequalificano il valore della donna in quanto persona e in quanto lavoratrice. Secondo i dati forniti dal Fondo delle Nazioni Unite per la donna (UNIFEM), una donna ogni tre nel mondo sarà violentata, aggredita o maltrattata. La violenza di genere oltre a comportare delle conseguenze fisiche e psicologiche, causa anche la perdita del potenziale che le donne garantirebbero a sé stesse e alla società, provocando così anche un arretramento culturale.
E' necessario abbattere al più presto questa gretta mentalità e per farlo occorre sviluppare un progetto politico ampio che metta al centro la relazione tra uomo e donna, il valore dell'identità della donna, il rispetto delle differenze e della libertà. Per fare in modo che tutto ciò accada però, sarà necessario continuare a parlare ogni giorno di questo grave problema, non rilegandolo ad una trattazione a cadenza annuale, perché si corre il rischio di trasformare questo giorno in un vuoto, inutile e offensivo rituale.