Cronaca
Gambizzò il rivale nell'ottobre del 2016
I carabinieri di Cerignola arrestano il responsabile
Cerignola - martedì 10 aprile 2018
16.36 Comunicato Stampa
Erano circa le 20.00 del 5 ottobre del 2016 quando al 112 arrivò una telefonata che segnalava che un uomo, davanti a numerosi passanti e in pieno traffico cittadino, era stato appena ferito alle gambe con un colpo d'arma da fuoco. Per tale episodio nella mattinata odierna i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Cerignola hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di SECCIA MATTEO, cl. '89, pregiudicato cerignolano, individuato, nel corso di articolate indagine, quale autore materiale del fatto delittuoso.
Quella sera la vittima, Calvio Antonio, anch'egli pregiudicato, aveva riferito ai Carabinieri che a sparargli era stata una persona travisata, che lo aveva affrontato in tutt'altra zona della città rispetto a quella dove era stato segnalato lo sparo. L'inverosimiglianza de racconto della vittima, che poi sarebbe a sua volta stata deferita in stato di libertà per favoreggiamento personale, aveva portato gli investigatori dell'Arma ad indagare a più ampio spettro, fino a che, lungo il viale U.S.A., non era stato rinvenuto il bossolo esploso dall'attentatore, che dimostrava, per l'appunto, le falsità riferite dalla vittima.
Nei giorni successivi i militari della Compagnia di Cerignola, nell'effettuare tutta una serie di perquisizioni negli stabili limitrofi al luogo dell'attentato, avevano arrestato il padre di Seccia Matteo, Seccia Vittorio, perché trovato in possesso, tra le altre cose, di una canna di un fucile a canne mozze, risultato rubato a Canosa di Puglia anni prima, e una scatola contente del munizionamento cal. 7,65, dello stesso tipo del bossolo rinvenuto sulla scena del crimine.
Da qui le indagini si erano indirizzate verso la famiglia Seccia, indagini che poi, nelle settimane successive, avevano finalmente permesso di individuare sia l'autore del reato che il movente. Seccia Matteo, infatti, adirato nei confronti della vittima per la mancata compravendita di un'autovettura, che il Seccia stesso avrebbe voluto acquistare ma che il Calvio non aveva più intenzione di vendere, lo affrontò facendo fuoco, con la pistola con portava indosso, davanti a numerosi testimoni, incurante del fatto che tutti lo avrebbero riconosciuto, ma certo comunque dell'omertà che di fatto lo avrebbe tutelato, come poi infatti è stato.
All'alba, quindi, i Carabinieri hanno atteso il Seccia fino a quando ha fatto rientro presso la propria abitazione, trovandogli anche addosso circa un grammo di cocaina, un bilancino, e 900 euro circa in contanti, ragione per la quale è stato anche deferito per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, e gli hanno norificato la misura cautelare emessa dal Tribunale del Riesame di Bari.
Dopo gli accertamenti di rito il Seccia è stato condotto alla Casa Circondariale di Foggia.
Quella sera la vittima, Calvio Antonio, anch'egli pregiudicato, aveva riferito ai Carabinieri che a sparargli era stata una persona travisata, che lo aveva affrontato in tutt'altra zona della città rispetto a quella dove era stato segnalato lo sparo. L'inverosimiglianza de racconto della vittima, che poi sarebbe a sua volta stata deferita in stato di libertà per favoreggiamento personale, aveva portato gli investigatori dell'Arma ad indagare a più ampio spettro, fino a che, lungo il viale U.S.A., non era stato rinvenuto il bossolo esploso dall'attentatore, che dimostrava, per l'appunto, le falsità riferite dalla vittima.
Nei giorni successivi i militari della Compagnia di Cerignola, nell'effettuare tutta una serie di perquisizioni negli stabili limitrofi al luogo dell'attentato, avevano arrestato il padre di Seccia Matteo, Seccia Vittorio, perché trovato in possesso, tra le altre cose, di una canna di un fucile a canne mozze, risultato rubato a Canosa di Puglia anni prima, e una scatola contente del munizionamento cal. 7,65, dello stesso tipo del bossolo rinvenuto sulla scena del crimine.
Da qui le indagini si erano indirizzate verso la famiglia Seccia, indagini che poi, nelle settimane successive, avevano finalmente permesso di individuare sia l'autore del reato che il movente. Seccia Matteo, infatti, adirato nei confronti della vittima per la mancata compravendita di un'autovettura, che il Seccia stesso avrebbe voluto acquistare ma che il Calvio non aveva più intenzione di vendere, lo affrontò facendo fuoco, con la pistola con portava indosso, davanti a numerosi testimoni, incurante del fatto che tutti lo avrebbero riconosciuto, ma certo comunque dell'omertà che di fatto lo avrebbe tutelato, come poi infatti è stato.
All'alba, quindi, i Carabinieri hanno atteso il Seccia fino a quando ha fatto rientro presso la propria abitazione, trovandogli anche addosso circa un grammo di cocaina, un bilancino, e 900 euro circa in contanti, ragione per la quale è stato anche deferito per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, e gli hanno norificato la misura cautelare emessa dal Tribunale del Riesame di Bari.
Dopo gli accertamenti di rito il Seccia è stato condotto alla Casa Circondariale di Foggia.