Attualità
Frutta e verdura, prezzi alle stelle anche a Cerignola
I consumatori costretti a pagare anche euro 3,50 per un chilo di pomodorini
Cerignola - sabato 19 ottobre 2024
Qualche anno fa i cerignolani che vivono al Nord si lamentavano del fatto che comprare frutta e verdura nelle città come Milano, Roma e Torino era diventata "cosa da ricchi", a causa dei prezzi proibitivi di tale merce presso i fruttivendoli o i mercati rionali. "Beati voi che continuate a comprare frutta e verdura quasi a prezzo di costo, e non risentite del caro vita che affligge chi vive nelle città!", qualcuno affermava, mostrando una sana invidia verso chi poteva ancora permettersi di assaggiare la frutta di stagione senza attendere mesi prima di comprarla ad un prezzo più ragionevole.
Oggi invece anche questa differenza tra Nord e Sud è stata azzerata quasi completamente. Basta farsi un giro per i fruttivendoli della città per rendersi conto di quanto i prezzi di frutta e verdura siano aumentati, e di come per alcuni la frutta di stagione o alcuni prodotti in particolare (funghi, olive nere dolci, castagne) siano diventati del tutto proibitivi.
Sarà il caro vita, l'inflazione, o più semplicemente la conseguenza di annate storte in agricoltura a causa della prolungata siccità, ma una cosa è certa: i consumatori sono allo stremo, tanto è vero che alcuni rinunciano del tutto ad acquistare i prodotti della nostra terra, come i pomodorini rossi. "Non è possibile pagarli 3,50 euro al chilo, sono diventati prodotti per pochi mentre un tempo si buttavano via quando erano ammaccati", ha esclamato la signora Franca, che ammette di fare la spesa alla sera, quando i banconi dei fruttivendoli si svuotano e restano gli scarti.
"Chi non ha la possibilità di coltivare un orto per conto proprio è destinato a pagare sempre di più per prodotti che di cui una volta la nostra terra era ricca. Oggi l'agricoltura è in difficoltà, si spende tanto anche per i fitofarmaci, e il risultato è sulle nostre tavole: prodotti non genuini e pagati tantissimo!", si lamenta Giovanni, 60 anni che ammette di avere un cruccio: "Mi dispiace per chi verrà dopo di noi".
I rivenditori di frutta sembrano abbastanza rassegnati: "Speriamo che i prezzi scendano, noi per il momento dobbiamo adeguarci al mercato". D'altronde-sostengono- se intorno aumenta tutto, perché si è disposti a spendere un po' di più per i pomodori o la frutta?
Bisognerebbe ricordargli che si tratta di beni primari, e che quindi i relativi prezzi andrebbero calmierati. Ma questa è un'altra storia.
Oggi invece anche questa differenza tra Nord e Sud è stata azzerata quasi completamente. Basta farsi un giro per i fruttivendoli della città per rendersi conto di quanto i prezzi di frutta e verdura siano aumentati, e di come per alcuni la frutta di stagione o alcuni prodotti in particolare (funghi, olive nere dolci, castagne) siano diventati del tutto proibitivi.
Sarà il caro vita, l'inflazione, o più semplicemente la conseguenza di annate storte in agricoltura a causa della prolungata siccità, ma una cosa è certa: i consumatori sono allo stremo, tanto è vero che alcuni rinunciano del tutto ad acquistare i prodotti della nostra terra, come i pomodorini rossi. "Non è possibile pagarli 3,50 euro al chilo, sono diventati prodotti per pochi mentre un tempo si buttavano via quando erano ammaccati", ha esclamato la signora Franca, che ammette di fare la spesa alla sera, quando i banconi dei fruttivendoli si svuotano e restano gli scarti.
"Chi non ha la possibilità di coltivare un orto per conto proprio è destinato a pagare sempre di più per prodotti che di cui una volta la nostra terra era ricca. Oggi l'agricoltura è in difficoltà, si spende tanto anche per i fitofarmaci, e il risultato è sulle nostre tavole: prodotti non genuini e pagati tantissimo!", si lamenta Giovanni, 60 anni che ammette di avere un cruccio: "Mi dispiace per chi verrà dopo di noi".
I rivenditori di frutta sembrano abbastanza rassegnati: "Speriamo che i prezzi scendano, noi per il momento dobbiamo adeguarci al mercato". D'altronde-sostengono- se intorno aumenta tutto, perché si è disposti a spendere un po' di più per i pomodori o la frutta?
Bisognerebbe ricordargli che si tratta di beni primari, e che quindi i relativi prezzi andrebbero calmierati. Ma questa è un'altra storia.