Frecciarossa Milano-Bari, Emiliano: "Nessuna interlocuzione con la Regione"
"Decisione presa dalla sola Trenitalia"
Puglia - martedì 1 settembre 2015
14.42
Il presidente dalla Regione, Michele Emiliano, e l'assessore ai Trasporti, Giovanni Giannini, con riferimento alla notizia diffusa dai media su due treni 'Frecciarossa' (uno in andata ed uno per il ritorno) che entreranno in esercizio sul collegamento ferroviario Milano–Bari (una fermata è prevista anche a Foggia, ndr), hanno chiesto immediato riscontro alla dirigenza del Gruppo FS.
"Questa iniziativa – dichiarano Emiliano e Giannini - è frutto di una decisione unilateralmente assunta dal gruppo delle Ferrovie dello Stato e da Trenitalia in particolare. Non c'è stata alcuna interlocuzione con la Regione Puglia che, pertanto, non ha avuto modo di rappresentare l'imprescindibile esigenza di prolungare l'uso di tali elettrotreni veloci sino a Lecce e a Taranto per evitare ancora una volta sperequazioni nei confronti di territori e popolazioni già duramente discriminati a livello di collegamenti ferroviari. Se davvero si vuol fare cosa utile per la Puglia, per il Mezzogiorno e per l'intero Paese, occorre accelerare il più possibile il raddoppio della dorsale adriatica nella tratta da Termoli a Lesina - che comunque consentirebbe un recupero nei termini di tempi di percorrenza fino a Lecce e a Taranto - mentre con l'iniziativa annunciata si faranno correre due treni veloci su una linea a binario unico per oltre 30 Km, con buona pace della velocizzazione funzionale del collegamento.
Trenitalia, che peraltro gestisce un importante contratto di servizio pubblico locale sottoscritto con la nostra Regione, oltre a interloquire preventivamente col Governo regionale al fine di cogliere esigenze o suggerimenti, non può non porsi oggi il problema di garantire l'efficienza del servizio soprattutto in relazione all'incremento esponenziale dei flussi turistici di quei territori garantendo, inoltre, il reale diritto alla mobilità e la ricucitura del Sud al resto d'Italia ed all'Europa".
"Questa iniziativa – dichiarano Emiliano e Giannini - è frutto di una decisione unilateralmente assunta dal gruppo delle Ferrovie dello Stato e da Trenitalia in particolare. Non c'è stata alcuna interlocuzione con la Regione Puglia che, pertanto, non ha avuto modo di rappresentare l'imprescindibile esigenza di prolungare l'uso di tali elettrotreni veloci sino a Lecce e a Taranto per evitare ancora una volta sperequazioni nei confronti di territori e popolazioni già duramente discriminati a livello di collegamenti ferroviari. Se davvero si vuol fare cosa utile per la Puglia, per il Mezzogiorno e per l'intero Paese, occorre accelerare il più possibile il raddoppio della dorsale adriatica nella tratta da Termoli a Lesina - che comunque consentirebbe un recupero nei termini di tempi di percorrenza fino a Lecce e a Taranto - mentre con l'iniziativa annunciata si faranno correre due treni veloci su una linea a binario unico per oltre 30 Km, con buona pace della velocizzazione funzionale del collegamento.
Trenitalia, che peraltro gestisce un importante contratto di servizio pubblico locale sottoscritto con la nostra Regione, oltre a interloquire preventivamente col Governo regionale al fine di cogliere esigenze o suggerimenti, non può non porsi oggi il problema di garantire l'efficienza del servizio soprattutto in relazione all'incremento esponenziale dei flussi turistici di quei territori garantendo, inoltre, il reale diritto alla mobilità e la ricucitura del Sud al resto d'Italia ed all'Europa".