Francesco Tricarico, Audace Cerignola: “Sono onorato di giocare nella squadra della mia città”
Il giovanissimo portiere racconta l'esperienza in squadra e le sue speranze sportive
Cerignola - sabato 21 maggio 2022
9.31
E' sicuramente emozionante, per un giovanissimo come Francesco Tricarico, classe 2002, indossare la maglia della squadra di calcio della città in cui è nato e cresciuto. Ce lo conferma lui stesso, durante questa piacevole chiacchierata davanti al bar dello stadio Monterisi. Francesco ha appena terminato l'allenamento con i compagni di squadra, visto che gli impegni dell'Audace Cerignola proseguiranno almeno sino alla metà di Giugno.
Ciao, Francesco. Sei cresciuto all'interno del Settore giovanile dell'Audace Cerignola. Quali sono, secondo te, i vantaggi di giocare nella stessa società dall'inizio del percorso?
FT: In realtà durante gli anni nel settore giovanile non ho mai giocato in partita, sono rimasto sempre in panchina. Comunque non mi sono mai abbattuto, ho partecipato agli allenamenti con grande impegno, seguendo tutto ciò che il Mister diceva, e mettendo in pratica i suoi consigli. Poi è arrivata per me un'occasione, e non me la sono fatta sfuggire. Il portiere titolare della Juniores Nazionale si era infortunato ed io sono entrato in partita per sostituirlo. Da allora mi sono fatto notare, e sono rimasto in squadra anche se avevo un'età inferiore. Mister Potenza mi ha dato la possibilità di giocare anche se ero più piccolo, e devo ringraziarlo per questo. Ha avuto fiducia in me e mi ha supportato.
Il portiere ricopre un ruolo particolare nella squadra. Ci sono momenti in cui il match è tutto sulle sue spalle, come è avvenuto ad esempio nella partita contro il Torres in Coppa Italia, quando l'Audace ha perso ai calci di rigore. Riusciresti a descrivere cosa si prova in tali situazioni?
FT: Durante quei momenti decisivi è importante restare lucidi e concentrati. Mentre tiravo il calcio di rigore ero tranquillo, e pensavo solo a ciò che stavo facendo. Purtroppo non è bastato, perché l'ho sbagliato. Però con il tempo ho imparato a gestire l'emozione, a scrollarmi di dosso la pressione che inevitabilmente arriva in queste situazioni.
Ci sono giovani particolarmente affascinati dal ruolo di portiere. Cosa consiglieresti ad un giovane aspirante portiere?
FT: Fin da piccolo ho la passione per il calcio. Mi è sempre piaciuto il ruolo del portiere, perché si tuffa per terra, recupera palloni impossibili, è un perno importante della squadra dall'inizio alla fine della partita. Ho cominciato a giocare per strada, i miei genitori hanno provato a farmi praticare altri sport, ma io tornavo sempre a rincorrere un pallone. Per la verità, da bambino mi piaceva anche fare goal. Ma poi, quando ho visto come si allenano i portieri, ho capito che è quello il ruolo più adatto a me. Chi aspira a fare il portiere deve essere lucido e concentrato, non può permettersi distrazioni, deve sempre essere presente in partita. Molto, quindi, dipende anche da come si è di carattere. Inoltre il calcio richiede impegno e sacrificio: io, per esempio, in previsione di una partita, non faccio le ore piccole la sera, e rinuncio alle uscite in discoteca con i miei coetanei.
Giocare nella squadra della propria città ha i suoi pro e i contro. Riusciresti a trovarne qualcuno?
FT: Sinceramente, almeno per ciò che riguarda la mia esperienza, ho riscontrato solo vantaggi da questo. Sono felice ed onorato di indossare la maglia della squadra della mia città, e mi auguro di continuare a farlo anche in futuro.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Come prevedi la tua nuova avventura tra i professionisti della serie C?
FT: In realtà penso che l'attuale società, per come si è strutturata sin dall'inizio e per come si è mossa, sia già da serie C. Se sarò confermato in squadra, darò il massimo di me come ho sempre fatto.
Cosa pensano i tuoi familiari della tua carriera calcistica?
FT: I miei sono felici, vengono sempre a vedermi giocare in partita. Mi hanno sempre supportato, e sono sicuro che continueranno a farlo qualsiasi cosa accada.
Qual è il tuo portiere preferito?
FT: Senza dubbio il portiere tedesco Ter Stegen, il portiere "volante".
Ed infatti l'augurio che facciamo a questo giovane calciatore cerignolano è di volare sempre più in alto.
Ciao, Francesco. Sei cresciuto all'interno del Settore giovanile dell'Audace Cerignola. Quali sono, secondo te, i vantaggi di giocare nella stessa società dall'inizio del percorso?
FT: In realtà durante gli anni nel settore giovanile non ho mai giocato in partita, sono rimasto sempre in panchina. Comunque non mi sono mai abbattuto, ho partecipato agli allenamenti con grande impegno, seguendo tutto ciò che il Mister diceva, e mettendo in pratica i suoi consigli. Poi è arrivata per me un'occasione, e non me la sono fatta sfuggire. Il portiere titolare della Juniores Nazionale si era infortunato ed io sono entrato in partita per sostituirlo. Da allora mi sono fatto notare, e sono rimasto in squadra anche se avevo un'età inferiore. Mister Potenza mi ha dato la possibilità di giocare anche se ero più piccolo, e devo ringraziarlo per questo. Ha avuto fiducia in me e mi ha supportato.
Il portiere ricopre un ruolo particolare nella squadra. Ci sono momenti in cui il match è tutto sulle sue spalle, come è avvenuto ad esempio nella partita contro il Torres in Coppa Italia, quando l'Audace ha perso ai calci di rigore. Riusciresti a descrivere cosa si prova in tali situazioni?
FT: Durante quei momenti decisivi è importante restare lucidi e concentrati. Mentre tiravo il calcio di rigore ero tranquillo, e pensavo solo a ciò che stavo facendo. Purtroppo non è bastato, perché l'ho sbagliato. Però con il tempo ho imparato a gestire l'emozione, a scrollarmi di dosso la pressione che inevitabilmente arriva in queste situazioni.
Ci sono giovani particolarmente affascinati dal ruolo di portiere. Cosa consiglieresti ad un giovane aspirante portiere?
FT: Fin da piccolo ho la passione per il calcio. Mi è sempre piaciuto il ruolo del portiere, perché si tuffa per terra, recupera palloni impossibili, è un perno importante della squadra dall'inizio alla fine della partita. Ho cominciato a giocare per strada, i miei genitori hanno provato a farmi praticare altri sport, ma io tornavo sempre a rincorrere un pallone. Per la verità, da bambino mi piaceva anche fare goal. Ma poi, quando ho visto come si allenano i portieri, ho capito che è quello il ruolo più adatto a me. Chi aspira a fare il portiere deve essere lucido e concentrato, non può permettersi distrazioni, deve sempre essere presente in partita. Molto, quindi, dipende anche da come si è di carattere. Inoltre il calcio richiede impegno e sacrificio: io, per esempio, in previsione di una partita, non faccio le ore piccole la sera, e rinuncio alle uscite in discoteca con i miei coetanei.
Giocare nella squadra della propria città ha i suoi pro e i contro. Riusciresti a trovarne qualcuno?
FT: Sinceramente, almeno per ciò che riguarda la mia esperienza, ho riscontrato solo vantaggi da questo. Sono felice ed onorato di indossare la maglia della squadra della mia città, e mi auguro di continuare a farlo anche in futuro.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Come prevedi la tua nuova avventura tra i professionisti della serie C?
FT: In realtà penso che l'attuale società, per come si è strutturata sin dall'inizio e per come si è mossa, sia già da serie C. Se sarò confermato in squadra, darò il massimo di me come ho sempre fatto.
Cosa pensano i tuoi familiari della tua carriera calcistica?
FT: I miei sono felici, vengono sempre a vedermi giocare in partita. Mi hanno sempre supportato, e sono sicuro che continueranno a farlo qualsiasi cosa accada.
Qual è il tuo portiere preferito?
FT: Senza dubbio il portiere tedesco Ter Stegen, il portiere "volante".
Ed infatti l'augurio che facciamo a questo giovane calciatore cerignolano è di volare sempre più in alto.