Vita di città
Francesco Giordano, quando il musicista fa tutto da sé
Il giovane cerignolano ha registrato e da poco pubblicato il suo album, "Falso d'autore"
Cerignola - venerdì 6 maggio 2016
11.52
Ha iniziato a suonare il pianoforte a 9 anni; l'idea di registrare le sue composizioni gli è venuta a 16 anni. Da un anno circa, invece, ha iniziato a registrare il suo primo album. Facendo tutto da solo: prima le musiche, poi i testi, magari scrivendo sul treno, tornando dall'università.
Si tratta del 24-enne Francesco Giordano, giovane musicista cerignolano, che ha da poco pubblicato il suo primo disco, affidandosi alla Rete per farsi conoscere, come fanno tanti suoi giovani coetanei.
Francesco, ho ascoltato il tuo disco. Mi sembra molto intimista, oltre che un omaggio all'elettronica..
I testi appaiono molto intimisti, anche se un lato autobiografico non c'è. Le parole mi vengono anche in base alla musicalità dei suoni. Poi, magari, viene fuori il testo e cerco di dargli un senso successivamente. Però sì, alla fine sono introspettivi. Magari qualcosa c'è su di me, ma niente di che. In futuro, non mi dispiacerebbe provare ad affrontare anche tematiche sociali.
Il tuo album si chiama "Falso d'autore". Perché?
A partire da "Oltre l'oceano", il primo singolo che ho pubblicato, ci sono nei brani degli elementi naturali, come il cielo, il mare, e ho immaginato tutto il disco come un quadro. Però, alla fine, siccome non parlano necessariamente di me, gli ho abbinato il nome "Falso d'autore".
Come hai pensato che da solo saresti stato in grado di registrare nella tua stanza tutte le tracce dell'intero album?
Diciamo che era una specie di sfida, quella di provare a raggiungere un certo suono nella stanzetta di casa, con una qualità soddisfacente. Ci vuole costanza nella preparazione e nello studio, assemblare i suoni a livello elettronico con il computer non è così complicato. Ci vuole tempo, comunque, per imparare a sfruttare appieno il software della produzione, fino al mixaggio. Pian piano mi sono appassionato a tutte le programmazioni ritmiche. Chiaramente il suono non può essere esattamente paragonabile a quello di uno studio di registrazione. E' nato come un divertimento, ma una volta composti tutti i brani dell'album, ho pensato di pubblicarlo, almeno in streaming, senza affidarmi, per ora, a un editore.
Quali sono i tuoi musicisti di riferimento?
Mi ha influenzato molto l'elettronica; poi, il cantautorato italiano (Capossela, Baccini, Carboni) a livello di testi mi piace tanto. Ovviamente tutta la musica classica, e fra i contemporanei seguo molto Einaudi.
Cosa ti aspetti d'ora in poi?
Tutto è cominciato come una specie di divertimento, però alla fine è stata la passione che mi ha accompagnato durante i miei studi. Essendo in una fase di attesa, ho detto "proviamoci!". Avevo in mente dei suoni ben precisi, ma nei prossimi dischi non mi limiterò solo all'elettronica, cercherò di sperimentare magari anche un lato più acustico, comunque pop. Voglio continuare a comporre, anche perché compongo praticamente di continuo. Prima lo facevo più per me stesso, ora ho provato a pubblicare ciò che scrivo, magari facendomi conoscere attraverso il web ed eventualmente partecipando a festival musicali.
Si tratta del 24-enne Francesco Giordano, giovane musicista cerignolano, che ha da poco pubblicato il suo primo disco, affidandosi alla Rete per farsi conoscere, come fanno tanti suoi giovani coetanei.
Francesco, ho ascoltato il tuo disco. Mi sembra molto intimista, oltre che un omaggio all'elettronica..
I testi appaiono molto intimisti, anche se un lato autobiografico non c'è. Le parole mi vengono anche in base alla musicalità dei suoni. Poi, magari, viene fuori il testo e cerco di dargli un senso successivamente. Però sì, alla fine sono introspettivi. Magari qualcosa c'è su di me, ma niente di che. In futuro, non mi dispiacerebbe provare ad affrontare anche tematiche sociali.
Il tuo album si chiama "Falso d'autore". Perché?
A partire da "Oltre l'oceano", il primo singolo che ho pubblicato, ci sono nei brani degli elementi naturali, come il cielo, il mare, e ho immaginato tutto il disco come un quadro. Però, alla fine, siccome non parlano necessariamente di me, gli ho abbinato il nome "Falso d'autore".
Come hai pensato che da solo saresti stato in grado di registrare nella tua stanza tutte le tracce dell'intero album?
Diciamo che era una specie di sfida, quella di provare a raggiungere un certo suono nella stanzetta di casa, con una qualità soddisfacente. Ci vuole costanza nella preparazione e nello studio, assemblare i suoni a livello elettronico con il computer non è così complicato. Ci vuole tempo, comunque, per imparare a sfruttare appieno il software della produzione, fino al mixaggio. Pian piano mi sono appassionato a tutte le programmazioni ritmiche. Chiaramente il suono non può essere esattamente paragonabile a quello di uno studio di registrazione. E' nato come un divertimento, ma una volta composti tutti i brani dell'album, ho pensato di pubblicarlo, almeno in streaming, senza affidarmi, per ora, a un editore.
Quali sono i tuoi musicisti di riferimento?
Mi ha influenzato molto l'elettronica; poi, il cantautorato italiano (Capossela, Baccini, Carboni) a livello di testi mi piace tanto. Ovviamente tutta la musica classica, e fra i contemporanei seguo molto Einaudi.
Cosa ti aspetti d'ora in poi?
Tutto è cominciato come una specie di divertimento, però alla fine è stata la passione che mi ha accompagnato durante i miei studi. Essendo in una fase di attesa, ho detto "proviamoci!". Avevo in mente dei suoni ben precisi, ma nei prossimi dischi non mi limiterò solo all'elettronica, cercherò di sperimentare magari anche un lato più acustico, comunque pop. Voglio continuare a comporre, anche perché compongo praticamente di continuo. Prima lo facevo più per me stesso, ora ho provato a pubblicare ciò che scrivo, magari facendomi conoscere attraverso il web ed eventualmente partecipando a festival musicali.