Francesco Disanto (Ass. politica 'Cerignola Adesso') ricorda Di Vittorio
"La grandezza di un leader come Di Vittorio si mostra nella forza delle idee che ha messo in campo e che ha lasciato in eredità alle generazioni future"
Cerignola - martedì 3 novembre 2015
20.20 Comunicato Stampa
L'Avvocato Francesco Disanto, già Candidato Sindaco di Cerignola alle scorse elezioni Amministrative, Presidente dell'Associazione politica 'Cerignola Adesso' attraverso una nota stampa che integralmente pubblichiamo ricorda l'illustre concittadino:
"Il 3 novembre del 1957 moriva il grande sindacalista Giuseppe Di Vittorio. Oggi, la figura di questo uomo senza tempo e senza confini ideologici sembra sbiadirsi sotto le dinamiche di una politica sociale e sindacale, che manifesta poco interesse, nei fatti, alle tutele dei diritti dei lavoratori, dei più deboli e degli svantaggiati, ma che guarda più all'aspetto assistenziale e patronale. Il suo carisma lo rese famoso nel mondo per essere stato definito l'uomo della rivoluzione culturale, che seppe dare "voce alla classe bracciantile" in un epoca di grande emarginazione e di privazione dei bisogni primari. L'azione che ha ispirato Di Vittorio è stata quella di non chiudere mai l'azione politico-sindacale delle organizzazioni dei lavoratori nella subalterna prospettiva del sovversivismo ma aprirla continuamente alla proposizione di linee di politica economica e sindacale, che coniugassero dialetticamente la tutela degli interessi dei soggetti interessati con l'interesse generale. La grandezza di un leader come Di Vittorio si mostra nella forza delle idee che ha messo in campo e che ha lasciato in eredità alle generazioni future. Di Vittorio è stato l'uomo dell'unità sindacale, fermamente convinto che un solo sindacato dovesse essere lo strumento organizzativo dell'autonomia della classe lavoratrice. Il suo alto profilo e la sua raffinata intellettualità lo resero unico. Assistere nella società contemporanea alle vivaci polemiche sui bilanci dei sindacati, sugli stipendi dei dirigenti sindacali, dei segretari delle Confederazioni e dei tanti benefici in loro favore, accresce maggiormente nell'opinione pubblica la convinzione della maestosa identità di uomini di altri tempi, punti di riferimento istituzionali e culturali per il bene comune."
"Il 3 novembre del 1957 moriva il grande sindacalista Giuseppe Di Vittorio. Oggi, la figura di questo uomo senza tempo e senza confini ideologici sembra sbiadirsi sotto le dinamiche di una politica sociale e sindacale, che manifesta poco interesse, nei fatti, alle tutele dei diritti dei lavoratori, dei più deboli e degli svantaggiati, ma che guarda più all'aspetto assistenziale e patronale. Il suo carisma lo rese famoso nel mondo per essere stato definito l'uomo della rivoluzione culturale, che seppe dare "voce alla classe bracciantile" in un epoca di grande emarginazione e di privazione dei bisogni primari. L'azione che ha ispirato Di Vittorio è stata quella di non chiudere mai l'azione politico-sindacale delle organizzazioni dei lavoratori nella subalterna prospettiva del sovversivismo ma aprirla continuamente alla proposizione di linee di politica economica e sindacale, che coniugassero dialetticamente la tutela degli interessi dei soggetti interessati con l'interesse generale. La grandezza di un leader come Di Vittorio si mostra nella forza delle idee che ha messo in campo e che ha lasciato in eredità alle generazioni future. Di Vittorio è stato l'uomo dell'unità sindacale, fermamente convinto che un solo sindacato dovesse essere lo strumento organizzativo dell'autonomia della classe lavoratrice. Il suo alto profilo e la sua raffinata intellettualità lo resero unico. Assistere nella società contemporanea alle vivaci polemiche sui bilanci dei sindacati, sugli stipendi dei dirigenti sindacali, dei segretari delle Confederazioni e dei tanti benefici in loro favore, accresce maggiormente nell'opinione pubblica la convinzione della maestosa identità di uomini di altri tempi, punti di riferimento istituzionali e culturali per il bene comune."