Attualità
Fermare il contagio da COVID-19 vuol dire evitare atteggiamenti irresponsabili
Le indicazioni del prof. Lopalco: “Servirà ancora tempo, almeno due settimane, per vedere gli effetti di questi preoccupanti atteggiamenti”
Puglia - giovedì 21 maggio 2020
16.27
Nei vari comuni pugliesi, dall'avvio della "Fase 2" si registrano comportamenti irresponsabili. Pericolosi assembramenti e assurdi atteggiamenti sociali (baci ed abbracci per intenderci), stanno compromettendo la sicurezza che eravamo riusciti a malapena a salvaguardare in questa drammatica vicenda legata alla pandemia da covid 19. Pubblici appelli e nuove disposizioni amministrative sono state prese nelle ultime ore. E' il caso, ancora una volta di rimarcare che spetta ad ognuno di noi, nessuno escluso, attenersi scrupolosamente a tali disposizioni, lo diciamo in special modo ai nostri giovani.
«La curva dei contagi, al momento, sembra sotto controllo ma la guerra è tutt'altro che vinta, specie considerando che nelle ultime ore, sul web, si moltiplicano le immagini di folle di giovani che, senza indossare la mascherina, non rispettano la distanza».
Con queste le parole il professor Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell'Università di Pisa e coordinatore scientifico della task force pugliese per l'emergenza Coronavirus, ha commentato la situazione sul territorio regionale.
«In sanità è meglio sbagliare per eccesso di cautela. Servirà ancora tempo, almeno due settimane, per vedere gli effetti di questi preoccupanti atteggiamenti» ha aggiunto. «Per molti, specie tra i più giovani, la fase della ripartenza è stata interpretata come un "liberi tutti", con tanto di assembramenti e capannelli che alzano l'asticella del rischio. Vietato cantare vittoria e abbassare la guardia perché un errore in questa fase potrebbe vanificare tutti gli sforzi, economici e sanitari, fatti fin qui» ha sottolineato.
«Non abbiamo evidenze che possano confermare un possibile indebolimento del virus. L'ipotesi più plausibile è che al momento i sistemi di sorveglianza siano più efficienti e quindi i casi giungono all'osservazione più precocemente, essendo per o più lievi o addirittura asintomatici. Non si esclude un "indebolimento" del virus che si possa sviluppare nel corso dell'epidemia man mano che si selezionano ceppi meno virulenti» ha spiegato l'epidemiologo.
Quanto alla Fase 2, per Lopalco «è importante che sul territorio sia pronto un sistema di sorveglianza che intercetti precocemente i nuovi casi e la partenza di nuovi focolai. Altrettanto importante è che il sistema ospedaliero sia pronto ad accogliere una eventuale seconda ondata con posti letto e terapie intensive dedicate. Se i focolai che via via si svilupperanno saranno tenuti sotto controllo, allora potrebbe non verificarsi alcuna seconda ondata. Senza controllo l'evenienza di una seconda ondata è quasi certa» ha rilevato.
«Questo virus è profondamente diverso da quello della Sars per quanto riguarda le modalità di trasmissione: è contagioso nella fase pre-sintomatica, esistono portatori del virus completamente asintomatici e lo stato di portatore dura spesso a lungo. Molto difficile che sparisca. La probabilità maggiore è che, come hanno fatto altri Coronavirus umani nel passato, diventi un comune virus stagionale che a ogni inverno compre in forma certamente meno impegnativa per il sistema sanitario. Il vaccino, ovviamente, cambierebbe da subito lo scenario» ha concluso Lopalco.
«La curva dei contagi, al momento, sembra sotto controllo ma la guerra è tutt'altro che vinta, specie considerando che nelle ultime ore, sul web, si moltiplicano le immagini di folle di giovani che, senza indossare la mascherina, non rispettano la distanza».
Con queste le parole il professor Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell'Università di Pisa e coordinatore scientifico della task force pugliese per l'emergenza Coronavirus, ha commentato la situazione sul territorio regionale.
«In sanità è meglio sbagliare per eccesso di cautela. Servirà ancora tempo, almeno due settimane, per vedere gli effetti di questi preoccupanti atteggiamenti» ha aggiunto. «Per molti, specie tra i più giovani, la fase della ripartenza è stata interpretata come un "liberi tutti", con tanto di assembramenti e capannelli che alzano l'asticella del rischio. Vietato cantare vittoria e abbassare la guardia perché un errore in questa fase potrebbe vanificare tutti gli sforzi, economici e sanitari, fatti fin qui» ha sottolineato.
«Non abbiamo evidenze che possano confermare un possibile indebolimento del virus. L'ipotesi più plausibile è che al momento i sistemi di sorveglianza siano più efficienti e quindi i casi giungono all'osservazione più precocemente, essendo per o più lievi o addirittura asintomatici. Non si esclude un "indebolimento" del virus che si possa sviluppare nel corso dell'epidemia man mano che si selezionano ceppi meno virulenti» ha spiegato l'epidemiologo.
Quanto alla Fase 2, per Lopalco «è importante che sul territorio sia pronto un sistema di sorveglianza che intercetti precocemente i nuovi casi e la partenza di nuovi focolai. Altrettanto importante è che il sistema ospedaliero sia pronto ad accogliere una eventuale seconda ondata con posti letto e terapie intensive dedicate. Se i focolai che via via si svilupperanno saranno tenuti sotto controllo, allora potrebbe non verificarsi alcuna seconda ondata. Senza controllo l'evenienza di una seconda ondata è quasi certa» ha rilevato.
«Questo virus è profondamente diverso da quello della Sars per quanto riguarda le modalità di trasmissione: è contagioso nella fase pre-sintomatica, esistono portatori del virus completamente asintomatici e lo stato di portatore dura spesso a lungo. Molto difficile che sparisca. La probabilità maggiore è che, come hanno fatto altri Coronavirus umani nel passato, diventi un comune virus stagionale che a ogni inverno compre in forma certamente meno impegnativa per il sistema sanitario. Il vaccino, ovviamente, cambierebbe da subito lo scenario» ha concluso Lopalco.