Cronaca
Femminicidio in via Fabriano, inquirenti a lavoro per ricostruire gli ultimi attimi di vita della vittima
A sparare sarebbe stato suo marito, Angelo Di Meo
Cerignola - lunedì 6 luglio 2020
10.25
C'è sgomento a Cerignola dopo il tragico fatto di sangue avvenuto nel pomeriggio di ieri, domenica 5 luglio. Un femminicidio che ha sconvolto la città e che ha distrutto una famiglia. Nunzia Compierchio, 41 anni, è stata uccisa all'interno della sua casa di via Fabriano, alla periferia di Cerignola. A spararle sarebbe stato il suo ex marito, Angelo Di Meo di 44 anni. L'uomo, dopo aver sparato contro sua moglie, dalla quale era separato, sarebbe scappato alla casa del padre e qui è stato rintracciato dagli uomini del commissariato di Polizia di Cerignola. È stato sottoposto a fermo per essere interrogato dal pubblico ministero della Procura di Foggia.
I poliziotti e la Procura stanno raccogliendo ogni elemento utile a definire la dinamica del tragico fatto di sangue. Stando ad una prima ricostruzione, nel primo pomeriggio l'uomo si sarebbe presentato a casa della donna e le avrebbe sparato contro alcuni colpi di pistola appena questa ha aperto la porta. Dopo la tragica sparatoria l'uomo sarebbe scappato a casa del padre e qui è stato rintracciato dai poliziotti. Addosso aveva un'arma, probabilmente quella usata per compiere l'efferato crimine.
La pista che gli inquirenti seguono per comprendere il movente del delitto è da individuarsi nei tesi rapporti che intercorrevano tra i due ex coniugi, genitori di tre figli dei quali due minorenni. E, sembrerebbe, che due dei tre figli si trovassero in casa al momento del delitto.
I poliziotti e la Procura stanno raccogliendo ogni elemento utile a definire la dinamica del tragico fatto di sangue. Stando ad una prima ricostruzione, nel primo pomeriggio l'uomo si sarebbe presentato a casa della donna e le avrebbe sparato contro alcuni colpi di pistola appena questa ha aperto la porta. Dopo la tragica sparatoria l'uomo sarebbe scappato a casa del padre e qui è stato rintracciato dai poliziotti. Addosso aveva un'arma, probabilmente quella usata per compiere l'efferato crimine.
La pista che gli inquirenti seguono per comprendere il movente del delitto è da individuarsi nei tesi rapporti che intercorrevano tra i due ex coniugi, genitori di tre figli dei quali due minorenni. E, sembrerebbe, che due dei tre figli si trovassero in casa al momento del delitto.