Speciale
Emergenza Coronavirus: i consigli della psicologa dott.ssa Anna Rita Ungaro
Consigli sulle emozioni più comuni nel periodo di emergenza COVID. Curiamo chi ci sta curando
Cerignola - mercoledì 8 aprile 2020
16.32
"I segni delle mascherine svaniranno dai volti del personale sanitario impegnato nei reparti Covid, ma non dalla loro psiche. I segni della sofferenza emotiva non si vedono purtroppo, si trascurano. Ecco perché bisogna occuparci dei loro aspetti, dei loro segnali…
Oltre all'esperienza diretta del trauma, c'è una condizione che tutto il personale sanitario rischia e si chiama "trauma vicario".
È il trauma che colpisce le vittime di terzo tipo, cioè coloro che vivono il trauma indirettamente.
Si tratta dei soccorritori, degli operatori delle ambulanze, di medici, infermieri, e tutto il personale sanitario impegnato nell'emergenza.
E in questa emergenza, in particolar modo essi sono sì degli eroi, ma anche esseri umani vulnerabili.
Tempistiche maledette, dotazioni inadeguate o a volte scarse, tamponi non fatti, richieste incessanti, turni protratti.
Ed in più la paura di essere loro stessi infettati e di infettare i propri cari.
Ed ecco che la compartecipazione, l'empatia, l'immedesimazione nella sofferenza, nel malessere altrui, l'eccessivo coinvolgimento con la persona che si sta soccorrendo, aiutando, curando, possono sfociare in quella che viene definita TRAUMATIZZAZIONE VICARIA cioè la possibilità che un soccorritore durante il servizio viva in prima persona il trauma, non per esposizione diretta, ma per il contatto con la persona soccorsa.
Parliamo di Traumatizzazione Vicaria di tipo complesso: si assiste alla sofferenza, al malessere, alla morte come Vittime di III livello, quindi indirettamente e a questa condizione si aggiunge la paura del contagio e della possibilità di contagiare, rischiando di diventare essi stessi Vittime di I Livello, cioè coinvolti in prima persona.
La fatica, la stanchezza, la paura, possono manifestarsi in diverse forme: innanzitutto con la somatizzazione (cefalee, bruciori di stomaco, dolori articolari, ecc.); comportamenti compensatori (abuso di farmaci, aumento di assunzione di cibo, di alcool e fumo);ed infine, ma non meno importante la presenza di pensieri intrusivi nel momento del "Lasciarsi andare". E pertanto nel momento in cui si dovrebbe recuperare l'equilibrio psicofisico tornano in mente le immagini, i pensieri di tutto ciò che si è fatto durante il giorno. E invece di recuperare non si riesce a farlo, sonno e riposo vengono a mancare.
Cosa si può fare???
Innanzitutto, se questa condizione persiste da più di un giorno, se questa incapacità di recuperare, riposare, persiste, l'unica cosa da fare è CHIEDERE AIUTO, per prevenire l'insorgere sia di scompensi e disagi personali, e sia per prevenire l'insorgenza del Burnout.
Per informazioni e supporto:
Dott.ssa Anna Rita Ungaro Psicologo Psicoterapeuta
Esperta in Psicologia dell'Emergenza – Membro Sipem Sos Puglia
Cell. 338 3807117
FB: Studio di Psicoterapia cognitivo comportamentale Dott.ssa Anna Rita Ungaro
Email : http://annaritaungaro@alice.it
Dedicato al supporto psicologico al personale sanitario
SosteniAMOci Psicologi per la PUGLIA N. Verde 800 01 02 40
Tutti i giorni dalle 9,00 alle 12,00 e dalle 16,00 alle 19,00
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È il trauma che colpisce le vittime di terzo tipo, cioè coloro che vivono il trauma indirettamente.
Si tratta dei soccorritori, degli operatori delle ambulanze, di medici, infermieri, e tutto il personale sanitario impegnato nell'emergenza.
E in questa emergenza, in particolar modo essi sono sì degli eroi, ma anche esseri umani vulnerabili.
Tempistiche maledette, dotazioni inadeguate o a volte scarse, tamponi non fatti, richieste incessanti, turni protratti.
Ed in più la paura di essere loro stessi infettati e di infettare i propri cari.
Ed ecco che la compartecipazione, l'empatia, l'immedesimazione nella sofferenza, nel malessere altrui, l'eccessivo coinvolgimento con la persona che si sta soccorrendo, aiutando, curando, possono sfociare in quella che viene definita TRAUMATIZZAZIONE VICARIA cioè la possibilità che un soccorritore durante il servizio viva in prima persona il trauma, non per esposizione diretta, ma per il contatto con la persona soccorsa.
Parliamo di Traumatizzazione Vicaria di tipo complesso: si assiste alla sofferenza, al malessere, alla morte come Vittime di III livello, quindi indirettamente e a questa condizione si aggiunge la paura del contagio e della possibilità di contagiare, rischiando di diventare essi stessi Vittime di I Livello, cioè coinvolti in prima persona.
La fatica, la stanchezza, la paura, possono manifestarsi in diverse forme: innanzitutto con la somatizzazione (cefalee, bruciori di stomaco, dolori articolari, ecc.); comportamenti compensatori (abuso di farmaci, aumento di assunzione di cibo, di alcool e fumo);ed infine, ma non meno importante la presenza di pensieri intrusivi nel momento del "Lasciarsi andare". E pertanto nel momento in cui si dovrebbe recuperare l'equilibrio psicofisico tornano in mente le immagini, i pensieri di tutto ciò che si è fatto durante il giorno. E invece di recuperare non si riesce a farlo, sonno e riposo vengono a mancare.
Cosa si può fare???
Innanzitutto, se questa condizione persiste da più di un giorno, se questa incapacità di recuperare, riposare, persiste, l'unica cosa da fare è CHIEDERE AIUTO, per prevenire l'insorgere sia di scompensi e disagi personali, e sia per prevenire l'insorgenza del Burnout.
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