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Emergenza Coronavirus: I consigli della psicologa dott.ssa Anna Rita Ungaro
Consigli sulle emozioni più comuni nell’emergenza Coronavirus. Non dimentichiamoci dei bambini
Cerignola - mercoledì 1 aprile 2020
20.13
Non scordiamoci dei bambini, dei loro sentimenti, delle loro emozioni, delle loro paure perché, come noi, stanno affrontando un momento difficilissimo a causa del Coronavirus che li ha costretti a casa in quarantena.
Siamo tutti molto concentrati sullo stare attenti, restare in casa, uscire solo in caso di necessità e soprattutto usare le dovute precauzioni. Ma quanti si stanno interrogando sulle possibili conseguenze e reazioni dei bambini?
È importante spiegare ai bambini questo nostro particolare presente, senza mentire. Le bugie creano confusione e paura. Certamente le parole e i mezzi da usare devono essere adatti all'età del bambino ed essere rispettosi delle diverse fasi evolutive. Parole semplici, immagini, giochi, filmati appropriati possono aiutare i bambini a elaborare la situazione in base alle proprie capacità di comprensione.
Si è parlato poco dei bisogni dei bambini e della difficile gestione della loro quotidianità. Un bambino ha bisogno di spazi esterni, di condividere, di socializzare, eppure si fa presto a dire: state a casa.
I piccoli non percepiscono il tempo e il cambiamento come lo viviamo noi, ma vivono di riflesso il nostro stress, i nostri umori, gli stati emotivi, i nostri cedimenti, le nostre ansie.
Citando la SISST (Società Italiana sullo Studio dello Stress Traumatico)
"Le informazioni veicolate da qualsiasi media su eventi potenzialmente destabilizzanti hanno un innesco emotivo spesso nascosto che aumenta paure e ansia anche nei bambini. […] in alcuni casi possono attivare disattenzione, problemi di concentrazione, irritabilità, sonno disturbato.
Le difficoltà emotive possono non sempre essere visibili e saranno proporzionate alle capacità individuali di assorbimento di ciascuno. I genitori e chi sta accanto ai minori hanno anche la funzione didattica di cuscinetto che attutisce senza nascondere."
Innanzi tutto, l'adulto potrebbe decidere di dedicare uno specifico tempo all'informazione, ad esempio potrebbe spendere la serata (quando il bimbo dorme) per mettersi in paro con le novità del momento, e aiutare i bambini a comprendere che stiamo vivendo qualcosa di diverso dal solito, ma senza sobbarcarli di responsabilità e paure, piuttosto sfruttando la loro energia e fantasia per farli divertire e distrarsi.
Ma Cosa fare con i bambini per gestire lo stress da reclusione da Coronavirus?
Ecco alcuni consigli rivolti a genitori o cargiver di bambini/adolescenti prendendo spunto anche dalle Linee guida del National Child Traumatic Stress Network su come gestire irritabilità, oppositività, capricci, tensioni dei bambini.
Innanzi tutto bisogna:
E NON DIMENTICHIAMO NEMMENO GLI ADOLESCENTI
Ricordiamoci di puntare sulla responsabilità degli adolescenti! anche loro stanno imparando a dare un senso a questa esperienza. Bisogna parlarne e condividere le fatiche e i dolori. Possiamo aiutarli ascoltandoli, stimolandoli ad accedere a fonti d'informazione ufficiali, ad utilizzare questo tempo per continuare con i loro studi, anche se online, e magari approfittarne per lasciare libera la creatività dedicandosi a hobbies e passioni (rigorosamente casalinghi!). Diamo loro dei compiti in casa adatti alle loro capacità e i loro talenti all'interno di un programma familiare condiviso. Lasciamo degli spazi virtuali privati e preservati per la loro intimità.
Dott.ssa Anna Rita Ungaro
Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì 8 aprile
Siamo tutti molto concentrati sullo stare attenti, restare in casa, uscire solo in caso di necessità e soprattutto usare le dovute precauzioni. Ma quanti si stanno interrogando sulle possibili conseguenze e reazioni dei bambini?
È importante spiegare ai bambini questo nostro particolare presente, senza mentire. Le bugie creano confusione e paura. Certamente le parole e i mezzi da usare devono essere adatti all'età del bambino ed essere rispettosi delle diverse fasi evolutive. Parole semplici, immagini, giochi, filmati appropriati possono aiutare i bambini a elaborare la situazione in base alle proprie capacità di comprensione.
Si è parlato poco dei bisogni dei bambini e della difficile gestione della loro quotidianità. Un bambino ha bisogno di spazi esterni, di condividere, di socializzare, eppure si fa presto a dire: state a casa.
I piccoli non percepiscono il tempo e il cambiamento come lo viviamo noi, ma vivono di riflesso il nostro stress, i nostri umori, gli stati emotivi, i nostri cedimenti, le nostre ansie.
Citando la SISST (Società Italiana sullo Studio dello Stress Traumatico)
"Le informazioni veicolate da qualsiasi media su eventi potenzialmente destabilizzanti hanno un innesco emotivo spesso nascosto che aumenta paure e ansia anche nei bambini. […] in alcuni casi possono attivare disattenzione, problemi di concentrazione, irritabilità, sonno disturbato.
Le difficoltà emotive possono non sempre essere visibili e saranno proporzionate alle capacità individuali di assorbimento di ciascuno. I genitori e chi sta accanto ai minori hanno anche la funzione didattica di cuscinetto che attutisce senza nascondere."
Innanzi tutto, l'adulto potrebbe decidere di dedicare uno specifico tempo all'informazione, ad esempio potrebbe spendere la serata (quando il bimbo dorme) per mettersi in paro con le novità del momento, e aiutare i bambini a comprendere che stiamo vivendo qualcosa di diverso dal solito, ma senza sobbarcarli di responsabilità e paure, piuttosto sfruttando la loro energia e fantasia per farli divertire e distrarsi.
Ma Cosa fare con i bambini per gestire lo stress da reclusione da Coronavirus?
Ecco alcuni consigli rivolti a genitori o cargiver di bambini/adolescenti prendendo spunto anche dalle Linee guida del National Child Traumatic Stress Network su come gestire irritabilità, oppositività, capricci, tensioni dei bambini.
Innanzi tutto bisogna:
- Accogliere e legittimare
"mi sembra tu sia arrabbiato, triste, etc, è così?" - Essere disponibili al dialogo
"ne vuoi parlare? Hai voglia che parliamo di questo?" - Validare
"mi spiace che tu ti senta così, è proprio difficile questa situazione" - Riconoscere i trigger (campanelli d'allarme)
Possono essere: un evento, un suono, qualsiasi cosa che ci metta in allarme. Niente succede all'improvviso, osservate se c'è qualcosa che sta allarmando il vostro bambino, chiedetevi se voi stessi siete agitati e il bambino sta reagendo alla vostra agitazione/tristezza, o avete discusso di qualcosa con il partner, o avete la televisione accesa sul notiziario. Cercate di capire cosa può aver agitato il vostro bambino". Una volta individuata la causa scatenante è più semplice trovare una soluzione! Ad esempio, se vi accorgete che il bambino manifesta comportamenti particolari mentre state ascoltando il telegiornale, allora sapete che la situazione da evitare è quella.
E NON DIMENTICHIAMO NEMMENO GLI ADOLESCENTI
Ricordiamoci di puntare sulla responsabilità degli adolescenti! anche loro stanno imparando a dare un senso a questa esperienza. Bisogna parlarne e condividere le fatiche e i dolori. Possiamo aiutarli ascoltandoli, stimolandoli ad accedere a fonti d'informazione ufficiali, ad utilizzare questo tempo per continuare con i loro studi, anche se online, e magari approfittarne per lasciare libera la creatività dedicandosi a hobbies e passioni (rigorosamente casalinghi!). Diamo loro dei compiti in casa adatti alle loro capacità e i loro talenti all'interno di un programma familiare condiviso. Lasciamo degli spazi virtuali privati e preservati per la loro intimità.
Dott.ssa Anna Rita Ungaro
Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì 8 aprile