Territorio
Elena Gentile (Pd), Sanità in Capitanata: migliaia di cittadini senza cure
"Ad oggi, migliaia di pazienti sono ancora in attesa di poter varcare gli ingressi degli Ospedali e dei poliambulatori"
Cerignola - lunedì 18 maggio 2020
16.11
Abbiamo scritto in più occasioni la situazione imbarazzante cui versa il nostro ospedale che, al momento, accoglie ancora pazienti sospetti covid non potendo aprire, di conseguenza, le porte a tutti gli altri pazienti affetti dalle più svariate patologie. Dopo le dimissioni del Direttore Sanitario, dott. Antonio Nigri, ritirate dopo circa 48 ore (Il dottor Antonio Nigri accetta di riassumere la Direzione Sanitaria) intervene sull'argomento con parole dure la dott.ssa Elena Gentile, già Assessore Regionale e Euriparlamentare:
«Negli ultimi giorni, nostro malgrado, siamo stati spettatori di una vicenda che è davvero la cifra del caos amministrativo che regna nella gestione della sanità provinciale: le dimissioni, poi responsabilmente ritirate, del Direttore Sanitario della ASL Foggia.
Una tempesta in un bicchier d'acqua, verrebbe da pensare, se non fosse per la riappacificazione "senza sorrisi", e per le motivazioni a fondamento del ritiro, che giustificano ampiamente e restituiscono sostanza non al ritiro ma alle cause, remote e prossime, di quel gesto estremo.
Oltre l'emergenza Covid-19, la gestione dei servizi sanitari in provincia di Foggia era, e rimane, disastrosa. Prima o poi il Direttore Generale della Asl dovrà darne conto. E il Presidente della Regione Puglia, nonché Assessore Regionale alle Politiche Sanitarie, non potrà che prenderne atto, assumendo le decisioni conseguenti affidando ad altri l'incarico di Direttore generale».
Venerdì 15 maggio, nell'articolo "In Italia si anticipa la "Fase 3", all'Ospedale "Tatarella" si vive ancora la Fase 1" pubblicato sulla nostra testata, abbiamo denunciato la situazione attuale del nosocomio cerignolano fermo ancora alla fase dell'emergenza. Avevamo sottolineato che non ancora sono stati effettuati i tamponi ai dipendenti dell'Ospedale in perenne contatto con pazienti sospetti COVID, non ancora sono stati aperti gli ambulatori, non ancora si possono effettuare i ricoveri prenotati, non ancora è partita quella macchina di soccorso e aiuto che, per ragioni ancora inspiegabili, è stata completamente bloccata e l'inattivismo continua nel più totale silenzio.Le dichiarazioni della dott.ssa Gentile confermano quanto da noi raccontato.
«Aumenta di giorno in giorno, infatti, il numero di coloro che manifestano grande preoccupazione e disappunto per il silenzio assordante della ASL Foggia sui tempi della ripresa delle attività di diagnosi e cura che interessano tantissimi pazienti.
Visite specialistiche, esami di laboratorio e di diagnostica per immagini che centinaia di pazienti affetti da patologie croniche, anche particolarmente gravi ed insidiose, attendono ormai da troppo tempo. Senza dimenticare i cittadini già in lista d'attesa da mesi per interventi chirurgici programmati.
E senza trascurare le conseguenze, anche drammatiche sulla salute e sulla vita delle persone, determinate dall'interruzione della attività di screening per la prevenzione dei tumori, soprattutto di quelli per i quali il fattore tempo non è una variabile ininfluente per il successo delle cure.
Ad oggi, migliaia di pazienti sono ancora in attesa di poter varcare gli ingressi degli Ospedali e dei poliambulatori. E questo sia nella Città capoluogo di provincia e nelle altre medio grandi, sia nei piccoli centri del Gargano e dei Monti Dauni. E, spesso, parliamo di persone che non potranno forse neanche tornare al lavoro. Insomma, il danno della precarietà della salute, e la beffa della precarietà del lavoro.
Per non parlare dei tanti operatori del comparto sanitario che rimangono ancora in attesa di un tampone, di un test sierologico, di dispositivi di protezione individuale.
Tutto questo per l'oggi. Ma all'orizzonte già si intravede il progetto di riorganizzazione dei servizi, del potenziamento degli stabilimenti ospedalieri, e della riforma radicale della medicina territoriale, così come elaborato per il futuro prossimo dal Governo Nazionale.
Al Presidente della Regione la domanda delle cento pistole, la più preziosa di tutte: potrà permettersi la sanità pubblica di questa provincia di arrivare a quel decisivo appuntamento con l'attuale Direttore Generale della ASL?»
«Negli ultimi giorni, nostro malgrado, siamo stati spettatori di una vicenda che è davvero la cifra del caos amministrativo che regna nella gestione della sanità provinciale: le dimissioni, poi responsabilmente ritirate, del Direttore Sanitario della ASL Foggia.
Una tempesta in un bicchier d'acqua, verrebbe da pensare, se non fosse per la riappacificazione "senza sorrisi", e per le motivazioni a fondamento del ritiro, che giustificano ampiamente e restituiscono sostanza non al ritiro ma alle cause, remote e prossime, di quel gesto estremo.
Oltre l'emergenza Covid-19, la gestione dei servizi sanitari in provincia di Foggia era, e rimane, disastrosa. Prima o poi il Direttore Generale della Asl dovrà darne conto. E il Presidente della Regione Puglia, nonché Assessore Regionale alle Politiche Sanitarie, non potrà che prenderne atto, assumendo le decisioni conseguenti affidando ad altri l'incarico di Direttore generale».
Venerdì 15 maggio, nell'articolo "In Italia si anticipa la "Fase 3", all'Ospedale "Tatarella" si vive ancora la Fase 1" pubblicato sulla nostra testata, abbiamo denunciato la situazione attuale del nosocomio cerignolano fermo ancora alla fase dell'emergenza. Avevamo sottolineato che non ancora sono stati effettuati i tamponi ai dipendenti dell'Ospedale in perenne contatto con pazienti sospetti COVID, non ancora sono stati aperti gli ambulatori, non ancora si possono effettuare i ricoveri prenotati, non ancora è partita quella macchina di soccorso e aiuto che, per ragioni ancora inspiegabili, è stata completamente bloccata e l'inattivismo continua nel più totale silenzio.Le dichiarazioni della dott.ssa Gentile confermano quanto da noi raccontato.
«Aumenta di giorno in giorno, infatti, il numero di coloro che manifestano grande preoccupazione e disappunto per il silenzio assordante della ASL Foggia sui tempi della ripresa delle attività di diagnosi e cura che interessano tantissimi pazienti.
Visite specialistiche, esami di laboratorio e di diagnostica per immagini che centinaia di pazienti affetti da patologie croniche, anche particolarmente gravi ed insidiose, attendono ormai da troppo tempo. Senza dimenticare i cittadini già in lista d'attesa da mesi per interventi chirurgici programmati.
E senza trascurare le conseguenze, anche drammatiche sulla salute e sulla vita delle persone, determinate dall'interruzione della attività di screening per la prevenzione dei tumori, soprattutto di quelli per i quali il fattore tempo non è una variabile ininfluente per il successo delle cure.
Ad oggi, migliaia di pazienti sono ancora in attesa di poter varcare gli ingressi degli Ospedali e dei poliambulatori. E questo sia nella Città capoluogo di provincia e nelle altre medio grandi, sia nei piccoli centri del Gargano e dei Monti Dauni. E, spesso, parliamo di persone che non potranno forse neanche tornare al lavoro. Insomma, il danno della precarietà della salute, e la beffa della precarietà del lavoro.
Per non parlare dei tanti operatori del comparto sanitario che rimangono ancora in attesa di un tampone, di un test sierologico, di dispositivi di protezione individuale.
Tutto questo per l'oggi. Ma all'orizzonte già si intravede il progetto di riorganizzazione dei servizi, del potenziamento degli stabilimenti ospedalieri, e della riforma radicale della medicina territoriale, così come elaborato per il futuro prossimo dal Governo Nazionale.
Al Presidente della Regione la domanda delle cento pistole, la più preziosa di tutte: potrà permettersi la sanità pubblica di questa provincia di arrivare a quel decisivo appuntamento con l'attuale Direttore Generale della ASL?»